(Gazzettino nazionale, 26.10.94) con foto di Emilio VesceIstituire un Tribunale internazionale penale per punire i responsabili di crimini contro l'umanità; arrivare entro il Duemila all'abolizione della pena di morte nel mondo. Due iniziative collegate e lanciate in tutti i Paesi dall'associazione »Nessuno Tocchi Caino e dal Partito Radicale Transnazionale.
E il Veneto ha risposto: un lungo elenco di consiglieri regionali, capeggiati dai due presidenti di Giunta e Consiglio, hanno versato del denaro per la pubblicazione di una pagina sul quotidiano americano New York Times con l'obiettivo di far giungere l'appello firmato all'opinione pubblica Usa e ai rappresentanti dei Paesi membri dell'Onu.
»Sono ormai centinaia i parlamentari, gli uomini di cultura, dell'arte, della scienza, i semplici cittadini che stanno sottoscrivendo l'appello proposto dal Partito dice Emilio Vesce, radicale, assessore alle Politiche Sociali del Veneto. Si sta diffondendo la convinzione della necessità che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvi lo statuto durante la sua attuale sessione plenaria.
Vesce si è fatto promotore di una conferenza intergovernativa, da tenersi entro l'anno prossimo, in grado di sottoporre alla ratifica degli Stati che lo vorranno, il Trattato di istituzione del tribunale penale permanente. »L'importanza della creazione di questa Corte va spiegata con un esempio di questi giorni - ha commentato l'assessore veneto.- Nei confronti del più grande genocidio del secolo, quello in corso nel Ruanda, attualmente non esiste alcuno strumento di diritto internazionale che consenta la punizione dei responsabili e che costituisca un deterrente nei confronti di analoghi casi. E così, quasi 2 milioni di persone possono essere giustiziate, senza che i reati possano essere accertati e i colpevoli puniti .
Sarà Emma Bonino, segretaria del Partito Radicale, a rappresentare il Governo italiano nell'ambito della discussione che la Sesta Commissione dell'Onu che, fino al 3 novembre, discute dell'istituzione della Corte Penale Internazionale. Chi ha firmato la petizione ha anche detto no alla pena di morte, ancora in vigore in molti Paesi. In Italia, la Camera ne ha abolito l'ultima traccia dal Codice penale di guerra. Ma secondo i dati forniti da Amnesty International i Paesi che non prevedono la pena di morte in nessun caso sono appena 50; quelli che la mantengono in casi eccezionali (come per reati commessi in tempo di guerra) sono 15; quelli in cui è in vigore, ma non vengono eseguite condanne da almeno 10 anni, sono 18. In 105 Paesi, invece, la pena di morte è pienamente attuata. Qualche esmpio riferito al 1993. In Algeria sono state emesse 370 sentenze capitali, di cui 26 eseguite; in Egitto 55 condanne (43 eseguite); in Cina accertate 1249 esecuzioni. Da questi dati, conclude Vesce, nasce l'iniziativa contro
la pena capitale »il nostro obiettivo è quello di realizzare una moratoria delle esecuzioni per arrivare, entro il Duemila, all'abrogazione della pena di morte in tutti gli Stati del mondo . (Giorgio Gasco)