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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Massimo - 3 dicembre 1994
BOSNIA

Gli interventi di Boselli, Dupuis & Manzi sulla situazione in Bosnia e su "cosa fare", pongono indubbiamente dei seri interrogativi, espressione anche del disagio "teorico" e pratico in cui ci troviamo come radicali, come europei e come persone.

In qualche maniera attraverso l'iniziativa ad Osjek 91/92 avevamo posto delle basi politiche per una lettura delle vicende in ex-Yugoslavia, chiara ed inequivocabile, attraverso la semplice equazione "governi aggressori e aggrediti".

In questo breve intervento voglio solo sottolineare i miei dubbi attuali legati ad una visione dei fatti in Bosnia che e' ormai arrivata, secondo la mia, forse scorretta, analisi ad una conclusione. Tragica, ma definitiva.

Sono fortemente pessimista sulla possibilita' di mettere in discussione quella che e' ormai una "cronaca di una vittoria annunciata" di Milosevic, ma sono anche contemporaneamente stimolato a riflettere se sia possibile operare perche' quella "cronaca" sia intaccata ed aggiornata.

Ma ripeto: sono pessimista.

Che si debba aprire un dibattito nel (e sul) partito su questo punto ne sono piu' che convinto e che questo dibattito sia anche nutrito di documenti e proposte di mozioni, pure.

Mi pare che si stia percorrendo una importante e corretta riflessione, almeno negli interventi che mi hanno preceduto.

Alcune settimane fa' lessi di un fatto accaduto negli USA che mi colpi' particolarmente. Una donna, anziana e' un po' squilibrata, con in braccio un cane fece irruzione in un negozio con una pistola scarica in mano, minacciando senza motivo il negoziante. Quando la polizia arrivo', per errore e nervosismo, la uccise in uno scontro a fuoco "unilaterale". La TV locale era arrivata e racconto' quasi in diretta la vicenda.

Nei giorni successivi i centralini della TV furono tempestati di telefonate di cittadini che volevano sapere che fine avesse fatto il cane....

E come altri affermano forse la via di uscita alle grandi tragedie sta nel ritrovare in noi quel "sano egoismo" e sconfiggere in nome dei grandi ideali quella "solidarieta'", anche politica, vuota e deprecabile che tanto fa' e tanto soffoca.

Mi riprometto, comuque, di intervenire ancora nei prossimi giorni, non appena, avro' piu' chiari alcuni aspetti (sia interni al partito ed alla nostra riflessione sia legati ai lavori del Summit CSCE di Budapest) che ritengo necessari per impostare le proposte operative.

 
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