Dando un'occhiata agli interventi di questa conferenza che riguardano RR (5, 193, 194, 195, 200), ho colto una felice dichiarazione di L. Arconti: "RR e' stata una sraordinaria esperienza politica e culturale". Il tono malinconico era dovuto all'allora persistente pericolo di chiusura della radio, poi scongiurato dall'intervento parlamentare, ma l'efficacia di tale definizione rimane intatta. Chi scrive e' un non radicale convinto, ma anche un non radicale che ha imparato ad apprezzare RR, che ha partecipato ai suoi momenti difficili, e che ha tempestato di telegrammi la presidenza del consiglio rispondendo all'appello dei radicali.Era quest'ultimo un atto dovuto. Quanto fosse preziosa RR avevo cominciato a capirlo da tempo. Da anni ormai essa svolgeva il ruolo di una sorta di Radio Londra contro il nazismo della stupidita', della disinformazione, del pressappochismo. La sua "resurrezione" ha restituito agli italiani un insostituibile servizio di informazione non semplicemente "in diretta" (troppo facile) ma piu' propriamente di "informazione diretta", senza mediazioni o storture privilegiando la documentazione sul commento in modo genuino, come solo la radio e' in grado di fare, restituendo il fatto politico integralmente. Radio Radicale da anni ha condotto la via della radio di servizio, che e' il vero futuro della radio, in quanto mezzo che puo' essere seguito in ogni luogo ed anche svolgendo attivita' dinamiche (a differenza della televisione).
Personalmente, vivendo in una citta' come Roma, nella quale si passa anche il
20% della giornata in automobile, posso dire che senza RR questo 20% della mia vita andrebbe perduto. Gia' l'alternativa che offre la televisione e' estremamente povera, tra RAI lottizzata e privati lobbisti, ma in radio il resto del panorama appare ancor piu' desolato. E pensare che la recente riforma di RADIORAI doveva regalarci, a detta dei suoi dirigenti, una vera e propria CNN radiofonica! Beninteso, appare chiaro che RR e' pur sempre l'organo del Partito Radicale, ma e' altrettanto chiaro come Vigevano e compagnia, con ammirevole spirito democratico, strutturano il palinsesto in modo da far vedere dove finisce l'informazione e dove comincia la propaganda radicale (sacrosanta). Mi fermo qui perche' sta scadendo il tempo. Posso solo chiudere con un grande grazie a RR e a chi la rende sempre piu' inimitabile.
Antonio Pavolini