COMUNICATO STAMPA
UNA SOLUZIONE POLITICA ANCHE PER LA COMUNICAZIONE INTERNAZIONALE.
A D'ONOFRIO: IL PROBLEMA OGGI E' QUELLO DI UNA LINGUA
INTERNAZIONALE CHE VENGA RATIFICATA ATTRAVERSO CONVENZIONI EUROPEE
E INTERNAZIONALI, SULLE QUALI UN GOVERNO DAVVERO NUOVO DOVREBBE
IMPEGNARSI
Sul Corriere della Sera di ieri, a proposito di "seconda lingua
straniera obbligatoria", in un articolo-intervista di Francesco
Merlo al ministro della pubblica istruzione, D'Onofrio parla della
sua esperienza di apprendimento della lingua inglese nelle nostre
scuole. Inglese che, andato in America, "non era buono neppure per
chiedere una Coca Cola. Purtroppo - continuava il ministro - non
possiamo permetterci insegnanti di madre lingua nelle nostre
scuole. Ma imparare i rudimenti di una lingua straniera è sempre
meglio che niente."
I radicali ritengono che oggi il problema non è più quello di far
apprendere - male - una lingua straniera (figurarsi poi come se ne
potranno apprendere bene addirittura due! E quanto costerà agli
studenti e alla società!). Il problema da risolvere, ora, è quello
di garantire la comunicazione internazionale a quella famiglia
umana che parla ben 5.600 lingue diverse e, anzitutto, a quella
famiglia europea che a gennaio ne parlerà dodici.
Le nazioni hanno un solo modo per risolvere questo problema:
politicamente. Ratificando, attraverso convenzioni internazionali,
l'adozione di una lingua NON etnica - e apprendibile pienamente
già all'interno degli anni della scuola dell'obbligo - come la
Lingua Internazionale.
D'Onofrio, a proposito di esperanto, ha già dalla sua la positiva
relazione finale della Commissione ministeriale costituita lo
scorso anno. Se ne faccia forte e dia la possibilità a genitori e
studenti di scegliere per comunicare nel mondo un idioma non
etnico. Lo faccia per il suo Governo (il nuovo che avanza?) lo
faccia per la democrazia (perché continuare ad agevolare le lingue
più forti dei popoli più forti e le persone più ricche che hanno
il denaro necessario per andare ad imparare veramente le lingue
all'estero?), per salvare l'ecosistema linguistico culturale
mondiale (la guerra delle lingue nel prossimo secolo farà
scomparire il 50% delle lingue parlate oggi nel mondo), lo faccia
perché la scelta della lingua straniera sia nuovamente una scelta
di piacere e non di necessità, lo faccia per farci risparmiare
utilmente tanti, tanti miliardi...
GIORGIO PAGANO
Responsabile della "Campagna per il diritto alla lingua
internazionale"del Partito radicale
e Segretario dell'ERA, associazione radicale "esperanto".
Per informazioni telefonare allo 06-689791