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Conferenza Partito radicale
Boselli Michele - 2 gennaio 1995
RADIK RADIO / 1

sommario:

e' partita oggi la prima trasmissimone del Pr "Radik radio" sull'emittente bulgara Darik radio. ne segue la trascrizione.

- regia: Ralitsa Georgieva;

- conduttore: Kiril Valchev;

- ospite in studio: Michele Boselli;

- traduzione: Darinka Kircheva.

***

KIRIL - Oggi, 2 gennaio, lunedi', parte Radik Radio, la prima trasmissione congiunta di Darik Radio e del Partito radicale trasnazionale, presentata dalla regista Ralitsa Georgieva e dal conduttore Kiril Valchev.

[INTERVALLO MUSICALE (ENIYA)]

KIRIL - Marcello Mastroianni, Gore Vidal, Eugene Ionesco, Vittorio Gassman, Domenico Modugno - tutte queste personalita' sono state iscritte al partito radicale transnazionale.

Il partito e' stato costituito nel 1989 dal congresso di Budapest ed il suo predecessore formale e' il partito radicale italiano.

Il leader del partito e' Marco Pannella.

Il Partito radicale transnazionale ha circa 40.000 iscritti in tutto il mondo.

Tra di essi ci sono circa 150 bulgari. Ecco alcuni nomi: Elena Poptodorova, Philip Bokov, Yuri Borissov, Chavdar Kiuranov, Sasho Stoyanov, Pavel Shopov, Ibrahim Tatarli, Remzi Osman.

Un totale di 13 attuali deputati bulgari sono iscritti al Partito radicale transnazionale.

Sono iscritti anche eminenti politici bulgari che non sono entrati nel nuovo parlamento bulgaro: Aleksander Tomov, Yanaki Stoilov, Kadir Kadir.

Da questi nomi si capisce che il Partito radicale transnazionale merita la vostra attenzione.

I radicali e la Darik Radio cominciano da oggi una serie di trasmissioni congiunte, ogni lunedi' dalle 10 alle 10.30. Nella trasmissione di oggi, una intervista a Michele Boselli, consigliere generale del PRT con sede a Roma e coordinatore del partito per la Bulgaria con sede a Sofia.

L'indirizzo del PRT a Sofia e' ul. Gladstone 29. Il telefono a Sofia e' 89.65.35.

Siete in ascolto di Radik Radio, la prima trasmissione congiunta del PRT e di Darik Radio

[INTERVALLO MUSICALE (ENYA)]

KIRIL - Signore e signori, vi propongo un'intervista a Michele Boselli, consigliere generale del PRT e coordinatore per la Bulgaria.

Boselli, nel mondo ci sono varie internazionali - liberale, socialista, democristisana. Ma voi chiamate il vostro partito transnazionale, e non internazionale. Perche'?

MIKELE - Nessuna delle internazionali esistenti - socialista, liberale o democristiana che siano -, ha mai avuto un ruolo efficace e una vera credibilita'. Basate come sono su accordi di convenienza stretti tra le burocrazie di partiti nazionali, ciascuno geloso delle proprie prerogative, esse hanno ostentato grandi dichiarazioni di principii, ma non hanno mai realizzato iniziative politiche efficaci. Ognuno dei partiti che le compongono pensa a gestire il proprio potere in sede nazionale, mentre le dichiarazioni in seno all'Internazionale restano carta straccia.

Il Partito radicale e' invece un organismo autonomo, che persegue obiettivi politici transnazionali, non nazionali. I suoi interlocutori sono le Nazioni Unite, l'Unione europea, gli Organismi e le Agenzie internazionali.

Al Pr ci si iscrive personalmente, indipendentemente dalla nazionalita', dalla religione e dall'ideologia, come anche del partito nazionale di appartenenza.

Gli iscritti eleggono direttamente, nei congressi, i suoi organi dirigenti.

[INTERVALLO MUSICALE DI UN MINUTO (ENYA)]

KIRIL - Lei dice che ci si iscrive indipendentemente del partito nazionale di appartenenza. E' per questa caratteristica che si chiama anche transpartitico?

MIKELE - Si', anche questa e' una caratteristica fondamentale del PR. Infatti, il Partito radicale non concorre in quanto tale, col proprio simbolo, ad elezioni nazionali, ma gli iscritti sono liberi di parteciparvi, sotto altri simboli e con il partito nazionale al quale sono eventualmente iscritti.

Proprio la presenza di diverse appartenenze ideali, culturali e politiche dei suoi iscritti fa si' che il Partito radicale possa definirsi, oltreche' transnazionale, anche transpartitico.

A differenza di tutti gli altri partiti, i suoi iscritti sono liberi da vincoli di obbedienza e fedelta', e aderiscono solo per realizzare gli obiettivi, ripeto transnazionali, decisi nei congressi biennali.

KIRIL - Signore e signori, a Sofia sulle onde ultracorte di 98,3 Mhz, a Dobrich sulle onde ultracorte di 103,7 Mhz e a Vratsa sulle onde ultracorte di 87,9 Mhz siete in ascolto di Radik Radio, trasmissione congiunta di Darik Radio e del PRT, con sede a Sofia in ul. Gladsotne 29. Il telefono e' 89.65.35.

[INTERVALLO MUSICALE DI UN MINUTO (ENYA)]

KIRIL - Riprendiamo su Radik Radio l'intervista a Michele Boselli, consigliere generale del PRT e coordinatore per la Bulgaria.

Dunque, sig.Boselli, il vostro partito e' stato fondato in Italia. Perche' questa scelta di obiettivi transnazionali?

MIKELE - La mozione conclusiva del congresso del 1988 del Partito radicale cosiddetto "italiano" (tra virgolette,perche' in realta' non si e' mai chiamato propriamente italiano ma sostanziualmente lo era), quella mozione denunciava che "nessuno dei grandi problemi della nostra epoca, dai quali dipendono il destino dell'umanita', la vita del diritto e il diritto alla vita di ogni persona, puo' essere affrontato e sperare di essere risolto nella sola dimensione nazionale. Si segnalava l'urgenza e la necessita' di porre in atto finalmente istituzioni, poteri democratici, diritto positivo e leggi sovranazionali, a cominciare dall'obiettivo storicamente maturo degli Stati Uniti d'Europa. Di qui la scelta di dare al partito una nuova organizzazione, una nuova dimensione, appunto trannazionale.

KIRIL - E perche' il Partito radicale ha come simbolo l'effigie del Mahatma Gandhi?

MIKELE - L'immagine, il simbolo di Gandhi, e' stato adottato per trasmettere in forme universali, riconoscibili nei paesi piu' diversi di lingua e cultura il messaggio nonviolento cui il partito si ispira.

Gli anni '60 furono segnati da una preoccupante crescita di ideologie che predicavano l'uso della violenza. In Europa ed in altri continenti, scossi da movimenti di emancipazione coloniale, dilagava il mito della rivoluzione comunista. Lo slogan della "rivoluzione col fucile" si diffuse largamente e suggestiono' vaste forme di terrorismo, sia di destra che di sinistra, che per oltre un decennio hanno messo in difficolta' i governi dei vari paesi.

I radicali italiani respinsero questi modelli (o mode, quali si sono verificate posteriormente) ancorandosi ad un metodo rigorosamente nonviolento, sulla scia dell'insegnamento gandhiano, non abbandonandolo neanche quando adottarono forme di lotta politica tipiche dei movimenti per i diritti civil anglosassoni: dai sit-in ai digiuni e scioperi della fame.

Tuttavia, pur tenacemente seguita nei suoi metodi, la nonviolenza non veniva imposta dai radicali come filosofia generale dell'esistenza o modello religioso.

KIRIL - Siete in ascolto di Radik Radio, la prima trasmissione congiunta di Darik Radio e del Partito radicale transnazionale con sede a Sofia, in ul. Gladstone 29. Il telefono del coordinatore del partito per la Bulgaria, Michele Boselli, e' 89.65.35

[INTERVALLO MUSICALE DI UN MINUTO (ENYA)]

KIRIL - Abbiamo chiarito perche' il partito si chiama transnazionale e transpartitico. Le rivolgo una domanda sostanziale e scottante: perche' il nome radicale?

MIKELE - Il Partito radicale prende il suo nome dal partito fondato in Italia nel 1954 da un gruppo di intellettuali di formazione liberale, era l'ala sinistra del Partito liberale italiano, per dar vita ad una formazione politica che promuovesse le riforme necessarie al paese sul modello del liberalismo e del federalismo democratico.

Ricordo che l'Italia usci' dalla Seconda guerra mondiale con due grossi schieramenti che erano due chiese alternative e contrapposte - da una parte quella cattolica, rappresentata dalla democrazia cristiana e dall'altra parte quella comunista del partito comunista, non diversa nei suoi metodi.

Nel loro intendimento, dei radicali fondatori, il termine radicale designava colui o quella forza politica che cerca di dare risposte razionali ai problemi politici e civili, nel rigoroso rispetto delle forme e della prassi democratica.

Si rifacevano dunque all'etimologia stessa del termine, che significa andare alla radice, come esso e' nato nella cultura politica anglosassone agli inizi del XIX secolo.

I radicali italiani rifiutarono ogni seduzione rivoluzionaria e violenta, lottando anzi contro gli attacchi portati alla democrazia e alle libere istituzioni parlamentari dall'estremismo di destra e di sinistra.

L'accezione italiana del termine radicale e' dunque assai lontana da quella che designa alcuni partiti di stamgo conservatore presenti in paesi del Sud America, ma anche dall'uso corrente in Germania o negli Stati Uniti d'America dove il termine radicale viene attribuito a partiti e gruppi estremisti, non alieni a volte anche dal ricorso alla violenza.

[INTERVALLO MUSICALE DI UN MINUTO (ENYA)]

KIRIL - Parliamo un po' del leader storico dei radicali, Marco Pannella. In Bulgaria si sa che e' eurodeputato. Ma mi sembra che i bulgari non conoscano bene il Marco Pannella. Chi e'?

MIKELE - Dar vita e far crescere una classe politica profondamente nutrita dei valori liberali e dunque omologa ai modelli europei e delle societa' aperte: questo e' l'obiettivo che Marco Pannella persegue da oltre trenta anni, subendo anche violenze e aggressioni, come successe proprio qui a Sofia quando venne arrestato ed espulso per avere manifestato contro la repressione sovietica della primavera di Praga nel '68.

Le iniziative, le battaglie condotte prima nel partito "italiano" ed ora in quello transnazionale, hanno questo carattere primario impostato dalla forte personalita' di Pannella, che puo' senz'altro definirsi tra i maggiori leader liberali europei, un liberale democratico, un po' come il vostro presidente Zhelev.

Sin dagli anni '60 le iniziative di Marco Pannella e del partito radicale furono rivolte contro la corruzione dei partiti, senza distinzione tra quelli di governo e quelli di opposizione, di destra come di sinistra, corruzione ora messa in luce dalle inchieste della magistratura italiana.

La partitocrazia ha danneggiato il sistema economico e produttivo, ma ha anche comportato dei rischi per i diritti del cittadino, per le istituzioni di governo e statali, per la democrazia stessa.

Di fronte a questa prassi Marco Pannella e i radicali hanno optato per un nuovo modo di concepire la politica, per soluzioni non ideologiche ma pragmatiche, sostenute dal libero consenso di cittadini organizzati e autofinanziati.

Insisto sull'autofinanziamento, perche' il PR non ha mai avuto e non ha mai voluto finanziamenti statali, e' sempre stato rigorosamente autofinanziato e vive solo con le quote dei suoi iscritti.

L'adozione del metodo nonviolento gandhiano esprime la profonda fiducia nei valori della tolleranza e del dialogo, senza i quali anche la democrazia formale diventa una parola vuota ed inadeguata ad assicurare giustizia e liberta'.

[INTERVALLO MUSICALE DI UN MINUTO (ENYA)]

KIRIL - Boselli, parliamo ormai da 20 minuti del PR. Ma quali sono effettivamente gli obiettivi concreti, di cui lei ha solo accennato, per cui si batte il Partito radicale?

MIKELE - Le nostre inziative politiche sono state stabilitie dall'assemblea dei parlamentari e dal consiglio generale del partito che si riunirono proprio qui a Sofia 18 mesi fa.

Avremo occasione di parlarne in modo piu' approfondito nella successiva trasmissione, lunedi' prossimo alla stessa ora. Nel frattempo chi desiderasse maggiori informazioni e' benvenuto nella nostra sede in ul. Gladstone 29, oppure puo' telefonare al numero 89.65.35.

Per adesso auguro un buon anno nuovo a tuttti gli ascoltatori di Darik radio e specialmlmente agli asclotatori di... RADIK RADIO !

KIRIL - Avete sentito Michele Boselli, consigliere generale del Pr e coordinatore per la Bulgaria. Lo potete trovare nella sede del PRT a Sofia in ul. Gladstone 29. Il telefono e' 89.65.35.

Appuntamento con gli ascoltatori lunedi' prossimo alle 10 per una nuova puntata di "radik radio", la trasmissione congiunta di Darik radio e del PRT.

Piacevole giornata, signore e signori, dalla regista Ralitsa Georgieva e dal conduttore Kiril Valchev.

 
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