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Conferenza Partito radicale
Inzani Giorgio - 15 ottobre 1991
6. I PIEDI PER TERRA

Dal cielo (o dalla palude?) della teoria, ridiscendo bruscamente sul terreno (o sul cielo?) della pratica quotidiana. La campagna referendaria è già partita da quattro giorni. Siamo qui - apparentemente fermi - a discutere, ma in realtà siamo lanciati in corsa su un treno a duecentomila firme in 80 giorni. E' inutile tremare, è impossibile ritrarsi (e chi potrebbe mai pensare di potersi lanciare da un treno in corsa a quella velocità?). Bisogna sapere ristrutturare le nostre vite, i nostri ritmi, i nostri tempi. E per farlo senza rimanerne travolti bisogna allora aprire quel "confronto con l'inconscio" che magari abbiamo sempre rinviato per mesi, per anni.

Mercoledì, Salvatore, al telefono, mi ha detto, vibrante di gioia: "Un ragazzo di Bolzano, studente a Milano, è venuto in Vigentina ad iscriversi e ha dato la sua disponibilità quotidiana per i referendum". Ecco, questa è la "chiave". Potrà sembrare scontata ai più, questa chiave, se non si ha ben presente che porte deve aprire. Ma così come anche a Cristo sono serviti i primi pani e i primi pesci per poterli moltiplicare, ogni iscritto singolo al PR (e quindi ancora di più le decine, le centinaia) è il punto di partenza per arrivare alla dimensione cinquantamila.

Se da questa assemblea verrà un significativo segnale che contestualmente alla campagna referendaria è partita una valida campagna di iscrizioni, questo segnale non potrà che moltiplicarsi, perché sotto le ceneri covano sempre le braci.

Concludo questo intervento con una relazioncina smilza, ma efficace, che Cesare Bossi - iscritto dal 1984 - mi inviò nel 1985.

 
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