D- Di quali strumenti dispone la c.d. comunità internazionale per intervenire nelle situazioni di violazioni dei diritti umani quale quella cinese ?
R- Intanto una precisazione : i proclami che venivano fatti sul "nuovo ordine mondiale" non citavano le norme del nuovo diritto internazionale, quello relativo appunto ai diritti umani e ai diritti dei popoli.
Direi che di nuovo ordine mondiale c'è bisogno soprattutto alla luce della necessità di tradurre in nuovi programmi politici, in nuove istituzioni, in nuove procedure le norme internazionali sui diritti umani.
Queste sono contenute fondamentalmente nella Dichiarazione Universale del 1948, nei due grandi patti internazionali giuridici del 1966, rispettivamente sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali e da ultimo nella convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia.
Queste sono le fonti, i pilastri del nuovo diritto internazionale sui diritti umani.
Il N.D.I. sui diritti umani fa a pugni con i principi propri della real-politick.
D- Si sta facendo strada, con la mutata situazione internazionale un nuovo diritto, quello d'ingerenza.
Un diritto che superi le barriere degli "affari interni", quel velo dietro al quale si trinceravano i vari governi per continuare nelle loro politiche repressive e totalitarie.
Su quali basi può farsi strada questo nuovo diritto, a tutt'oggi solo timidamente enunciato ?
R- Bisogna precisare che il N.D.I. non è ratificato dagli U.S.A., dai più retrivi tra i paese arabi, da parte d'Israele e da parte della Cina, mentre è accettato da circa 100 stati.
Per quanto concerne il principio d'intervento d'ingerenza attiva negli affari interni, quando si tratti di prevenire violazioni dei diritti umani o di ristabilire una situazione di rispetto degli stessi, questo prinicio è perfettamente coerente con la logica, con lo spirito di queste norme internazionali sui diritti umani.
Questo principio d'ingerenza attiva chiaramente è antinomico rispetto al principio di sovranità degli stati, quindi al suo corollario che è la non ingerenza negli affari interni.
Questo principio è stato enunciato in importanti sedi internazionali ufficiali direi molto autorevoli;Ricordo una risoluzione in materia adottata dallo Institute de droit internationale, che è una istituzione scientifica di grandissimo prestigio, risoluzione adottata nel settembre del 1989 a Santiago di Compostela.
Poi devo citare dei documenti molto recenti, ad esempio il documento conclusivo della C.S.C.E. sulla dimensione umana, svoltasi a Mosca dal 10 sett. al 4 ott. del 1991; nel documento conclusivo sui dice esplicitamente che, per quanto concerne la tutela dei diritti umani, viene meno il principio di sovranità degli stati e quindi è legale una ingerenza attiva da parte della comunità internazionale.
Lo stesso principio poi molto esplicitamente lo ritroviamo enunciato nell'ultima risoluzione del P.E. dell'anno scorso, in materia di diritti umani, sia nel mondo sia all'interno della Comunità.
E' presente anche in un documento della commissione diritti umani della Assemblea dei cittadini di Helsinki, di cui sono il coordinatore.
Questo principio d'ingerenza attiva è però anche un principio pericoloso. Di per sè è sano, ma con delle precisazioni quali ad esempio sui mezzi d'ingerenza attiva che non possono essere dei mezzi bellici o violenti.
La pratica realizzazione di questo principio rinvia a tutta una serie di impegni ineludibili per gli stati e per la comunità internazionale, ne cito soltanto uno : la democratizzazione della massima istituzione mondiale, cioè dell'O.N.U.
Bisogna che l'O.N.U. non sia succube e subalterna di una super-potenza o comunque di un blocco di potere multinazionale di tipo economico e militare, che non agisce nello spirito e secondo la lettera delle norme dell'O.N.U.