Credo che il Transpartito radicale, nella sua opera transnazionale a difesa dei diritti umani, dovrebbe aderire alla marcia della pace che i tibetani in esilio stanno organizzando da New Delhi a Lhasa, capitale del Tibet, per il 10 marzo 1995, 36. anniversario dell'insurrezione nazionale tibetana. Come si legge in Conferenza Tibet n.178, tale marcia e il connessso sciopero della fame totale vengono indetti per »richiamare l'attenzione mondiale sulle sofferenze causate al popolo tibetano dal regime dittatoriale cinese e per chiedere il sostegno delle popolazioni del mondo libero.
Il contenuto politico di tale adesione puo' essere rintracciato nell'inchiesta che il Gruppo di lavoro dell'ONU sulle Detenzioni Arbitrarie ha pubblicato il 13 gennaio di quest'anno e nella quale si constata che »il governo cinese ha violato i diritti umani di 51 prigionieri politici, 32 dei quali tibetani , di cui si chiede il rilascio sulla base degli articoli 19 e 20 della Dichiarazione Universale sui Diritti dell'uomo (Conferenza Tibet n. 181). Questo Gruppo di lavoro »e' un'organismo unico nel suo genere ed ha poteri quasi giuridici , non limitandosi a prendere visione delle documentazioni ricevute, ma decidendo se i governi coinvolti abbiano commesso abusi e in tal caso attribuendo 90 giorni a detti governi per rispondere alle documentazioni. La Cina si e' ovviamente rifiutata »sia di rilasciare i prigionieri sia di cambiare i suoi metodi carcerari affermando di aver sempre rispettato i diritti umani, e questo mi sembra un motivo in più per cercare di dare valenza politica, e non meramente umanitaria,
alle lotte dei tibetani.
Ritengo che delle numerose motivazioni che le organizzazioni dei tibetani in esilio adducono per l'adesione alla marcia, ai radicali possano interessare in particolare quelle riguardanti il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici in Tibet el'obiettivo di fare del Tibet una Zona di Pace. Si chiede inoltre l'invio di una delegazione dell'O.N.U. in Tibet per verificare la situazione e credo che proprio su questo aspetto il Partito radicale possa intervenire come movimento di pressione sulle Nazioni Unite.