Che la mia domanda non sia completamente peregrina lo dimostra la lettura di una parte della lettera a Diogneto - opportunamente parafrasata ma senza nessuna intenzione dissacratoria:
»I radicali amano tutti gli uomini e tutti li perseguitano. Sono misconosciuti, sono condannati, sono poveri e arricchiscono molti, mancano di tutto e possiedono in abbondanza ogni cosa. Sono disprezzati e in questo disprezzo trovano la gloria. Sono calunniati e ritenuti giusti. Sono oltraggiati e rendono onore. Non facendo altro che il bene, sono puniti come scellerati. In breve, quel che l'anima č nel corpo, sono i radicali nel mondo. I radicali sono come detenuti nella prigione del mondo.
E' evidente che se - come affermava giustamente Jung - la trascendenza del mito cristiano č andata persa, noi radicali - almeno in partenza - SIAMO GLI UMILI COSTRUTTORI DEL NUOVO MITO.