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Conferenza Partito radicale
Dentamaro Gaetano - 17 novembre 1991
Caro Roberto,

Bentornato da Cuba! e grazie per la risposta che mi dai, sulla quale intendo fare alcune precisazioni.

La prima e' piu' esattamente una conferma: confermo che, quando nel dicembre 1983, feci presente a te in quanto segretario del partito, che intendevo mettere a disposizione del partito la mia iniziativa di affermazione di coscienza, cioe' di rifiuto totale della chiamata di leva, fino al rischio della galera, mi sono sentito da te rispondere che la galera non serviva, e che se volevo finire in galera "per forza", potevo andare a prendere a schiaffi un vigile urbano. Serviva piuttosto di andare a fare il servizio civile all'IRDISP (Istituto di ricerche per il disarmo, lo sviluppo e la pace). Quella fu la tua opinione, da cui dissentii allora scegliendo tutt'altro indirizzo, e da cui dissento tuttora. E' un'opinione che rispetto, e che intendo rispettare anche rendendo ulteriormente pubblico il mio dissenso.

Per quanto riguarda l'altro fatto che prendi in considerazione, e cioe' quello da me citato circa il Consiglio Federale di Zagabria... qui il ridicolo che cerchi di suscitare e' del tutto fuori luogo, ma poiche' esiste la possibilita' che nel primo intervento io mi sia espresso male, cerchero' di essere piu' chiaro.

Probabilmente, gia' l'idea di andare al fronte quella mattina era un'idea sbagliata (altro si sarebbe potuto fare, per esempio proprio andare ad accogliere la carovana delle madri serbe in visita alla "Maresciallo Tito"), ma questo e' un pensiero successivo e quindi lo tralasceṛ. Nel momento in cui Kalinin e Moskovka annunciavano di voler partire comunque, per una marcia a piedi che dopo tre ore li avrebbe portati appena alla periferia di Zagabria, mancando quindi di essere presenti ai lavori del Consiglio, di gran lunga piu' importanti di qualsiasi altra cosa... in quel momento io ho avvertito - ed e' una sensibilita' del tutto personale - che, per un fatto di relazione, stavamo correndo il rischio di perdere in senso definitivo il contributo radicale di compagni importanti e che mi (ci?) stavano a cuore. Ho pensato percio' di prendere la parola per proporre un'uso alternativo dei minuti della pausa del pranzo (la visita all'ospedale pediatrico, 500 m. dall'Hotel, per chi avesse voluto formare la delegazio

ne), ma riconosco che questo problema non era all'ordine del giorno e dunque bene ha fatto Pannella, quale Presidente del CF, a togliermi la parola.

Ma il fatto che nessuno, dicasi nessuno, nell'intero Cf, si sia poi, in quell'intervallo, adoperato per far cambiare opinione al gruppo di sette o otto compagni che era sul piede di partenza, questo non l'ho potuto accettare. Io mi sono adoperato per far cambiare loro idea, e ci sono riuscito. Ben diversamente da quell'altro consigliere federale (di cui qui non faro' il nome, non per carita' di patria, ma per ribrezzo) che, obtorto collo, aveva invece deciso di partecipare alla marcia con al seguito il suo fotografo personale (peraltro pagato dal partito, presumo non per fare il paparazzo, ma per seguire i lavori del Consiglio), e che poi, appena capito che la mia opera di convinzione aveva avuto successo e che la marcia non si sarebbe fatta piu', e' tosto rientrato (sempre col fotografo personale alle calcagna) in sala ristorante, per vedere se almeno era rimasto qualcosa da mangiare.

Ora, il fatto che, tra i compagni radicali presenti al consiglio federale, molti abbiano avuto la coerenza di esprimere il loro dissenso con i deputati consiglieri federali moscoviti Kalinin e Moskovka, e pochi, cioe' quasi nessuno, la sensibilita' umana e politica, radicale, di parlare invece con i compagni e gli amici Alexander e Vladimir, in modo serio e responsabile, per cercare una convinzione con il ragionamento, con la consapevolezza che lasciarli andare significava con tutta probabilita' avallare una frattura comunicativa molto profonda; ecco questo fatto, questa mancanza puo' essere addebitata a vari fattori. Puo' darsi che quell'intellettuale collettivo che noi siamo o aspiriamo ad essere, a) considerasse quei deputati degli stupidi tout court, e dunque "meglio perderli che trovarli"; b) esprimesse implicitamente una sottovalutazione della fermezza e gravita' della loro decisione; c) considerasse semplicemente piu' che sacro l'intervallo del pranzo. Scegli tu: io, allora, ho scelto diversamente, di

parlare con Ivo, con Sacha, con Vladimir, con Irina e con gli altri, e di vedere insieme se potevamo, insieme, fare una cosa stupida in meno piuttosto che una in piu'. La sensazione di aver fatto la cosa giusta, e la stima e l'amicizia reciproca che ne e' conseguita, costituiscono per me, e credo anche per gli altri, un "peace dividend" cospicuo, e io credo che sia importante condividerlo con tutto il partito, per esempio anche attraverso Agora', piuttosto che solo attraverso la cultura orale che ha sin qui caratterizzato il modo radicale di diffusione dell'informazione.

Il PRP (partito radicale partitocratico) non fa mozioni, non pubblica statuti, ma al pari dell'altro (il partito radicale e basta), vive nella gambe e nella pancia, nel cuore e nella testa di ciascuno di noi.

Stammi bene, Roberto.

 
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