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Conferenza Partito radicale
Pedone Alessandro - 11 gennaio 1995
Scusate se insistio... :-)

Credo di aver rotto le scatole ad un buon numero di

ascoltatori di RR con la proposta di cambiare nome

al Partito Radicale.

Messa cosi', la proposta sembra un po' bizzara ma

credo che non sia del tutto peregrina.

Chiariamo subito una cosa: i problemi grossi sono ben altri,

non v'e' dubbio alcuno. Ma credo che anche il nome ha la sua,

pur piccola, importanza.

Partiamo da una considerazione. Pur avendo una chiara

configurazione legata ai problemi dei diritti civili in

sede internazionale, attualmente, il PR e' costituito in

larghissima maggioranza da Italiani. Allora, che cosa

ricorda alla stragande maggioranza degli Italiani il nome

"Partito Radicale"? Un movimento politico prettamente

italiano che si occupa di battaglie nel nostro paese,

che si presenta alle elezioni, che appoggia Berlusconi,

che..., che..., che...

So perfettamente che non e' cosi', ma cio' che percepisce

la gente e' questo. Quando io dico di essere radicale,

la gente mi identifica nelle lotte promosse in primo luogo

da Marco Panella. Nel mio caso particolare, questo e'

anche vero ma potrebbe non esserlo per altri iscritti al PR.

Perche' cercare distruggere quel poco di informazione che

le persone hanno ricevuto sul Partito Radicale "storico"?

Non e' forse piu' giusto che questo nome venga restituito a

chi oggi fa politica in Italia e fa parte del gruppo di

Radicali "storici"? Perche' voler combattere questa

battaglia d'informazione? Ci sono necessita' oggettive?

Se il PR oggi si occupa principalmente, per statuto, di

problemi di diritti civili internazionali, e' logico che

si rivolga principalmente ad una platea di potenziali

iscritti in tutto il mondo. Non e' giusto allora che abbia

un nome che rispecchi i suoi scopi, facilmente identificabile

in ogni parte del mondo? Perche' non chiamarsi qualcosa come

"human rights party" o roba del genere? Qualcosa comunque che

sia chiaramente riconoscibile gia' dal nome.

Voglio fare un piccolo esempio personale per chiarire la

questione. Quest'estate a L.A. ho conosciuto alcune ragazze

con le quali, fra le altre cose, ho scambiato piacevoli

conversazioni sulla politica. Su numerosi argomenti ci

trovavamo d'accordo (droga, aborto, armi, pena di morte ecc.).

Loro erano tutte democratiche - intendo del partito democratico.

Rientrato in Italia, dopo la campagna New York, New York, ho

fatto alcune fax per invitarle ad iscriversi. Loro mi hanno

risposto, quasi offese, dicendo piu' o meno che loro erano,

democratiche non "radicali" - intendendo per radicali

spauriti gruppi di estremisti che vorebbero portare -piu' o

meno- il comunismo in America. Io ho spiegato che cosa

significasse "Radicale" qui in Italia ma evidentemente non

ci sono riuscito molto bene dal momento che le iscrizioni

sono andate buca! Una di queste ragazze fa la reporter per

il L.A. Times. Gli avevo chiesto se poteva far in modo che

passassero qualche pezzo sulla discussione sulla pena di

morte all'ONU ma lei mi ha risposto che nemmeno ci provava.

Certo, questo e' un piccolissimo esempio, ma la domanda e'

sempre la stessa: ci sono ragioni oggettive che meritino

queste innegabili difficolta? Se ci sono ne prendero'

volentieri atto.

Lo stesso discorso, credo, vale per i progressisti in Italia.

Marco Panella ha detto giustamente che se solo un progressista

per citta' prendesse la tessera avrebbero il partito in mano.

Perche' non lo fanno?

Ma voi immaginate il segretario del PDS prendere la parola al

prossimo congresso * R A D I C A L E *? Sinceramente, lo

immaginate? Qui rimane lo stesso problema. Non conta cio' che

EFFETTIVAMENTE e' oggi il PR, conta soltanto come lo vede

la gente. Cosa direbbe il mio povero nonno vedento al TG1 che

il segretario del PDS ha fatto un discorso al Partito Radicale?

Mio nonno non potrebbe che pensare che il PDS si e' messo con

Panella che, se non ricorda male..., sta con Berlusconi. Questo

e' quello che capirebbero moltissime persone. Questo e' una (non

voglio dire la piu' importante, certo) delle ragioni per cui

il segretario del PDS non prende neppure minimante in condiderazione

un'ipotesi del genere.

Diverso sarebbe se moltissimi esponenti di spicco di varie aree

politiche fondassero un partito che dichiaratamente si occupa

di problemi internazionali, di diritti umani, di ONU, di comunita'

europea ecc, e che abbia un nuovo nome che magari rispecchi questi

impegni.

Concludo ripetendo che questo e' solo un piccolo aspetto del

problema ma e' innegabile che la confusione viene anche da noi,

anche dal nostro stesso nome. In italia giocoforza i radicali

sono "quelli di Pannella", non abbiamo la forza per cambiare

questa idea. Sentirei volentieri pero' qualcuno che la pensa

diversamente, per vedere se riesco a convicermi anch'io.

Ciao!

P.S. Scusate il modo sgangherato con il quale ho scritto queste

righe, ma il tempo e' sempre quello che e'...

--- MMMR v3.60unr

 
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