(Uno studente del Bhutan, che ora vive in Italia, iscritto al Partito radicale, ci invia quest'articolo appellandosi alla stampa italiana perchè aiuti il popolo del Bhutan a fare luce su quello che sta accadendo nel paese)
Ogni giorno il popolo di origine nepalese che si trova nella parte meridionale del paese viene confinato con la forza oltre le frontiere lasciandosi dietro le case, la terra, i risparmi o qualsiasi altra proprietà. Il sud è sotto controllo dei militari che per ordine dell'attuale Re costringono ogni famiglia a firmare un documento in cui si dichiara la spontanea volontà di lasciare il Paese, e chi si rifiuta viene picchiato e torturato. Secondo le ultime notizie ci sono ormai circa 70.000 profughi nella regione del Jhapa nel Nepal ed in India, che sopravvivono con 200 gr. di riso al giorno a testa fornito dalla Croce Rossa Nepalese e Caritas, vivendo in precarie condizioni sanitarie che hanno provocato l'insorgenza di epidemie che uccidono numerosi bambini.
La popolazione del Bhutan non è omogenea, ma costituita da tre popoli con cultura e tradizioni diverse tra loro: a nord si trova un popolo originario nepalese immigrato nel 1700 circa dal Nepal e da una regione a nord dell'India chiamata Sikkim, mentr ad est del paese si trova una popolazione originaria della zona. Fino al '900 ogni piccola regione del paese era governata da un Re diverso, fu il Re Ugen Wangchuck di origine tibetana, governante in una regione del nord, a costituire nel 1907 lo stato del Bhutan conquistandosi con la forza il controllo delle altre regioni. A contribuire allo sviluppo del Paese fu però il terzo Re del Bhutan di diventare membro delle Nazioni Unite.
Prima degli anni '60 i tre diversi popoli erano quasi isolati tra loro per l'assenza di comunicazioni stradali, quindi era impossibile un qualsiasi scambio di cultura tra di essi. Nelle scuole del nord veniva insegnata la lingua inglese e tibetana, mentre in quelle del sud quella inglese e quella nepalese. Soltanto nel 1962 quando venne completata la prima strada che collegava la capitale Thimphu con il sud del paese si sentì il bisogno di introdurre una lingua nazionale: la »Dzongkha , che venne diffusa in tutto il paese. Questa lingua, che deriva dal tibetano, è molto difficle da imparare perchè oltre a non corrispondere alla lingua usata per scrivere (chiamata »Chokey ) è molto povera di vocaboli e non possiede ancora una grammatica. Soltanto ora il governo finanzia la ricerca per far corrispondere la lingua scritta con quella parlata, definirne la grammatica e scrivere dei dizionari. L'introduzione di una lingua nazionale contribuisce senz'altro ad una integrazione culturale nel paese ma non si può pensa
re di insegnarla picchiando gli studenti invece di fornire i mezzi per impararla. Il governo ha sempre accusato il popolo del sud di non volere imparare la nuova lingua senza rendersi conto che è praticamente impossibile per un popolo non di origine tibetana imparare la Dzongkha senza libri su cui studiarla. Solamente la metà della popolazione del Bhutan è in grado di parlare la lingua nazionale e solo un quarto è in grado di scriverla, mentre invece l'85% sa parlare il nepalese. Dal 1990 l'insegnamento della lingua nepalese è stato interrotto ed il governo ha ordinato di bruciare tutti i testi scolastici scritti in lingua nepalese che venivano utilizzati in tutte le 54 scuole del sud.
Il Re Jigme Singhe Wangchuck, che governa adesso il paese, salì sul trono nel 1974 e per qualche anno seguì la politica di governo
del padre, favorendo soprattutto l'integrazione sociale tra le diverse culture del paese, premiando ad esempio con della terra e del denaro (Nu 5000) le giovani coppie di origine mista che decidevano di sposarsi, oppure mandando gli studenti originari di una regione a studiare in un'altra.
Ma poi l'atteggiamento del governo cambiò lentamente verso una politica di intolleranza nei confronti della popolazione meridionale di origine nepalese. Per esempio, l'economia del sud basata sull'agricoltura è sempre stata più redditizia di quella del nord, grazie anche alla possibilità di commercio con l'India, ma negli ultimi annu i contadini sono costretti a vendete tutti i loro prodotti allo Stato a prezzi molto bassi stabiliti sempre dal governo. Quello che più è ingiusto è il fatto che questo vincolo vale soltanto per i contadini del sud.
Nel 1989 divenne obbligatorio in tutto il paese il taglio corto dei capelli anche per le donne, tradizionalmente abituate a portali lunghi, e ad indossare il vestito nazionale (una divisa tradizionale tibetana), che prima veniva usato solamente nelle scuole oppure in occasioni speciali come feste nazionali, o dai funzionari del govcrno durante le assemblee. E' un vestito molto pesante, tipico delle alte quote dove è necessario ripararsi dal freddo, ma completamente inadatto per le regioni con un clima più caldo, e soprattutto per i contadini che devono lavorare intere giornate sotto il sole. Ma le forze dell'ordine fanno rispettare questa legge multando con Nu 150 o con una settimana di galera ai lavori forzati chiunque venga fermato senza il vestito addosso, arrivando anche a picchiare quelle persone che non riescono a comprarselo perchè sono povere (per la maggior parte anziani). Il governo vietò inoltre all'intero paese di guardare la televisione perchè secondo loro avrebbe modificato la cultura del popol
o del Bhutan. Questa legge però viene fatta rigorosamente rispettare solo al sud dove ha avuto l'effetto totale per la facilità di ricezione dei programmi, mentre al nord il governo rimane indifferente verso chi installa le antenne paraboliche per ricevere i programmi via satellite (unico modo per vedere la televisione in quella zona molto montagnosa).
Ogni anno aumentano i licenziamenti da lavori statali nei confronti dei meridionali: alla fine degli anni '80 quasi i 3/4 degli impiegati a partire dai semplici operai fino ai direttori, hanno perso il loro posto di lavoro. Fino a qualche anno fa il livello della vita al nord era molto basso rispetto a quello nel sud, ora invece i ruoli si sono invertiti a causa di questa politica del Re che favorisce soltanto i suoi più fedeli seguaci ai danni del resto del paese. Se si confrontano due impiegati di uguale responsabilità e con le stesse qualità ma uno di origine meridionale e l'altro settentrionale, essi sulla carta dovrebbero prendere lo stesso stipendio, ma invece il primo in pochi anni riesce a costruirsi un intero palazzo per la propria famiglia (tanti addirittura hanno decine di palazzi, uno in ogni città del paese) conducendo una vita abbastanza agiata mentre il secondo deve lavorare tutta la vita per costruirsi una casa.
Sembra impossibile che con il semplice salario di impiegato statale riescono a vivere in quel modo !.
Nel 1981 ci fu il primo censimento per raccogliere dati sugli abitanti del paese per dare ad ogni cittadino una carta d'identità (introdotta poi nel 1982) che fino ad allora non esisteva, ma si veniva riconosciuti solo per il nome della famiglia che pagava le tasse. Per svolgere il lavoro casa per casa furono impiegati per la maggior parte gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori che però combinarono solo una gran confusione. Quindi venne ripetuto l'anno successivo e ne risultò una popolazione di qualche migliaia in più del precedente censimento, ed il governo approfittò dell'occasione per accusare il popolo del sud di favorire l'mmigrazione per poi capovolgere il governo. Verso la fine del 1988 ci fu un altro censimento il cui scopo era quello di selezionare tra tutti i cittadini solo quelli che potevano dimostrare di trovarsi nel Bhutan prima del l958, considerando tutti gli altri degli stranieri, anche quelli che precedentemente avevano la carta d'identità ma che ora non rientravano in questa
legge. Il problema era proprio riuscire a dimostrare l'immigrazione prima di quella data in mancanza di un qualsiasi documento (non erano ammessi testimoni) a parte eventuali ricevute del pagamento di tasse di proprietà risalenti all'epoca che ben pochi hanno conservato non sapendo quanto sarebbero diventate così essenziali oggi, tali cioè da determinare l'assegnazione di una cittadinanza o meno. A giustificare questo poco civile comportamento dei cittadini è il fatto che allora c'era pochissima informaziooe sia per l'assenza di comunicazioni che di scuole, e quindi molta ignoranza del popolo contadino.
Le fonti ufficiali del Governo non hanno mai dichiarato la cifra esatta della popolazione del sud: secondo una statistica del 1981 ammonterebbe a più del 45% del totale, mentre invece secondo il Re erano soltanto il 25% . Naturalmente sottodimensionare una parte dei cittadini significa limitarne il numero dei loro rappresentanti nel Parlarnento (solamente 14 su 151), che inoltre sono stati da sempre ignorati. Durante il periodo di crisi il Re, per timore che i deputati del sud potessero di nascosto sostenere i dimostranti che chiedevano democrazia, li ha addirittura tutti sostituiti con delle persone a lui fedeli, e ha poi invitato il Parlamento a trovare una soluzione per risolvere il problema tra nord e sud. Il Re è rimasto molto contento (e non poteva essere altrimenti con un Parlamento completamente dalla sua parte) della decisione presa in proposito, quella cioè di adottare la linea dura contro i »ribelli , esiliando dal paese sia chi aveva partecipato direttamente alle proteste che i loro familiari anc
he se poi in realtà l'estradizione e stata estesa indistintanente a tutte le famiglie del sud. Il presagio di questa situazione si ebbe fin da quando il governo sparse la voce che la popolazione del Bhutan è di circa 600.000 abitanti, mentre invece prima della crisi il Paese ne contava circa 1.300.000. Il governo ha sempre nascosto la nostra esistenza al resto del mondo, per esempio in ogni atlante si può leggere del Bhutan come uno stato abitato da un popolo di religione buddista e dove si parla solamente tibetano (Dzongkha) senza considerare invece le altre religioni e lingue presenti nel paese. Come può il governo discriminare una parte del popolo definendola estranea al paese, in uno stato costituito per la maggior parte da cittadini immigrati da molte zone ? Perfino la madre dell'attuale Re (che sposò il terzo Re del Bhutan) è originaria della regione del Sikkim, ed i fratelli della madre sono tra i personaggi più potenti del paese, il più grande ad esempio fino agli anni '60 fu Primo Ministro del Bhuta
n il quale amava il popolo del sud che lo appoggiava, ma venne poi ucciso dalla famiglia reale della parte del padre per timore che andasse sul trono, e da allora non ci furono più altri che lo sostituirono in quella carica. I parenti del Re occupano quasi tutte le alte cariche del governo, in ogni Ministero ad esempio c'è o una sorella o un suo zio che funge da mediatore con il Ministro. E' da segnalare anche il fatto che il Re nel 1988 ha sposato tutte le 4 sorelle di una stessa famiglia che avevano già 8 figli in totale prima del matrimonio.
Finalmente dopo anni di silenzio, dopo aver accumulato numerosi saccheggi e leggi ingiuste, il popolo del sud decise di manifestare contro il governo per ottenere maggiore democrazia, e così in ogni città vennero organizzati dei cortei di protesta.
Il Re ordinò di reprimere la manifestazione con la forza, ed i militari arrivarono perfino a sparare sulle persone. In un articolo sul quotidiano Avvenire nel periodo della guerra nel Golfo si parlava addirittura di 247 persone uccise, notizia sempre smentita dal governo. Nel periodo successivo la polizia iniziò la ricerca di tutte le persone che avevano manifestato, considerandoli terroristi e antinazionalisti, per arrestarle. Molti sono riusciti a scappare in India o in Nepal, altri invece sono in carcere o agli arresti domiciliari. Molte persone che prima non erano d'accordo con la politica del Re si sono poi schierate dalla parte del governo fornendo i nomi dei partecipanti alla protesta, in cambio della promessa di alcuni privilegi che però non hanno mai ottenuto. Verso la metà del '91 sono state inoltre introdotte 7 tipi diversi di carte identità per classificare la popolazione del Bhutan. Al primo livello (quello più privilegiato) ci sono tutte le persone del nord e quelli che da diverse generazioni a
bitano nel paese, poi ai livelli successivi si trovano quelli che hanno sposato stranieri o che sono immigrati di recente, ed all'ultimo livello i cosiddetti »ribelli . I militari, il cui nunero negli ultimi due anni è cresciuto da circa 8.000 a 40.000 unità, stanno praticamente assediando l'intero sud del Bhutan: le scuole, tutte chiuse, sono ora diventate dei dormitori per i soldati, che distruggono i raccolti nei campi e uccidono gli animali dei contadini che non vogliono collaborare. Il rifornimento dei generi alimentari di prima necessità come il sale, latte e riso, per le zone interne del Bhutan è bloccato dai militari, e nelle zone di confine c'è il coprifuoco notturno. Nel Bhutan esiste un unico giornale esclusivamente gestito dal governo che inizialmente veniva stampato in inglese, Dzongkha e nepalese, mentre dal 1987 soltanto nelle prime due lingue. Durante questo periodo di crisi politica la verità viene raccontata completamente distorta descrivendo il popolo meridionale come rivoluzionario e anti
nazionalista, senza spiegare invece le vere ragioni del suo comportarnento. Ci sono stati numerosi episodi di violenza, come saccheggi e uccisioni, provocati in minima parte dai ribelli nei confronti delle spie che fornivano i nomi di quelli che avevano manifestato, mentre in maggior parte dai militari dando poi la colpa agli stessi ribelli. Poco alla volta le famiglie vengono espulse dal paese e le terre lasciate vengono regalate dal governo ai militari come ricompensa per la difesa della sicurezza del paese.
Il Re trasmette tutti i suoi ordini a voce per evitare che le notificazioni scritte arrivino nelle mani degli attivisti che possono usarle come prova contro di lui. Così il Re è libero di torturare, mutilare o uccidere i prigionieri politici libero di introdurre la pena di morte valida soltanto per quelli di origine nepalese o qualsiasi altra manovra che difenda il suo trono senza che alcuna notizia riesca a trapelare. Egli cura molto la sua immagine agli occhi del popolo "disinformato" mostrandosi giusto e democratico, disponibile ad ogni tipo di dialogo con le diverse minoranze del Paese comportandosi invece in tutt'altro modo, approfittandosi del fatto che la politica internazionale si disinteressa di un piccolo Stato dell'Asia poco influente sia dal punto di vista economico che da quello militare.
Quando all'inizio del 1992 la delegazione di Amnesty International e venuta a visitare il paese, il governo ha interrotto la repressione contro il popolo del sud, considerando risolta ogni tipo di crisi che c'era prima, almeno per quelli che ancora non erano stati esiliati. I membri della commissione sono stati accompagnati dagli ufficiali del governo solamente in luoghi opportuni dove era impossibile vedere quello che realmente succedeva nel Bhutan. I problemi però sono ripresi con le stesse modalità precedenti quando la commissione di Amnesty International ha lasciato il paese. Del resto è molto difficile conoscere la verità su quello che succede all'interno del paese con un Re che ufficialmente si dimostra giusto e obbiettivo verso tutti i cittadini mentre invece è lui stesso che ordina ai suoi esecutori di perseguire con ingiuste leggi e assurde disposizioni il popolo del sud.
Dobbiamo ringraziare per ora il governo del Nepal che sta ospitando i profughi in fuga dal Bhutan, e non capisco come un grande paese democratico come l'India non si preoccupi di quello che sta succedendo vicino i suoi confini, dato che ancora non ha preso una posizione al riguardo. Lo scopo di questo documento è quello di far conoscere all'intero Mondo i nostri problemi sperando che la pressione degli altri governi possano stimolare quelli più direttamente interessati a risolvere questa situazione che calpesta i principali diritti dell'uomo. Chiedo pertanto che la Stampa italiana aiuti il popolo del Bhutan a fare luce su quello che sta accadendo nel paese, diffondendo la nostra richiesta di giustizia. --fine--