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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Danilo - 1 novembre 1994
NEW YORK
AMERICA OGGI - 30 OTTOBRE 1994

pagine centrali, con foto

A colloquio con l'on. Emma Bonino, a New York con la delegazione italiana all'ONU per curare la questione relativa alla Corte Penale Internazionale dinanzi alla VI Commissione prima e all'Assemblea Generale poi

I CRIMINALI PAGHERANNO?

On. Bonino, molti lettori sono convinti che i responsabili dei massacri in Bosnia o Ruanda, per menzionarne soltanto due, non saranno mai portati alla sbarra. Si sbagliano?

Facendo degli esempi, è vero che per quanto riguarda l'ex Jugoslavia già sono stati spiccati dei mandati di cattura dal tribunale ad hoc per i crimini di guerra commissionato dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e per uno o piu' accusati che sono in Germania, proprio alcuni giorni fa, è stata varata la legge che ne consente l'estradizione. Per il Ruanda si è tuttora in bilico, ma per accelerare il tutto si parla di far impiego dello stesso procuratore speciale che vi è per la ex Jugoslavia, Richard Goldstone.

Il problema centrale, ed è su questo che rispondo ai suoi lettori, è di avere una Corte Internazionale Permanente e non dieci tribunali ad hoc, con il Consiglio di Sicurezza che li designa dopo il genocidio e che pertanto non hanno il potere di deterrenza. I problemi tecnici prima o poi si superano, ma quelli politici rimangono, dato anche che il Consiglio di Sicurezza può sottoporre decisioni per questo o quel tribunale ad hoc "al veto" e alla fine non si hanno regole uguali per tutti. Diciamo così che in linea di massima i lettori non si sbagliano, finchè queste regole come sopra detto non saranno eguali per tutti.

Lei, onorevole Bonino, segretario del partito radicale, è a New York con la delegazione italiana all'ONu per curare la questione della Corte Penale Internazionale dinanzi alla Sesta Commissione prima e all'Assemblea Generale poi. Si dà il caso cioè che nel Consiglio di Sicurezza persino gli USA si rifarebbero al veto, se neceeeeeeeessario, per bloccare in sostanza, e se gli fa comodo, la Corte Permanente sui crimini di guerra?

Dico che sarebbe un pò brutto per gli Stati Uniti il farlo, ma al tempo stesso da una parte osannano alla "bella idea" della Corte Permanente e dall'altra propongono i soliti comitati di lavoro che rimandono tutto alle calende greche.

Mi dica, che aria tira all'ONu in questo momento su questa questione e quali sono i tempi per il varo della risoluzione che lanci la Conferenza internazionale per il trattato sulla Corte Penale Internazionale?

Il conteggio è incerto, e la battaglia è aperta. I tempi per una decisione sono quelli di fine novembre, e intanto possiamo dire che abbiamo a favore della risoluzione sulla Corte Internazionale Permanente l'Unione Europea e i Paesi nordici, Austria e Canada, alcuni paesi africani e molti latinoamericani. Gran Bretagna e Russia incerte, non affato affiatate Usa e Giappone, l'India e il Brasile.

I nostri chiaroveggienti lettori di cui sopra si chiedono anche che differenza farebbe la Corte Permanente o, allo stesso modo, un tribunale ad hoc, tra mandanti ed esecutori materiali dei delitti contro l'umanità.

Sulla carta gli statuti prevedono la punizione delle corrensponsabilità per i crimini di guerra. Sia gli statuti esistenti che quelli a venire. Se si mettono le mani sull'aguzzino, ma il suo mandante, l'uomo politico, rimane nei confini dl proprio paese, da un lato anche questa è una sanzione cui deve sottostare, non potendo metter piede fuori di esso.

Come lei ha detto nel suo intervento alla sesta Commissione, il deterrente di una Corte costituita in permanenza è la chiave di volta della questione.

Chiaro, ma visto nel contesto della voce "Costi e benefici" è proprio lì che rispunta il problema politico. A questo punto mi rifarei al discorso alla sesta Commissione per sottolineare quanto da tempo ormai la comunità internazionale sa che il deterrente piu' efficace nell'affrontare i crimini pregiudiziali agli interessi ed ai valori comuni alla maggioranza degli Stati - delicta juris gentium - è il rischio di essere processato incorso dall'individuo, piu' che la possibilità di mettere alla sbarra uno Stato.

Il contesto simbolico della 50 sessione, del 50mo anniversario dell'ONu, sarà o no di sprone per superare gli ostacoli e le esitazioni sulla Corte Permanente?

Mi auguro davvero che andremo oltre eventi celebrativi e mondani. Anche perché siamo a confronto con un nuovo ruolo dell'ONU dopo 40 anni di guerra fredda, e fra le tante aspettative per un ordine diverso da quello attuale, e che mostra tanto divario tra l'opinione pubblica e le strutture dell'organizzazione, vi saranno inserite anche le regole preventive per la questione dei crimini contro l'umanità.

 
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