La radicale, in corsa per Bruxelles, a New York si batte per un Tribunale penale permanente e contro la pena di morte.
da "L'Indipendente" di venerdi 28 ottobre, 1994
di Anna Di Lellio
NEW YORK - Dovrebbe affiancare Mario Monti nella squadra italiana per la Commissione europea. E mentre a Palazzo Chigi infervora la polemica sulla sua candidatura, Emma Bonino dà battaglia nel palazzo di Vetro dell'Onu per promuovere una moratoria internazionale della pena di morte e l'istituzione di un tribunale internazionale permanente.
La incontriamo nell'ufficio newyorkese del Partito Transnazionale Radicale proprio di fronte al Palazzo di Vero. "Adesso devo vedere i tedeschi, ma loro sono già convinti", ci dice dopo aver fatto la lunga lista delle delegazioni che si ripromette di sentire. In ballo è l'istituzione del tribunale permanente. Lo statuto è già definito dalla International Law Commission, corpo consultivo dell'Onu, ma gli Stati Uniti e la Gran Bretagna vogliono riaprire la discussione.
I membri permanenti del Consiglio di Sicurezza preferirebbero istituire di volta in volta tribunali ad hoc per i crimini internazionali, mantenendo intatto così il potere decisionale garantito dal diritto di veto. In particolare, soprattutto per quanto riguarda la ex-Yugoslavia, rifiutano che un meccanismo automatico di giudizio possa intervenire a ostacolare i negoziati di pace, e preferiscono gestire la situazione man mano che si sviluppa. La Bonino non è d'accordo. Non risparmia le critiche alle resistenze avanzate dagli americani anche alla creazione di un tribunale ad hoc per la Bosnia. "Conosco la posizione di Eagleburger, (segretario di stato nel 1992), ma non è convincente - spiega la Bonino - Non può esserci pace duratura senza giustizia. E poi proprio la situazione della Bosnia dimostra che la diplomazia non risolve molto".
Intervenendo alla VI Commissione dell'Onu, Emma Bonino ha rilanciato la proposta di istituire il tribunale permanente entro il prossimo anno, data del cinquantesimo anniversario delle Nazioni Unite, con una conferenza che potrebbe aver luogo in Italia. Dalla sua parte sono l'Australia, il Canada, l'Austria, la Svezia e gli altri paesi del nord Europa, la Malesia, e la Germania a nome dell'Unione Europea. La missione newyorkese della Bonino, che ha un mandato del governo italiano, è solo iniziata. I primi risultati si vedranno alla fine di novembre. Ma mentre lei incontra i diplomatici, è partita una iniziativa di base tra i cittadini in Italia, e anche negli USA, con una pagina di pubblicità politica di prossima pubblicazione sul New York Times: lo slogan, "Give Peace a Chance".
Se l'istituzione del tribunale permanente è un risultato difficile da ottenere data la resistenza americana e inglese, altrettanto lo è la moratoria della pena capitale. La proposta è del governo italiano, ed ha la forma di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Per ora si discute l'inclusione della questione nell'ordine del giorno dell'assemblea generale, e le speranze di un successo sono buone dopo l'ingresso dell'Italia nel Consiglio di Sicurezza con mandato biennale.
Anche su questo tema si incontra l'opposizione degli Stati Uniti, ma non è detto, spiega la Bonino: "Dipenderà dalla forza dei sostenitori e dalla determinazione della pressione internazionale".