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Conferenza Partito radicale
Meloni Riccarda - 28 novembre 1994
SEGRETERIA TELEFONICA-MORATORIA
RASSEGNA STAMPA:

da 'Il Giornale','Il Messaggero', 'L'opinione', 'Il Giorno'

"DICIAMO NO ALLA PENA DI MORTE NEL MONDO"

Campagna radicale: "Nessuno tocchi Caino".

Una risoluzione italiana per l'abolizione presentata all'ONU

'Il Giornale' 28/11/94

Un diluvio di messaggi contro la pena di morte, per la moratoria delle esecuzioni in tutto il mondo e per l'abolizione della pena capitale entro il 2000. Sono bastati due 'servizi' sull'iniziativa radicale, al TG2 e al TG5, per scatenare ieri centinaia di telefonate alla segreteria telefonica 06-68979280 del Partito radicale e dell'associazione 'Nessuno tocchi Caino'. Altri messaggi continuano ad arrivare per computer dai vari continenti attraverso la 'piazza telematica' Agorà, che immette nella rete mondiale Internet.

"Registreremo tutti i messaggi e li consegneremo in cassetta alle Nazioni Unite", promette il segretario di "Nessuno Tocchi Caino", Sergio D'Elia.

Nei prossini giorni uscirà sul New York Times una pagina pubblicitaria con la foto di Bernardo Bertolucci che fissa il lettore da una sedia elettrica. Accanto, il testo della proposta di risoluzione italiana che sarà depositata oggi al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite e discussa in settimana.

"I punti chiave - spiega D'Elia - sono tre: la moratoria delle esecuzioni, l'abolizione entro il 2000 e l'affermazione del principio per cui nessuno Stato può disporre della vita di un suo cittadino". Qualcosa di più concreto della semplice riaffermazione del "diritto alla vita". I messaggi ("siamo letteralmente sommersi", dice D'Elia) vengono puntualmente ritrasmessi da Radio Radicale.

La proposta italiana ha già raccolto l'adesione di oltre 30 Paesi: l'Unione Europea, l'Australia, la Cambogia, la Colombia, l'Ungheria, l'Uruguay. Altri, dalla Slovenia alla Croazia ai Paesi Baltici, hanno promesso il "sì" al momento del voto. Gli Stati Uniti hanno accettato perlomeno di discuterne, anche se proprio in questi giorni fa scalpore la notizia della esecuzione in diretta decisa da un giudice dell'Ohio. D'Elia se la prende col "perbenismo e la coscienza pulita a buon mercato di chi strepita per la diretta dell'esecuzione, ma poi l'accetta nel chiuso delle prigioni: è bene, invece, che la gente veda cos'è la pena di morte".

Non è stato facile, per l'Italia, ottenere che l'argomento fosse messo all'ordine del giorno nell'Assemblea dell'Onu. Promotrice della battalgia è stata Emma Bonino, a nome del governo, sostenuta dall'ambasciatore Pietro Paolo Fulci. Due gli scogli "procedurali", ormai superati: sui 28 componenti dell'Ufficio di Presidenza dell'Onu, solo 9 erano i Paesi abolizionisti. Grazie a una martellante "campagna acquisti", si è riusciti a far iscrivere il tema in scaletta grazie alle astensioni. Ed è stata la prima volta che un ordine del giorno è stato deciso non per consenso, ma in seguito a un voto. Poi l'Assemblea ha dovuto ratificarlo, e l'ha fatto con 70 voti a favore.

In precedenza, i radicali, l'associazione "Nessuno tocchi Caino" e le organizzazioni di difesa dei diritti umani come Ambnesty, avevano premuto perché il Parlamento italiano si esprimesse senza mezzi termini contro qualunque ipotesi di pena capitale, con una mozione che ha poi impegnato la nostra missione a New York a sostenere il principio sino in fondo.

"Parecchia gente anche in America - si legge nella pagina con Bertolucci testimonial - è favorevole al potenziamento o alla restaurazione della pena di morte. Alcuni sono mossi da un profondo senso di giustizia...Molti paesi giustiziano i propri cittadini, compresi i minori e le persone con ritardi mentali...

Questo comportamento è spesso dettato da profonde credenze religiose e da leggi antiche". Ma i diritti umani "non sono credenze antiche... All'alba del terzo millennio, aboliamo la pena di morte!".

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MOBILITAZIONE RADICALE CONTRO LA PENA DI MORTE

"Il Messaggero" 28/11/94

E' affollatissimo il centralino del Partito Radicale transnazionale. Centinaia di cittadini stanno registrando sulla segreteria telefonica (06-68979280) messaggi per chiedere la sospensione delle esecuzioni capitali nel mondo.

"Nel momento in cui - dice Sergio D'Elia, responsabile di "Nessuno tocchi Caino" - dagli Stati Uniti arriva la notizia della trasmissione in diretta di una esecuzione capitale e in Italia ci si interroga se sia giusto o meno, c'é da settimane una scadenza all'Onu. Potrebbero essere sospese le esecuzioni capitali. Per la prima volta se ne discute e sarebbe il primo passo per abolire definitivamente le esecuzioni capitali". Negli Stati Uniti, in questi giorni, il New York Times pubblicherà, per iniziativa dei radicali, un'intera pagina per chiedere all'Onu di approvare la risoluzione italiana sulla pena di morte.

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La prossima settimana l'Onu discuterà la proposta italiana di sospensione delle esecuzioni

UN FAX CONTRO LA PENA DI MORTE

Allo 06/68979280 i messaggi a sostegno dell'iniziativa di "Nessuno tocchi Caino"

"L'opinione" 27/11/94

Innanzitutto un numero di fax: 06/68979280. I destinatari sono i radicali e gli abolizionisti del movimento "Nessuno tocchi Caino".

Lo scopo è raggranellare il numero più alto possibile di appelli contro la pena di morte e per la sospensione delle esecuzioni capitali sparse in tutto il mondo. E bisogna far presto. La prossima settimana, difatti, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite discuterà la proposta italiana di bloccare le esecuzioni. Finora hanno aderito oltre trenta paesi. Oltre a quelli dell'Unione Europea, ci sono l'Australia, la Cambogia, la Colombia, l'Ungheria e l'Uruguay. Altri Paesi, tra cui la Croazia, la Slovenia e i Paesi Baltici, hanno assicurato il loro sostegno al momento del voto.

Una scadenza importante. Per questo Sergio D'Elia, segretario del movimento "Nessuno tocchi Caino" ha lanciato un appello per "non lasciare l'Onu da sola nel momento di una decisione così importante" e per far sentire "la voce dei cittadini a favore dell'abolizionismo".

Una lotta, quella contro la pena di morte, attualissima. L'occasione per riaprire il dibattito, e le polemiche, l'ha data un giudice americano. Il magistrato, del Tribunale dell'Ohio, ha deciso di mandare in onda in televisione un'esecuzione capitale. Per dare l'esempio, probabilmente. La cosa ha mandato su tutte le furie "L'Osservatore Romano". In una nota il quotidiano cattolico definisce "sconcertante" la decisione del magistrato americano e, contestualmente, conferma in modo inequivocabile la propria ferma opposizione di fronte alla morte di Stato. "Trasmettere in televisione l'esecuzione capitale" scrive l'"Osservatore Romano", "significa esporre all'arbitrio dell'opinione pubblica un essere umano che, per quanto reo di gravi delitti, non cessa di essere persona e di meritare il rispetto per la sua vita e la morte". Ma non basta. Pure se si è a favore della pena di morte, la reazione negativa di fronte ad un'esecuzione capitale in televisione "non può non essere condivisa da tutti coloro che sono sensib

ili alla dignità della persona umana".

Altrettanto duro l'alto Commissario per i diritti umani alle Nazioni Unite, Ayala Lasso, che definisce "barbarica e mediovale" la proposta del giudice americano. "Il diritto di esistere" conclude. "è il diritto umano fondamentale".

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Apprezzata all'onu la nostra iniziativa abolizionista

PENA DI MORTE: BRAVA ITALIA

"Il Giorno" 27/11/04

"Esprimo tutto il mio apprezzamento per la decisone italiana di portare davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione che invita gli Stati del mondo a bandire la pena di morte. E' una iniziativa di grande civiltà giuridica e culturale, degna delle migliori tradizioni del vostro paese. Il diritto all'esistenza è il diritto umano fondamentale, e come tale va difeso da tutti gli Stati che siedono all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite".

A parlare è Ayala Lasso, l'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite. Cittadino dell'Ecuador, cattolicissimo, assunse quella carca nel marzo scorso.

Appena eletto, ha dovuto subito fronteggiare una delle crisi umanitarie più sconvolgente del nostro secolo: la guerra civile in Rwanda. Ora fa quello che può nell'assistere i profughi nei campi e nel tentativo di garantire i diritti umani fondamentali degli Utu che sono rientrati in Rwanda.

Lasso è uno dei più convinti assertori della necessità di bandire la pena di morte, che definisce "barbarica e medioevale".

Gli dico che negli Usa prevalgono oggi ben altri orientamenti, che molti dei nuovi governatori repubblicani eletti alle elezioni di medio termine dell'8 novembre scorso si erano impegnati - come quello di New York, Pataki - davanti ai loro elettori a reintrodurre nei loro Stati la pena di morte. E che proprio qualche giorno fa un giudice dell'Ohio aveva persino detto di essere pronto ad autorizzare le troupes televisive a riprendere in diretta le esecuzioni, perché i telespettatori vedessero che tipo di punizione è riservata ai criminali.

Lasso definisce medioevale "la sortita di quel giudice", aggiunge che l'esperienza dimostra che la pena di morte non è un deterrente, e non risparmia giudizi critici agli Stati Uniti, dove la pena di morte è ammessa in 36 Stati su 50.

Giudizi tanto più significativi, visto che Lasso è stato eletto grazie al voto degli Usa. "I paesi sviluppati - ha detto Lasso- hanno una speciale responsabilità nel difendere i diritti umani fondamentali: danno un esempio ai paesi meno progrediti, e non è certo un buon esempio togliere la vita ai propri cittadini".

Lasso dice di essere stato educato al rispetto della vita soprattutto dalla religione che professa, quella cattolica. "Ma la vita - aggiunge - è un valore universale, che tutte le religioni, le culture, le civiltà dovrebbero affermare senza riserve".

Un giudizio non condiviso per la verità da molti dei paesi islamici, che alle Nazioni Unite hanno votato contro la risoluzione proposta dall'Italia esattamente per motivi religiosi, visto che il Corano prevede la pena di morte.

La risoluzione italiana è comunque stata approvata ad ampia maggioranza nelle due commissioni procedurali, ed entro dicembre verrà votata dall'Assemblea generale.

Ha già raccolto l'adesione di oltre 30 Paesi tra cui quelli dell'Unione Europea, l'Australia, la Cambolgia, l'Ungheria, l'Uruguay. Altri Paesi come la Croazia, la Slovenia e i Paesi Baltici hanno preannunciato i loro sì al momento del voto, in vista del quale il Partito Radicale e la lega abolizionista "Nessuno tocchi Caino" hanno organizzato un invio di fax all'Onu: in Italia i messaggi possono essere inviati al numero 06/68979280.

 
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