Quello che mi sembra interessante nel brano di Nietzsche citato è l'affermazione della necessità di una lingua internazionale, ai fini della comunicazione, e la previsione che un giorno una tale lingua sarà adottata dall'umanità, come un giorno ci sarà la navigazione aerea. E questo alcuni anni prima che fosse pubblicata la prima grammatica di Esperanto.In quanto al fatto che l'apprendimento di molte lingue sia un "male": certo, detto così, il concetto è estremizzato e non accettabile. Si può però dire che quando una persona è "costretta" a imparare lingue per esigenze pratiche, senza averne un vero interesse e senza esservi portato, questo costituisce un peso che lo limita nell'apprendimento di altre cose che per lui sarebbero più interessanti.
Circa l'opportunità di imparare lingue straniere, avendone l'interesse e la capacità, sono d'accordo con Stango. Anzi l'esperanto può essere d'aiuto in questo, se studiato da ragazzi come prima lingua "straniera".
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