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Conferenza Partito radicale
Cicciomessere Roberto - 29 marzo 1992
Comè nata la battaglia per il divorzio in italia

E' forse utile riportare un passo di un documento del Pr del 1967 in cui sono contenute le premesse teoriche da cui è nato l'impegno dei radicali per il divorzio. Il testo fu pubblicato su un numero speciale di Agenzia Radicale dal titolo "1967: Anno Anticlericale".

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1967: Anno Anticlericale

(testo n. 492 dell'ARCHIVIO PARTITO RADICALE - 15 gennaio 1967)

(...)

"Si è tentato per decenni di accreditare il mito di un anticlericalismo "vieto" e anacronistico: se ne è voluta fare di volta in volta, l'espressione di volontà reazionarie contro l'ipotesi di una "unità rivoluzionaria" delle grandi masse clericali e socialiste; o di estremistiche "malattie infantili" del movimento di liberazione dell'uomo, precedenti una più scientifica ed efficace versione del socialismo; o, ancora, di antiquate analisi della realtà storica contemporanea, che dovrebbe invece affidare ogni possibilità di progresso solo alla lotta per la realizzazione di nuove strutture economiche e produttive della società.

In realtà, si è così reso il laicismo sterile, subalterno e senza contenuto. Da decenni, e più che mai, in Italia, da venti anni, la rivendicazione laica s'è così ridotta a vuota declamazione o a specioso pretesto da parte di una classe dirigente che confonde il laicismo con l'agnosticismo sistematico e con il rifiuto di una chiara dimensione reale e concreta della battaglia politica per l'emancipazione dell'uomo.

Noi affermiamo che questo "laicismo" è - esso - vieto e menzognero; ridotto a puntuale compagno di strada della mostruosa ripresa clericale in atto nel nostro paese, ne risulta corrotto e una volta di più stremato moralmente e politicamente. Non vale forse nemmeno la pena di ricordare che non vi è settore della vita pubblica italiana che non esiga un preciso impegno anticlericale perché il nostro paese conosca le vie del progresso civile e dell'allineamento alla realtà sociale contemporanea.

Nella scuola pubblica ogni giorno più in crisi e inadeguata; nelle famiglie, soffocate dalla subordinazione della legge dello Stato a quella del diritto canonico, applicata dagli organi giudiziari vaticani; dall'assistenza e dalla previdenza pubblica, che sono state sacrificate e sconvolte dalla restituzione del monopolio assistenziale al mondo clericale, che ne trae smisurati vantaggi e ne snatura le finalità e le giustificazioni democratiche e umanitarie; all'immenso peso della speculazione finanziaria, che rischia di condizionare interamente qualsiasi tentativo di seria e responsabile riforma nel settore del credito e di quello di una moderna ed efficiente fiscalità.

Una franca e recisa proposta anticlericale, deve quindi essere nuovamente avanzata, organizzata, imposta allo schieramento democratico. L'alibi di un popolo insensibile, di un paese irresponsabile, di un laicismo necessariamente agnostico e solo pre-politico, cela la realtà di una classe dirigente "laica", pavida, subalterna, molto più retrograda ed incapace dei cittadini che pretende di esprimere e dirigere.

La qualificazione politica anticlericale deve essere restituita a pieno titolo come espressione necessaria degli ideali laici."

 
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