Dai quotidiani Vjesnik (il Messaggero), Vecernji list List (Notiziario della sera), Slobodna Dalmacia (Dalmazia libera),
dal settimanale Danas (Oggi),
dalla radio e Tv croate:
17.10.91 - VECERNJI LIST
Trafiletto in evidenza, 15 righe.
Corrispondenza da Roma, con annuncio dello svolgimento del CF a Zagabria.
31.10.91 - VJESNIK
Trafiletto 20 righe.
Annuncio del CF. Menziona il digiuno di Pannella e le ragioni.
31.10.91 - SLOBODNA DALMACIJA
Trafiletto su due colonne. 20 righe.
Come sopra, in più menziona l'iniziativa contro la pena di morte.
31.10.91 - RADIO ZAGREB
Intervista in diretta dal CF, con Emma Bonino. 10 minuti.
1.10.91 - TV CROATA
Interviste con vari consiglieri. Dalle 18.02, 33 minuti.
2.11.91 - TV CROATA
Diretta dal Consiglio. Dalle 9.07 alle 10.19. 73 minuti
Interviste con Pannella e altri. Dalle 18.14 alle 18.30.
Telegiornale serale. 1 minuto
Telegiornale successivo. 50 secondi.
2.11.91 - VJESNIK
Articolo su due colonne, con foto di Marco Pannella
Titolo: MARCO PANNELLA
(di Ottone Novosel)
Il digiuno è l'arma principale di Marco Pannella (61 anni), il leader del Partito Radicale Transnazionale. Con la stessa arma ha sollevato, in Europa e in Italia, problemi scottanti e molti tabù. Dal 22 settembre ha iniziato un digiuno come segno di protesta per il riconoscimento della Croazia e della Slovenia.
Subito dopo il 25 giugno, appena il Sabor croato ha approvato la Dichiarazione sulla sovranità ed l'indipendenza della Repubblica Croata, Pannella ha proposto al Parlamento Italiano di riconoscere, per primo, questa dichiarazione, quale significativo impulso per tutta la Comunita' Europea.
E avvocato, nato a Teramo, regione Abruzzo, dalla parte italiana dell'Adriatico, da padre italiano e madre Svizzera, ma come persona è un cosmopolita. Come giornalista di professione e vocazione, difende le tesi del diritto dei cittadini alla informazione, perché solo chi conosce la situazione può giudicarla. Questo è diventato anche un principio fondamentale del Partito Radicale Transnazionale. Lottando per la difesa del diritto dei cittadini alla informazione Pannella molto spesso polemizza con la TV statale, la RAI. Quando nel 1976, in campagna elettorale, la RAI decise di dare ai radicali solo qualche minuto, Pannella, con il digiuno, costrinse i dirigenti della Rai a cambiare le loro decisioni a favore dei partiti minori.
Che pure il silenzio possa essere un'arma efficace, Pannella l'ha dimostrato presentandosi davanti alla TV (RAI) con la bocca serrata. Durante un digiuno da 104 è arrivato a 65 chili nonostante la sua altezza (188 centimetri) e si è salvato per un pelo. Ha stupito l'opinione pubblica italiana con la sua decisione di fumare pubblicamente l' hascisc per richiamare l'attenzione sul problema dalla droga. Per questo è stato condannato a otto giorni di prigione. Le sue proteste originali non piacciono all' ordine pubblico, ne a coloro che sono colpiti dalle sue frecce. Contro di lui sono state mosse molte denunce. Anche quando ha perso in tribunale è rimasto sempre il vincitore morale ed ha ottenuto i
propri scopi - svegliare la coscienza pubblica e individuale.
Marco Pannella è seguace della politica gandhiana. "Se il nostro obbiettivo, l'ideale delle nostre lotte è la costruzione di una società piu' giusta e umana, i mezzi per ottenere questo non possono basarsi sulle malversazioni e l'eliminazione fisica della gente. Il principio della nonviolenza deve "entrare" nelle leggi e nei modi di comportamento, governo e nell'opposizione storica. La nonviolenza mette al centro della vita sociale l'uomo e il dialogo. Come dice un vecchio proverbio buddista - la vittoria può essere definita tale, solo quando alla fine tutti escono come vincitori, nessuno come sconfitto."
Per se stesso dice che è combattente della sinistra, laico, liberale, anticlericale, volterriano, antimilitarista e antiautoritario. La spilla che porta presenta le mani che spezzano il fucile.
Durante la riunione del Parlamento Europeo Marco Pannella ha spiegato le ragioni del suo digiuno, dichiarandosi solidale con la Croazia e la Slovenia. " ... (lunga citazione dall'intervento di Pannella al PE dell' 8.10.91)... Vergogna Europa! Vergogna Comunità europea!". Fine.
2.11.91 - VECERNJI LIST LIST
Trafiletto 15 righe in grassetto.
Riporta brevi citazioni degli interventi di Zdravko Tomac e di Carlo Ripa di Meana, durante il CF.
3.11.91 - VECERNJI LIST
Una pagina con due foto (presidenza CF e Pannella-Tudjman)
e vari riquadri. Pag 3
Autore: Vlahovic Zuvela
Titolo: Il mondo deve fermare la guerra
Sottotitolo: Gli iscritti al Pr sono invitati ad appellarsi ai loro parlamenti affinché sia fermata la guerra, con misure adeguate, soprattutto togliendo alla Jugoslavia la soggettività di diritto internazionale; altrimenti tra due mesi sarà troppo tardi per la Croazia.
Zagabria - Il penultimo giorno i membri della seconda sessione del CF del PR (transnazionale) - il massimo organo deliberativo - hanno discusso sulla "situazione jugoslava" e in relazione alla CE. Questa sessione si è tenuta in continuità con una precedente svoltasi a Roma a settembre. Già in quella fu approvata una mozione sulla crisi Jugoslava che è servita da base per numerose iniziative al parlamento europeo a favore del riconoscimento di Slovenia e Croazia e per il cessate il fuoco.
Alla discussione di ieri sono anche intervenuti alcuni membri del Governo croato, oltre a rappresentanti politici di altre repubbliche e del Kosovo.
Mate Granic, il vice presidente del Governo, si è dichiarato a favore del diritto dei popoli allo sviluppo naturale (sic!) e per il diritto della Croazia ad essere uno stato europeo. Noi non abbiamo pretese di "Grande Croazia", ha detto, ma di diventare uno stato parlamentare, tranquillo e mitteleuropeo, nel quale siano rispettati ovviamente i diritti delle minoranze. Ma questo desiderio lo stiamo pagando caro: fino ad oggi sono morti circa 10.000 uomini e il 55% di vittime, dalla parte croata, sono vittime civili. I danni assommano ora ad una cifra di 15 miliardi di dollari.
Mate Granic ha messo in rilievo ancora la necessità di rispettare i documenti dell' Aja e di aiutare Vukovar.
Zdravko Tomac, si è rivolo ai presenti sia come membro del Pr e sia come vicepresidente del Governo croato. Siamo convinti, ha detto, che la guerra si potrebbe fermare immediatamente se il mondo prendesse le misure che sono in suo potere. Egli ha invitato i suoi colleghi di partito a far appello ai loro parlamenti e a dire subito sì a tutte le misure che possano fermare la guerra. La Croazia non potrà sopravvivere ad altri due mesi di questa condizione. Vi prego, ha detto ancora, di impegnarvi al massimo affinché il 5 novembre all' Aja sia annullata la Jugoslavia in quanto soggetto di diritto internazionale e vengano riconosciute le soggettività delle repubbliche. Queste sono le premesse per fermare la guerra e la comunità mondiale e l'ONU potrebbero prendere varie misure per fare pressioni sulle repubbliche che non agiscono secondo le regole della civiltà. Se non adotteranno misure concrete subito la guerra potrebbe espandersi su tutto il territorio della ex-Jugoslavia.
Il popolo croato vuole uno stato democratico e civile. Per noi non esiste alcuna altra possibilità - ha detto il ministro Vlado Veselica. Parlando dei caratteri della guerra in Croazia,Veselica ha messo in rilievo come questa sia una guerra vile in cui una forza armata si è avventata su un popolo disarmato. La Croazia democratica, ha detto, è disposta a fare un passo avanti per proteggere le minoranze, anche quale modello per un Europa futura.
La situazione è peggiorata come mai prima, ha affermato Milan Djukic, il presidente del partito popolare serbo. La guerra in Croazia non è cominciata a causa dei diritti minacciati o assenti dei serbi che vivono in Croazia e, ha aggiunto, una parte dei serbi, se non tutti sono stati strumentalizzati al fine di affermare la Grande Serbia. Certo i serbi che vivono in Croazia si trovano ora in una situazione difficilissima poichè essi vengono chiamati alle armi da parte dell' esercito federale jugoslavo, ovvero vengono costretti a partecipare alla guerra contro la Croazia.
Branko Caratan ha messo in rilievo che la guerra non è etnica ma è il risultato della dissoluzione della comunità ex-comunista, multinazionale. Non si tratta di cause storiche ma piuttosto di eccezioni che diventano regole. Anche il riconoscimento della Croazia non è un atto formale ma è il riconoscimento di una realtà storica.
Joze Skolc, il presidente del partito liberal-democratico della Slovenia, è convinto che la guerra si fermerà presto e che ci sarà molto di più da fare per il partito radicale dopo la guerra poichè si preparano xenofobia e sciovinismo e violazione dei diritti umani.
Dopo gli interventi dei membri del partito e degli invitati croati si è aperta una discussione a partire dalla mozione approvata a Roma all'unanimità, durante la prima sessione del CF.
Il Consiglio federale del Pr ritiene che le istituzioni federali jugoslave non abbiano più fondamento legale e che sia necessario svelare la menzogna per cui in Croazia sarebbe in corso una
-guerra civile- e non uno scontro internazionale, conseguente ad un'aggressione. Occorre inoltre considerare criminale l'azione dell'esercito federale, la cui autorità viene negata anche dal presidente della Federazione e dal Primo ministro jugoslavo.
Ancora, per i radicali, è necessario riconoscere anche tutte le altre repubbliche della ex-jugoslavia che hanno democraticamente dichiarato la propria indipendenza.
Ugualmente è necessario affermare lo stato di diritto in Kosovo.
Il Pr invita i suoi iscritti ad impegnarsi affinché gli stati membri della CE prendano coscienza della propria responsabilità: stabilendo un termine ultimativo per il rispetto degli accordi di pace, ritirando gli ambasciatori da Belgrado, applicando l'embargo nei confronti della Serbia.
Ancora sarà richiesto al Consiglio di sicurezza dell'ONU un'inter-vento in Croazia e in Kosovo.
Il CF concluderà i lavori in serata.
Riquadro: Pannella interrompe il digiuno
MP, presidente Cf, ha interrotto ieri il suo digiuno poichè si è convinto che in Croazia i diritti umani si stanno rafforzando. Pannella è uno dei fondatori del PR, membro del PE, ha digiunato dal 27 ottobre per il riconoscimento delle repubbliche della ex-Jugoslavia.
Riquadro evidenziato: Franjo Greguric - "radicale"
Dopo che Zdravko Tomac, vice presidente della repubblica croata,
si è iscritto al PR (transnazionale), Franjo Greguric, presidente del Governo, ha ripetuto ieri lo stesso gesto.
L' annuncio della sua decisione, portato da Tomac al Consiglio Federale, ha provocato un caldo applauso dei consiglieri.
Ha motivato quest'azione, tra l'altro, ricordando la mancata realizzazione del congresso radicale proprio a Zagabria, due anni fa.
Riquadro:
Le tragedie di Vukovar e Dubrovnik
Vesna Mihelic, membro di Bedem ljubavi-Bastione d'amore, è divenuta radicale poichè si è detta onorata di essere membro di un partito che sceglie come metodo di lotta la nonviolenza. La signora Mihelic ha parlato della tragedia della gente a Dubrovnik e a Vukovar, ha ricordato casi di neonati a Vukovar che hanno avuto i timpani lacerati dallo scoppio di bombe, mentre le madri di Dubrovnik sono costrette a lavare i pannolini in mare per l'assenza dell'acqua in città, con tutte le conseguenze igieniche che si possono immaginare. Ha inoltre pregato tutti i radicali di sostenere fortemente i convogli di soccorso per la salvezza dei piccoli che sono vittime del tutto innocenti dell'aggressione.
Riquadro grande: (Il presidente Tudjman incontra Pannella)
Un deciso appoggio alla Croazia.
Zagabria- Il Presidente della repubblica croata ha incontrato ieri
alcuni rappresentanti della seconda sessione del CF del PRt, presieduta da Marco Pannella, è stato dichiarato ieri sera dal gabinetto della Presidenza.
Il Presidente della repubblica ha informato i rappresentanti del CF - tra i quali erano membri di vari paesi: Italia, Burkina faso, Lettonia, Ucraina, Azerbaijan, Irlanda del nord, Cecoslovacchia e Croazia, - sulle conseguenze della guerra che la Serbia e l'esercito stanno conducendo contro la Croazia.
MP ha ricordato che la nonviolenza gandhiana è il fondamento del partito radicale transnazionale ed ha accusato l'aggressione alla Croazia. Ha inoltre affermato l'indipendenza della Croazia e della Slovenia, sostenendo che dalla difesa della democrazia in Croazia dipendono la pace e la democrazia in tutta Europa.
I rappresentanti del Cf hanno espresso la loro soddisfazione e la loro convinzione, raggiunta durante i lavori del CF, sul grado di democrazia, di tolleranza e di apertura verso l'Europa della Croazia.
Grande riquadro con l'intervento di Greguric al CF.
(...traduzione seguirà domani...)
3.11.91 - VJESNIK
pag.2 (due colonne lungo tre quarti di pagina)
Titolo: Riconoscere la Croazia al più presto possibile
autore: Branko Podgornik
Il Consiglio Federale del Partito Radicale ha di nuovo chiesto ai parlamentari iscritti al Partito di organizzare delle inizia-tive energiche per il riconoscimento della Croazia e di altre repubbliche della ex Jugoslavia. Il terzo giorno del Consiglio, svoltosi all'Intercontinental è stato dedicato interamente "alla situazione jugoslava ed all'Europa". Il Consiglio federale ha ripetuto le tesi definite già a settembre: investire il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della aggressione sulla Croazia, così come si è fatto per la crisi del Golfo.
Oltre ai consiglieri federali provenienti da diversi paesi, ai lavori erano presenti anche il Presidente del Governo Croato Franjo Greguric, il Vice Presidenti Mate Granic e Zdravko Tomac, il ministro Vlado Veselica e molte altre personalità politiche della Croazia ed di altre repubbliche e regioni autonome.
L'AGGRESSIONE DELLA SERBIA, NO ALLA GUERRA CIVILE:
"Apprezzo molto la decisione di tenere la seconda sessione del CF del PR a Zagabria", ha detto Franjo Greguric salutando i partecipanti. "Questo dimostra, nonostante il pericolo della guerra, la vostra determinazione di informare il mondo sulla drammaticità del momento. Questo è il vostro contributo alla Croazia e la vostra mano tesa verso il popolo croato." Elencando molti esempi di distruzioni e vittime in Croazia, il Presidente del Governo ha detto che non si tratta di guerra civile, ma di aggressione della Repubblica serba contro la Repubblica croata, con l'obbiettivo di annettere dei territori croati e di costituire la Grande Serbia.
La Serbia e "l'esercito federale" non hanno rispettato gli impegni internazionali e giuridici che sono stati determinati all'Aja. Per questa ragione il Governo croato, il 16 ottobre, ha deliberato che l'esercito deve togliere il blocco dalle città croate e lasciare il territorio della Repubblica entro il 10 novembre: "La Croazia aspetta dall'Europa il riconoscimento immediato, come soggetto di diritto internazionale. Questo sarebbe l'ipotesi di iniziativa efficace, capace di definire esattamente il carattere della guerra e dell'aggressore, e di attivare tutte le forze che si battono per la pace." Franjo Greguric ha proposto ai radicali di aggregarsi alla Marcia di Pace per il ritorno dei profughi a Vukovar, Ilok e Baranja. Greguric ha anche avvertito i partecipanti delle possibili conseguenze ecologiche dei bombardamenti degli impianti industriali nella Croazia e nelle repubbliche vicine.
IL DESIDERIO COSTOSO DI ESSERE UNO STATO EUROPEO
Il dottor Mate Granic ha sottolineato il diritto della Croazia ad essere uno stato uguale agli altri stati dell'Europa. -Noi non vogliamo la Grande Croazia, ma soltanto uno stato europeo che riconosce i diritti delle minoranze. Ma questo desiderio lo paghiamo molto caro, ha continuato Granic, con 10.000 vittime (in maggioranza civili) dalla parte croata.
Facendo appello ai rappresentanti radicali di impegnarsi nei propri parlamenti per il riconoscimento delle repubbliche, Zdravko Tomac ha detto che questo sono i presupposti per fermare la guerra. Secondo le sue parole, la CEE e la comunità mondiale devono forzare coloro che non accettano i criteri europei per la soluzione della crisi. Se il 5 e il 10 novembre non saranno accettate misure adeguate, la guerra si allargherà su tutto il territorio della ex Jugoslavia.
Secondo le parole di Vlado Veselica, in Croazia si sta svolgendo la guerra piu' vile poiché l' aggressore combatte contro un popolo inerme. Il popolo croato vuole uno stato sovrano e democratico e la Croazia democratica è pronta a concedere i diritti alle minoranze, anticipando cosi' le future soluzioni europee.
Il Presidente del Partito popolare serbo Milan Djukic ha detto che la guerra in Croazia non ha niente a che fare con i diritti dei Serbi: infatti, una parte di loro, forse anche tutti, sono stati strumentalizzati per obbiettivi imperialistici. Djukic si è impegnato per i diritti dei Serbi e di tutte le minoranze secondo i criteri europei.
I BAMBINI NON DEVONO NASCERE NELLE CANTINE: Il Presidente del Partito social-democratico della Slovenia Joze Skolc ha accentuato che dopo la guerra ci sarà molto da fare per i radicali, perché si avverte già il pericolo dello sciovinismo, la xenofobia e il disprezzo dei diritti umani.
Vesna Mikelic ha parlato, in nome del Bastione dell'amore (Bedem ljubavi), delle sofferenze dei cittadini di Dubrovnik e di altre città croate assediate, ed ha fatto il seguente appello: "Non dovete permettere che i bambini nascono nelle cantine."
Il professore della Facoltà delle scienze politiche Branko Caratan ha detto che l'aggressione contro la Croazia è governata dai residui neostalinisti e neocomunisti legati alla Serbia, che dimostrano la loro incapacità di trasformare democraticamente la Repubblica serba.
3.11.91 -TV CROATA
Telegiornale serale. 1 minuto
Edizione successiva. 50 secondi
Titolo: La Risoluzione sulla ex Jugoslavia
4.11.91 -VECERNJI LIST
Hina (agenzia)
ZAGREB - Con l'approvazione della "Risoluzione sulla ex Jugoslavia", ieri sera si è chiuso all'albergo Intercontinental il Consiglio Federale del Partito Radicale Transnazionale.
Con questa risoluzione il Partito Radicale esige dai suoi militanti e parlamentari di impegnarsi da subito per il riconoscimento delle repubbliche della ex Jugoslavia che hanno proclamato democraticamente la propria indipendenza e per far ammettere alla Conferenza dell'Aja il rappresentante legittimo del Kosovo. I radicali chiedono che sia subito eseguito il blocco economico e politico della Serbia, se non cessa le sue azione militari, soprattutto quelle su Dubrovnik e Vukovar, e se non inizia subito il ripiegamento dell'esercito dai territori occupati della Croazia. Il Partito Radicale esige che sia immediatamente abolito il seggio della ex Jugoslavia alle Nazioni Unite, che siano ritirati gli ambasciatori da Belgrado, che le Nazioni Unite si facciano carico delle minacce alla sicurezza e alla pace e, infine, che cessino le repressioni nel Kosovo.
Il Consiglio Federale del Partito Radicale, attraverso la Risoluzione, invita gli iscritti ad impegnarsi in azioni nonviolente e ad organizzare le seguenti iniziative: una manifestazione prevista per il 12 dicembre 1991 durante la riunione della Comunita' a Maastricht; manifestazioni davanti alle sedi diplomatiche della ex Jugoslavia e dei paesi della CEE, esortare, con vari appelli le forze democratiche serbe affinché manifestino il proprio disaccordo con l'aggressione e sottoscrivano una petizione per il riconoscimento della Croazia, della Slovenia e del Kosovo.
Nella Risoluzione si chiede, in nome della tragedia che si sta svolgendo nel cuore dell'Europa, di "...(citazione ampia dalla Mozione approvata al CF)"
5.11.91 - DANAS
Una pagina con foto di Pannella
Titolo: DEMOCRATICI DI TUTTO IL MONDO
Autore: Mihailo Nicota
Siamo pronti a sostenere con la forza della nonviolenza "la vita del diritto e il diritto alla vita di questo paese, della Croazia". Queste le parole di Marco Pannella, parlamentare europeo e Presidente del Partito Radicale, pronunciate giovedì, il 31 ottobre 1991 all'albergo Intercontinental. In questo giorno, a Zagabria, è cominciata (ed è finita domenica 3 novembre) la seconda sessione del Consiglio Federale del Partito transnazionale e transpartitico, come lo chiamano i suoi iscritti, noi diremmo
- nazionale e sovrapartitico.- (sic!)
Pannella, membro del Parlamento Europeo, eletto nella lista "Liberali, repubblicani, federalisti", uno dei fondatori del Partito Radicale nel 1956, ha avuto a Zagabria una calda accoglienza: è arrivato dopo un mese di digiuno (con brevi interruzioni per ragioni di salute) come atto di protesta contro "l'aggressione selvaggia" che si svolge in Croazia. Con questa azione, con il proprio corpo e la propria salute, vuole affermare il principio fondamentale - la vita del diritto e il diritto alla vita - (come si dice pure nella Relazione del Primo Segretario Sergio Stanzani), che il Partito pone in opposizione "alla violenza armata, assassina, stalinista e fascista di Milosevic e del suo esercito, che hanno tradito il popolo serbo".
Loro, "proprio loro" - è stato detto in modo drammatico, al Consiglio - "colpiscono e distruggono quello stato in nome del quale legittimano l'oppressione e il massacro di genti e popolazioni che, sempre secondo loro, ne dovrebbero far parte". Si è gridato: "Oltre che ignobile, è anche assurdo." I presenti hanno salutato calorosamente anche il parlamentare croato di Dubrovnik Ivo Jelic, il quale ha annunciato di aver preso parte "al digiuno di Marco" insieme a 150 giovani di Dubrovnik che "nella nonviolenza hanno trovato la forza di essere, attivamente e efficacemente, vicini al dramma che si sta svolgendo nella loro città".
La tragedia di Dubrovnik e Vukovar, battezzato molto spesso come Vukowar (war in inglese vuol dire guerra), ha dominato durante la sessione zagabrese dei "radicali transnazionali". E proprio da loro, come ha detto Pannella "al Partito arriva un impulso vivace ed energico per un impegno ancora piu' efficace e con una nuova forte speranza". Forse anche le parole di Zdravko Tomac, indirizzate all'Europa e il mondo per fermare la guerra in Croazia e il genocidio dei cittadini croati, diventeranno un impulso.
LA LETTERA ARRIVATA DALLA TOMBA
Il vice presidente del Governo croato ha informato i presenti di una lettera che pochi giorni fa ha ricevuto da un giovane guardiano croato di Vukovar, che supplica "quelli a Zagabria" di mandare immediatamente un aiuto "altrimenti qui moriremo tutti". Quando è arrivata la lettera il giovane guardiano era già morto, morto nell'inferno! Per questo Tomac l'ha chiamata Lettera arrivata dalla tomba.
Dunque, la riunione del Partito Radicale transnazionale a Zagabria, con centinaia di partecipanti provenienti da più di venti paesi si è svolta con il motto: Stop the war in Croatia! Fermate la guerra in Croazia!
I signori Tomac e Jelic erano membri del Consiglio con pieni diritti. Tutti e due hanno partecipato alla prima sessione svoltasi a Roma un mese fa, quando si sono iscritti al Partito Radicale, quando si sono convinti che si tratta di uno dei rarissimi gruppi, istituzioni e organizzazioni politiche del Europa occidentale, la quale lotta apertamente e con tutto il cuore contro la guerra sporca in Croazia e per il suo ricono-scimento come stato sovrano e indipendente. Automaticamente tutti e due sono diventati consiglieri federali, ed anche questo è stato uno dei motivi per "continuare" la seconda seduta a Zagabria.
Dobbiamo ricordare un altra cosa: poco piu' di due anni e mezzo fa, il Partito, la cui sede sta a Roma - il Partito transnazionale proviene dal Partito Radicale - ha deciso di tenere il XXXV Congresso in Jugoslavia, futura "presidente di turno" del movimento dei nonallineati (dal settembre 1989), quale segnale simbolico per esprimere la sua sovranazionalità e universalità e diffonderla nell'Europa Orientale (in quei tempi ancora comunista) e nel Terzo Mondo. Per questo come sede del Congresso fu scelta Zagabria, non per caso, ma come "ponte" dove si uniscono questi tre mondi. Purtroppo, le autorità federali di Belgrado, innanzi tutto il Ministero degli interni hanno impedito lo svolgimento del Congresso. La spiegazione era questa: sul territorio jugoslavo non si possono tenere le riunioni di partiti non-jugoslavi, per di piu' con "orientamenti sospetti".
A quel punto è entrata in gioco l'Ungheria - il XXXV Congresso del Partito Radicale si è svolto a Budapest in aprile del 1989. Con questa scelta il nostro vicino ha aumentato il proprio prestigio nel mondo, mentre è diminuito quello della federazione jugoslava: questa ha perso quel poco di credibilità che ancora aveva.
Ma non è mai troppo tardi. Ecco adesso dopo il fallito tentativo della primavera del 1989, con due anni di ritardo i radicali "transnazionali e transpartitici" si sono riuniti a Zagabria: 57 membri del Consiglio federale e molti invitati, dei quali alcuni non sono riusciti a venire per "varie ragioni" (guerra). Ma, l'importante è: sono venuti nel momento piu' difficile per la Croazia, mentre, come stato sovrano e indipendente, lotta contro l'aggressione da parte dell'esercito che ancora porta il nome "jugoslavo".
Diritto alla vita
L'arrivo dei radicali a Zagabria, in questo momento, spiega anche simbolicamente il grande impegno del Partito Radicale sulla questione della Croazia e la dura denuncia della violenza, guerra e genocidio contro di essa. Per questo il Presidente della Croazia Franjo Tudjman è stato invitato come ospite d'onore e come ospitante d'onore.
Sfortunatamente, il nostro settimanale Danas esce il venerdì, e questo non ci permette di pubblicare tutto quello che succederà nei prossimi giorni, anche perchè tutto un giorno della sessione sarà dedicato alla situazione in Croazia e in tutto il territorio jugoslavo.
Avendo in mente "la qualità" della struttura del Consiglio tenuto a Zagabria e "la mozione" già approvata a Roma, come anche i principi radicali già noti è sicuro che le conclusioni alle quali si sarà arrivati saranno analisi delle cause e delle conseguenze della "tragedia croata" e una condanna dell'aggressione. Anche perchè, il Consiglio Federale è costituito esclusivamente dai parlamentari, scienziati, artisti e diplomati da oltre venti paesi, tutti democratici convinti. Il motto di questo Partito Nuovo, come si è chiamato a Budapest è: Democratici di tutto il mondo unitevi! Per un obbiettivo: diritto alla vita per tutte le persone e democrazia totale - attraverso la nonviolenza.
5.11.91 -Tv CROATA
Intervista con Basil Gouissou ed Emma Bonino, in voce con sottotitoli in croato. Alle ore 18 per circa 25 minuti. E' stato palesemente tagliato un'appello all'iscrizione al Pr, lanciato da Emma Bonino.
6.11.91 - Radio Croata II canale
Lunga intervista con vari membri del Cf. 30 minuti.
NB: Su radio è Tv non è stato possibile avere notizie più precise, le presenti, incomplete, provengono da una giornalista che lavora all'interno. In una stima approssimativa si può comunque calcolare almeno il doppio dello spazio qui conteggiato.
Sulla manifestazione tenutasi all' ambasciata Jugoslava a Roma, l'8 novembre, sono usciti due trafiletti di 15 righe, sia su Vjesnik che su Vecernji List.