Oggi su Magyar Hirlap, quotidiano di Budapest, e' apparso un lungo intervento di Massimo Lensi, segretario del Consiglio Generale del PR, sulla posizione tenuta dalla delegazione ungherese alle Nazioni Unite nel dibattito per la costituzione della Corte penale permanente sui crimini di guerra.
Nell'articolo e' ricordato tra le altre cose che in Ungheria piu' di 100 sindaci e 13 deputati, tra cui l'ex-ministro degli esteri Geza Jeszenszki, hanno sottoscritto l'appello internazionale promosso dal PR per la costituzione immediata della CPP.
In questa sede riportiamo l'intervento, pubblicato a fianco, di Arpad Prandler, degli uffici giuridici del Ministero degli esteri ungherese.
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L'Ungheria non e' contro.
(Magyar Hirlap, Budapest, 22 novembre 1994)
di N.M.E.
L'Ungheria non e' contraria alla realizzazione di un Tribunale Internazionale Permanente con il compito di giudicare i crimini di guerra commessi in qualsiasi parte del mondo e di infliggere pene per i colpevoli - ci ha informato Arpad Prandler, della direzione giuridica internazionale del Ministero degli Esteri.
Ci ha detto anche, che la delegazione ungherese prendendo la parola durante la sessione dell'assemblea dell'ONU alla fine di ottobre, ha analizzato anche questo argomento assicurando il sostenimento in principio dell'iniziativa.
Ma in sintonia con altri paesi membri anche l'Ungheria e' di parere che prima della elaborazione dello statuto del Tribunale Penale Internazionale, bisogna chiarire alcune dettagli.
Occorrono ancora altri discussioni di esperti, tra l'altro per capire che influenza avrebbe negli ordini giudiziari interni l'istituzione del tribunale; ci sono anche da chiarire delle questioni di natura finanziaria e organizzativa.
L'iniziativa riguardante la formazione di un tribunale permanente internazionale che si sta discutendo proprio in questi giorni in una commissione speciale dell'ONU, giungera' davanti all'assemblea generale verso la fine della sessione.
Secondo Arpad Prandler la decisione sara' sicuramente che c'e' bisogno di un tribunale permanente internazionale che esamini i crimini di guerra, ma che la proposta deve essere ancora studiata.
(traduzione dall'ungherese a cura di Tiziana Bonafedi, sede PR di Budapest)