ci sono tavoli per la raccolta firme di mattina, di pomeriggio e persino di sera (e non esiste persona al mondo che, in tre mesi, non possa liberarsi nemmeno per quattro ore!).Forse non tutti sanno (o forse quasi tutti sanno, ma se ne fregano) che, se ogni abbonato di Agorà trovasse almeno 300 persone disposte a firmare i referendum, i giochi sarebbero fatti.
Forse non tutti sanno (anzi: quasi nessuno sa) che se un referendum viene firmato da 500 mila, 1 milione o 5 milioni di persone non dipende affatto dalla sua "presa" sull' opinione pubblica, ma esclusivamente da
quanto esso sia stato pubblicizzato dai "media".
I sondaggi dicono (e questo forse lo sanno in molti)
che metà degli italiani è a conoscenza dell' esistenza dei referendum e che la metà di questa metà è disposto a firmarne almeno alcuni.
Undici milioni di persone non aspettano altro (si fa per dire) che apporre la loro preziosa firma sui moduli referendari, ma per ora solo un millesimo di essi lo ha fatto!
Perché non ci rimbocchiamo tutti le maniche?
Perché questo "popolo agoriano" non la finisce di
somigliare così tanto all' Italia del bar dello sport, delle invettive "da mercato" o delle "proteste da autobus" e non si dà veramente una mossa?
Perché non passiamo dalle parole ai fatti?
Perché al mugugno non sostituiamo l' impegno civile?
Adriano Gizzi