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Conferenza Partito radicale
Salvidio Ascanio - 9 febbraio 1992
APPELLO A TUTTI GLI UTENTI PER UNA NUOVA INIZIATIVA POLITICA

La situazione sociale italiana é oggi vissuta dal cittadino all'insegna della confusione istituzionale, del degrado strutturale ed ambientale, dell'inefficienza dei servizi, della criminalità organizzata, del dissesto economico, della prevaricazione dei partiti in ogni ambito civile. Affinché questa situazione cambi, diversi gruppi di interesse si stanno muovendo: alcuni cattolici riuniti attorno a Segni, altri, laici, riuniti attorno a Giannini, altri ancora attraverso entità quali la Rete di Orlando, le Leghe, ecc. Tutti questi movimenti, o partiti o gruppi, hanno visioni contrapposte fra loro, ma un unico denominatore comune: propongono riforme che auspicano il cambiamento in "meglio" della situazione italiana attraverso un trasferimento del potere politico ed amministrativo nelle mani di uomini migliori di quelli che lo detengono attualmente. Così, le Leghe vogliono uomini "migliori" (dei "meridionali") alla guida delle loro regioni, Segni vuole uomini "migliori" eletti in Parlamento attraverso un sistem

a di selezione svincolato dal potere delle segreterie di partito, la Rete si batte per uomini "puliti" non collusi con la mafia, ecc. Sono movimenti che meritano attenzione ed appoggio, ma avranno successo nel tentativo di riformare la vita pubblica del paese ? Supponete per un attimo che, grazie a Voi, vadano al potere dopo il 5 aprile tanti Segni, Giannini, Pannella, Orlando, e Bossi, tutti forse migliori degli attuali deputati, senatori, sindaci ed assessori di marca Andreotti, Craxi, Occhetto, Cariglia, Altissimo, Fini, La Malfa, ecc. Che faranno questi galantuomini quando dovranno cominciare ad occuparsi, oltre che di case, scuole, sanità, sicurezza, anche di un patrimonio immenso che conta 55000 partecipazioni in imprese diverse e beni immobili svariati, per un valore di 2,5 milioni di miliardi di lire ? Dovranno scegliere dei collaboratori: tanti quanti ne hanno scelto i famigerati "partiti" prima di loro. Un vero esercito di faccendieri, amministratori, gestori, dirigenti. Una autentica armata paral

lela a quella costituita dall'apparato amministrativo dei ministeri, della difesa, della giustizia, superiore a questa per mezzi e per numero. I galantuomini che speriamo di mandare al potere dopo il 5 aprile avranno alle proporie dipendenze un italiano su due: tanti sono infatti, i concittadini Vostri che lavorano per lo stato oggi, fra dipendenti pubblici ed impiegati in pubbliche imprese. Allora, questi galantuomini, saranno migliori dei "partitocratici" attuali nella gestione di questo potere economico sterminato? Non potranno esserlo mai, perché saranno costretti, come tutti gli uomini politici di qualsiasi nazione e tempo a scegliere i loro colaboratori, i loro fiduciari, in base a quel misto di stima, amicizia e clientela (che poi diviene corruzione) che lega sempre un amministratore al padrone della cosa amministrata. Riflettete: nessun padrone rinuncia mai a scegliere i propori servitori secondo un criterio di fiducia. E la fiducia, come regola di amministrazione, é un arbitrio, é il feudalesimo.

É quello che avete già oggi, e che vi hanno servito in 45 anni di Repubblica Governo ed Opposizione.

Il dilemma di come avere un "buon governo" si risolve in un solo modo: togliendo al governo, e quindi allo stato, il potere di scegliere questi amministratori, gestori, fiduciari, faccendieri, uomini "loro". togliere il potere significa togliere la proprietà delle cose amministrate. In altri termini: privatizzare quei 2,5 milioni di miliardi di beni accumulati dallo stato sin dall'epoca del fascismo. La struttura della società si modifica solo se si modificano i rapporti di proprietà dei mezzi di produzione. Chi é marxista (o lo era) ricorda bene questo principio. Chi non é marxista non ha mai faticato a riconoscerne la fondatezza, anche perché si tratta di un pensiero antico, risalente alla cultura greco-romana. Trasferendo quei beni infiniti dallo stato ai privati, in parte assegnando le imprese pubbliche ai loro dipendenti, in parte vendendole assieme a miriadi di cespiti immobiliari, si può togliere a qualsiasi tipo di uomini politici, buoni o cattivi, vecchi o nuovi, la possibilità di commettere abusi.

La tradizionale separazione dei poteri in legislativo, giudiziario ed esecutivo non basta più in un moderno paese. Occorre anche la separazione dai primi tre poteri di quello economico. Si deve andare, per questo, molto oltre le false e timide privatizzazioni che il governo Andreotti ha spacciato per grandi cambiamenti economici. Privatizzare non é tanto una necessità economica: é un imperativo morale per chi davvero vuole che qualcosa cambi. Ed infatti, nessuno parla veramente di privatizzare. I partiti, soprattuto quelli che occupano poltrone e poltrone in migliaia di consigli di amministrazione, sono contrari alle privatizzaizoni. Vi si oppongono pretestuosamente, avanzando riserve ideologiche o tecniche o pseudo-economiche. Ma in realtà temono che la perdita del patrimonio che amministrano attraverso lo stato li cancelli. Senza più denaro per comperare voti, senza più il potere di raccomandare, fare assumere, appaltare lavori, dove finirebbero in pochi mesi Andreotti e Craxi ? Come si reggerebbe Occhetto

senza poter contare sull'Ente Cinema che finanzia tutta l'industria della comunicazione in Italia, o senza il potere clientelare che gli deriva da centomila USL, Comunità Montane, Consorzi Obbligatori, Aziende Comunali, ecc ?

Vi esorto a non dare ai Vostri candidati, si chiamino essi Segni, o Giannini, o Pannella oppure Orlando e Bossi, l'occasione di sporcarsi e compromettersi con l'amministrazione del potere economico che ha corrotto la classe politica italiana e che ha inventato la partitocrazia. Per questo motivo, da semplice cittadino, non appartenente ad un partito, non tesserato, indipendente nella vita e nel lavoro, Vi chiedo di battervi per le privatizzazioni. Aiutatemi a concretizzare questo proposito con una specifica iniziativa. Mettiamo insieme le nostre esperienze, le nostre idee, anche se ideologicamente contrapposte, per trovare un punto di leva fra le forze politiche che competono per il potere in modo da far sì che le privatizzazioni si verifichino sul serio e presto, non per dar fumo negli occhi alla CEE o per spostare seggiole fra gruppi partitici. In qualche modo si deve pur cominciare, anche se con poco. Vi invito a contattarmi in mail o a voce: non aspiro a comandare o guidare nessuno, e chiunque - davvero

chiunque - é il benvenuto se mi chiama per co-fondare questa iniziativa.

In ogni caso, grazie per la Vostra attenzione.

Ascanio Salvidio

06-8080322

 
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