NON SI PUO MORIRE A 24 ANNI PER IL CALCIO...
L'ennesimo atto di violenza domenicale ha messo ancora una volta tragicamente in evidenza l'ipocrisia del giornalismo nostrano.
Abbiamo visto i Fabio Fazio e i Marino Bartoletti della situazione affranti interrompere le loro piacevoli trasmissioni domenicali a causa del grave lutto.
Ho ricordato con orrore poche decine di giorni fa: Alberto Tomba vinse l'ennesimo slalom, in una località a poche decine di chilometri da Sarajevo. Gli stessi Fazio, Bartoletti & C. di oggi gioirono a nome di tutti gli italiani, dimostrando il più profondo disinteresse per stupri, pulizie etniche, massacri e quant'altro potesse avvenire all'altro versante della montagna...
E' lo stesso giornalismo nostrano che annunciando un disastro aereo riesce ad affermare "settantasei vittime ma fortunatamente nessun italiano fra di loro".
Quanto accaduto ieri a Genova non è problema particolare del calcio.
Finché ognuno di noi si tapperà gli occhi di fronte a quanto accade a pochi metri o a migliaia di chilometri, non ci sarà permesso stupirci dell'imbecille che possiamo incontrare con il coltello in tasca (magari sotto casa se qualcuno avrà ritenuto di risolvere tutto sospendendo il campionato).
Davvero bisogna avere il coraggio di affermare che NON SI PUO' MORIRE PER AGGRESSIONE, SIA ESSA POLITICA, IDEOLOGICA, ETNICA, RELIGIOSA, RAZZIALE, SPORTIVA. NE' A 24 NE' A 98 ANNI. MAI.
Luca Frassineti
Giunta Di Tesoreria Del Partito Radicale