"Alla ricerca di testimoni per un criminale contro l'umanita'"
Il Tribunale dell'Aja ha tanti documenti ma poche testimonianze.
("Die Presse", Vienna, 8 novembre 1994)
di Andreas Zumach
La quantita' del materiale archiviato e' abbondante. Sono dieci solo i rapporti che ha presentato l'inviato speciale della Commissione per i diritti umani dell'ONU, l'ex primo ministro polacco Tadeusz Mazowiecki. Di seguito, da parte del Consiglio di sicurezza e' stata nominata una Commissione composta da cinque esperti dei diritti dell'uomo per esaminare le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra commessi dal gennaio 1991.
Il rapporto finale ha raggiunto 3000 pagine, da aggiungere altre 50.000 pagine non pubblicate di omicidi, torture, violenze e altri crimini descritti in modo dettagliato cioe' con precisazioni di localita' e date, nomi di vittime, testimoni e autori dei delitti.
Dalla meta' del 1991 piu' di tre milioni di abitanti della Bosnia e Croazia sono stati espatriati, 200.000 civili uccisi. Secondo il rapporto della commissione i serbi hanno responsabilita' per ben l'80% di tutti i crimini, i croati maggiormente per il resto mentre i musulmani sono le principali vittime.
Il materiale completo e' consegnato al Tribunale Internazionale dell'Aja. Ma vi e' una mancanza determinante: ne' Mazowiecki ne' i cinque esperti dei diritti dell'uomo hanno i giuramenti delle vittime e dei testimoni. E' un compito che dovra' completare il pubblico ministero Richard Goldstone e i suoi 39 collaboratori.
Ma e' anche un correre contro il tempo. Molte persone interrogate da Mazowiecki o dagli esperti sono nel frattempo traslocate e devono essere nuovamente rintracciate. Altre sono morte o c'e' il pericolo che siano sotto pressione da parte dei colpevoli o perfino miancciate di morte. Con il passare del tempo svaniscono i ricordi delle vittime e dei testimoni.
Nel caso di Dusan Tadic, di cui si chiede l'estradizione dalle autorita' tedesche, Goldstone vorrebbe addurre prove di sistematiche strutture di crimini di guerra. Il pubblico ministero dispone di una serie di indizi e di testimonianze secondo le quali Tadic avrebbe commesso i suoi crimini sotto l'autorizzazione del capo dei serbi bosniaci Radovan Karadzic.
(Traduzione a cura di Marina Sikora, sede PR Budapest)