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Conferenza Partito radicale
Cicciomessere Roberto - 17 settembre 1992
L'harem di Martelli
Vittorio Zambarino ha rivolto una serie di quesiti a Marco Pannella in una lettera apperta di qualche giorno fa. Com'è noto Pannella è nel Pr uno dei pochi irriducibili che si ostina ad usare solo la macchina da scrivere rigorosamente meccanica. Le domande di Vittorio rischiano perciò di rimanere senza risposta; non credo del resto che sia mia compito, come moderatore, di fornire l'interpretazione autentica del Marco-Pensiero. Trasferisco perciò il testo di una intervista resa da Marco ad un giornalista de LA STAMPA (15 settembre 1992) nella speranza che possa servire a chiarire almeno alcune questioni sollevate da Vittorio.

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PANNELLA: NO, CARO CLAUDIO IO NON FACCIO AMMUCCHIATE

("La Stampa" del 15.9.92) - Pierluigi Battista

"ECCO PERCHE' STO FUORI DAL SUO HAREM"

Roma. Marco Pannella non ci sta. E dà un grande dolore a Claudio Martelli che a Genova lo aveva inserito tra i principali interlocutori della nuova "federazione democratica". Ma a sorpresa il leader radicale risponde bruscamente che lui nel serraglio non ci vuole mettere piede: "Ringrazio Martelli ma alla mia età non c'è posto per me nel suo harem del quale, in questo suo abbandono della monogamia, mi invita gentilmente a far parte. Oltre tutto, alcune colleghe candidate hanno cattivo carattere e sono interessate soprattutto a governare esse sugli eunuchi, e magari anche sul giovane sultano". Insomma, niente da fare. Col rischio di far saltare un'antica amicizia.

ONOREVOLE PANNELLA, LEI NON HA MAI FATTO MISTERO DI VOLER PUNTARE ALLA FORMAZIONE DI UN PARTITO DEMOCRATICO. CRAXI, A CUI SI RIVOLGEVA, LE HA RISPOSTO PICCHE. ORA MARTELLI SI PRONUNCIA A FAVORE E LEI SI METTE A RIFIUTARE IL SUO INVITO?

"Sono vent'anni che si mena il can per l'aia. La storia ha dato ragione a noi, che abbiamo prefigurato un esito democratico del regime partitocratico e della bancarotta fraudolenta, morale e finanziaria. A noi e a nessun altro. C'è qualche motivo dunque per pensare che noi si sappia meglio fare in futuro quel che abbiamo già fatto in passato, piuttosto che chi se ne è convinto a disastro avvenuto. L'unità nuova si costruisce intorno a obiettivi precisi, come la legge Fortuna o quella sull'aborto. Poi, nel corso del cammino, si possono anche fare dei compromessi. Sono disponibile per i nostri obiettivi, già collaudati, e non per altre chiacchiere. Questo non vale solamente per Martelli (è nota la nostra amicizia personale e politica), ma per tutti".

TORNIAMO ALL'HAREM. CHI SAREBBERO LE NUOVE BELLE DEL SULTANO? SEGNI? OCCHETTO? RUTELLI? I REFERENDARI DI GIANNINI? LA MALFA?

"Era solo una battuta: analogie o metafore valgono solo per un attimo. Ciò detto, penso che ciascuno può scrivere dei nomi, a piacimento. C'è solo l'imbarazzo della scelta. A parte noi, conosce infatti qualcuno che non sia stato malato di potere anzichè di politica, di trasformismo e di opportunismo anzichè di serietà e rigore? Giannini, certo".

NEI MESI SCORSI, LEI INCITAVA MARTELLI A USCIRE ALLO SCOPERTO. ORA LO HA FATTO. E LEI LO PUGNALA COSI'?

"Benissimo, ma c'è già il sogno analogo di Occhetto, le concessioni di La Malfa, la disponibilità di Rutelli, la piena apertura di Vizzini, l'autoriforma di Craxi, l'opportunismo di Amato, per tacere delle "riforme" di Forlani e il rosario delle riformette tedesche, francesi, patagone. Se vogliono fare anche questo "passaggio", s'accomodino. Io non ci sto".

UNA VOLTA MARTELLI DISSE DI LEI: "PANNELLA HA UNA CONCEZIONE ORGIASTICA DELLA POLITICA". E ADESSO CHE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA RIPUDIA LA MONOGAMIA, PROPRIO LEI SI METTE A FARE IL RITROSO?

"Una visione panica o anche "orgiastica" della vita e della politica è esattamente l'opposto delle ammucchiate. E semmai è più vicina alla comunione dei santi. Son troppo laico per cadere in questo pericolo. La politika (con il kappa), poi, appartiene al loro mondo, non al mio".

E SULL'UNINOMINALE? TROVA FINALMENTE UN ALLEATO NELL'EX DELFINO DI CRAXI CHE SI PRONUNCIA A FAVORE DELL'UNINOMINALE SECCA O, IN VIA SUBORDINATA, COL "DOPPIO TURNO". MA LEI SEMBRA TUTT'ALTRO CHE CONTENTO.

"Se avessimo detto, con Loris Fortuna: "vogliamo il divorzio per tutti; in subordinata solo per i matrimoni civili;"; ancora adesso non avremmo nemmeno quello. Se si vuole l'uninominale anglosassone, si vuole quello e basta, o non si raccoglie nulla. Segni, Scotti, il "Giornale", Giannini, diciamo tutti "uninominale secca". Anche Claudio, spero. Ma si è allora male espresso. Se ci muoviamo subito, possiamo farcela. Altrimenti è già pronto, auspice De Mita, un papocchio "bipolare" (come da quarant'anni) invece che "bipartitico". E l'opinione pubblica, se non andremo all'attacco, non si mobiliterà. Martelli, insomma, deve dimostrare di rispettare con i fatti quel che noi abbiamo fatto. Non solamente con l'amicizia che sicuramente prova, sincera e profonda, per me. Ma che rischia di divenire un bene di consumo, per me e per lui. Intanto noi del transpartito transnazionale radicale abbiamo un progetto che aggiunge ai nove referendum in corso di convocazione, almeno una decina di leggi di valore e di forza rivolu

zionante che il Paese, se fosse in condizione di conoscere, plebisciterebbe. Se la Rai-tv non gliene parla è anche colpa sua, di Martelli. provveda".

 
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