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Sommario: in Bulgaria oggi si vota per il nuovo parlamento.
In attesa dei risultati (che saranno inseriti in conferenze babele), in questo file traccio una breve analisi della situazione politica del paese e azzardo le mie previsioni elettorali.
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Per avere un quadro della situazione attuale, occorre prima un sintetico riassunto degli avvenimenti politici che hanno caratterizzato questa legislatura. Le precedenti elezioni furono vinte di stretta misura dalla coalizione anti-comunista, l'Unione delle forze democratiche (da qui in poi SDS), che conquisto' un paio di seggi in piu' rispetto agli ex-comunisti del Partito socialista bulgaro (da qui in poi BSP). L'unica altra forza a superare la barriera del 4 per cento fu il Movimento per i diritti e le liberta' (da qui in poi DPS), sostanzialmente rappresentativo della minoranza turca, e che quindi divenne l'ago della bilancia per formare una maggioranza. Schierantosi dapprima con la SDS, consesti' la formazione del gabinetto guidato da uno dei suoi leader, Philip Dimitrov. Ma il governo si mostro' debole nel promuovere le riforme, e cadde anche a causa dei contrasti interni alla eterogenea coalizione, il cui unico collante era un generico anti-comunismo, talvolta grettamente intollerante, comunque insuffi
ciente a elaborare e praticare una efficace linea politica comune: un quinto deputati della SDS se ne scissero per formare il quarto gruppo parlamentare, la Nuova unione per la democrazia (NSD). Un nuovo governo "tecnico" guidato da Liuben Berov fu formato il 31 dicembre 1992 con l'appoggio esterno dei socialisti, piu' ligi, compatti, e astutamente astenutisi dall'assumersi responsabilita' dirette, nonche' grazie al voltafaccia dei "turchi" della DPS. Ma proprio la mancanza di una chiara caratterizzazione politica determina la debolezza del gabinetto Berov, che fallisce nel programma economico e si ritrova, tanto per dirne una, con il dollaro ad un valore doppio di quanto aveva promesso. Berov mantiene invece con determinazione la promessa di dimettersi alla riapertura della sessione parlamentare, nel settembre scorso. Il parlamento e' incapace di costituire una maggioranza di governo, anche perche' nel frattempo e' successo un altro piccolo terremoto politico: una parte dei socialisti, guidati dal popolare
Aleksander Tomov, lascia la BSP per formare un nuovo gruppo parlamentare, l'Alleanza civica per la repubblica (GOR) insieme ad alcuni provenienti dalla dissoltasi NSD. Il presidente Zhelev scioglie il parlamento e costituisce un governo di servizio nominando primo ministro Reneta Indzhova, gia' capo dell'agenzia per le privatizzazioni e prima donna capo di governo nella storia del paese. Il gabinetto di servizio ha una scadenza a termine, fino alla formazione del nuovo parlamento, e tra i compiti principali assegnati da Zhelev c'e' quello di intensificare la lotta alla criminalita' per consentire un sereno svolgimento delle elezioni; improbabile, invece, che la Indzhova, nonostante la sua provenienza, abbia la possibilita' in cosi' poco tempo di accelerare le privatizzazioni.
Tutto cio' premesso, veniamo al quadro che si presenta ora nella competizione elettorale, con i diversi partiti o coalizioni:
* BSP (Partito socialista bulgaro)
Senza dubbio, a meno di sconvolgimenti eclatanti, uscira' dalle elezioni come primo partito. Si tratta di vedere se sara' di maggioranza relativa oppure assoluta. Quest'ultima ipotesi sarebbe perfino preferibile giacche', visto che vinceranno in ogni caso, meglio che si prendano direttamente maggiori responsabilita' sul successo o meno del governo, cioe' sarebbero costretti a mantenere un atteggiamento meno ambiguo che in passato. Per un approfondimento sulla BSP rimando, senza stare a ripeterli qui, alla conferenza babele, dove si trovano analisi assai interessanti dell'Economist e del Centro per le politiche liberali.
* SDS (Unione delle forze democratiche)
Lacerata dalle polemiche interne e da significative defezioni, e pur conscia che non potra' battere i socialisti, l'Unione delle forze democratiche ha infine convenuto sull'opportunita' delle elezioni, perche' cio' garantira' loro almeno la presenza, sia pure ridotta e minoritaria, in parlamento. Il successo della SDS e' strettamente legato alla affluenza alle urne, poiche' l'elettorato socialista, tra l'altro prevalentemente rurale, e' molto piu' fedele agli ordini di partito di quanto lo sia l'elettorato, prevalentemente urbano, della SDS, fortemente deluso dal protrarsi (se non aggravarsi) della crisi economica in questi anni, molto spesso attribuita, e non a torto, all'impreparazione, l'incapacita', l'ingenuita' politica dei nuovi democratici. Comunque la SDS, pur perdendo voti, e' l'unica formazione oltre ai socialisti che abbia una dimensione tale da garantirne la certezza di entrare nel nuovo parlamento.
* DPS (Movimento per i diritti e le liberta')
Tra le formazioni politiche minori, e' quella con le maggiori probabilita' di rientrare in parlamento superando nuovamente la barriera elettorale del 4 per cento, grazie al suo forte radicamento nella minoranza turca. A sfavore giocano la defezione di uno dei suoi piu' autorevoli esponenti, Mehmet Hodzha, e il fiorire di liste concorrenti "turche" di disturbo. D'altra parte pero', e' favorita da una decisione di lottizzazione partitocratica della commissione elettorale che ripartisce gli spazi televisivi riproducendo esattamente le percentuali dei partiti alle precedenti elezioni (cioe' 45% SDS, 45% BSP e 10% DPS).
* DAR (Alternativa democratica per la repubblica)
E' una coalizione composta da quattro formazioni:
- GOR (Alleanza civica per la repubblica), leader Aleksander Tomov, ne ho gia' accennato piu' sopra;
- ASP (Partito social-liberale alternativo), leader Nikolay Vassilev, faceva gia' parte della SDS e successivamente della NSD;
- ZP (Partito verde), leader l'ex sindaco di Sofia Aleksander Karakachanov, non era rappresentato nell'attuale parlamento per avere fallito la barriera del 4 per cento;
- BSDP (Partito social-democratico bulgaro), leader Peter Dertliev, che pure aveva mancato il quorum alle precedenti elezioni, con il simbolo della "rosa nel pugno" e' l'unico partito bulgaro presente nell'Internazionale socialista.
Il DAR puo' contare su leader molto noti, tra i piu' popolari nel paese, ma non puo' competere con la formidabile struttura di base dei socialisti (del resto nessun partito in Bulgaria puo' confrontarsi con i 300mila iscritti della BSP); c'e' pero' la possibilita' che i socialisti possano perfino cooptarli in un futuro governo, in ragione dell'ambizione della BSP ad entrare nell'Internazionale socialista, cosa che finora e' stata loro impedita dal veto dei social-democratici.
* DP/BZNS (Partito democratico - Unione popolare agraria bulgara)
Il Partito democratico era uno dei due maggiori partiti della SDS, prima di uscirne; da parte sua la BZNS di Anastasia Mozer, tra gli innumerevoli partiti agrari bulgari e' quello che vanta le piu' grandi tradizione storica e radicamento sul territorio; da qui le loro speranze che, alleandosi, riescano ad oltrepassare la barriera del 4 per cento.
* ALTRI
Per quanto riguarda altri piccoli partiti o coalizioni, e' piuttosto improbabile che riescano a raggiungere il quorum per entrare in parlamento.
Concludendo in due parole, vedremo:
a) la vittoria dei socialisti (ma dipende in quale misura);
b) la conferma, anche se in misura ridotta, della SDS;
c) resta un'incognita se e quali forze centriste riusciranno a entrare in parlamento.