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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Giorgio - 9 febbraio 1995
CAMPAGNA ESPERANTO 1995

Venerdì 10 Febbraio, tra le ore 16.00 e le 20.00,

il Partito Radicale e l'associazione radicale "Esperanto" terranno due tavoli per distribuire materiale informativo e raccogliere firme sull'Appello che alleghiamo.

I tavoli si terrano uno a Viale Trastevere di fronte al Ministero della Pubblica Istruzione, l'altro a Villa Mirafiori, sede distaccata delle Facoltà di filosofia e Lingue dell'Università di Roma.

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APPELLO

Al Presidente del Comitato dei diritti umani. Al Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. Al Segretario Generale del Consiglio d'Europa. Al Presidente del Parlamento europeo. Ai parlamentari europei ed italiani. Alla Commissione e al Consiglio europei. Al Capo dello Stato. Ai Presidenti ed ai componenti della Commissione Affari esteri e comunitari, e della Commissione Cultura di Camera e Senato. Al Presidente del Consiglio. Al Ministro della pubblica istruzione. Al Ministro della università, ricerca scientifica e tecnologica. Al Ministro degli affari esteri. Alla Presidente della Commissione Nazionale per l'Unesco. Ai Rettori delle Università italiane e alla Università europea di Firenze. Alle Direzioni Generali del M.P.I., agli IRRSAE e ai Provveditori agli studi.

L'articolo 27 del Patto relativo ai diritti civili e politici, del 1976, e la recente Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti, tra l'altro, alle minoranze linguistiche, aprovata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 21 febbraio 1992, sanciscono il diritto per gli apartenenti alle minoranze linguistiche di utilizzare la propria lingua. La Corte Suprema del Canada, il 15 dicembre 1988, nelle cause Ford e Devine, il Comitato dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, nella causa Québec del 31 marzo 1993, e il Consiglio Costituzionale Francese, nella sua recente decisione linguistica del 29 luglio 1994, hanno dichiarato che la libertà di espressione comprende generalmente ed implicitamente il diritto di utilizzare liberamente qualsiasi lingua, e dunque il diritto alla lingua. Per garantire effettivamente tale diritto nell'ambito delle nazioni e nel campo internazionale è necesario promuovere e diffondere una lingua internazionale ausiliaria, qula l'esperanto. L'esperanto non è una lingua co

mpetitiva nei confronti delle altre lingue, come lo erano prima il latino e il francese, oggi l'inglese, e domani chissà quale altra lingua. L'esperanto è una lingua ausiliaria, la cui promozione e diffusione garantirebbero effettivamente il diritto alla lingua quale diritto fondamentale inscritto nella natura umana.

Pertanto, noi sottoscritti chiediamo che:

Quale strumento concreto di garanzia del diritto alla propria lingua da parte di appartenenti a minoranze sancito all'art. 27 del "Patto internazionale sui diritti civili e politici", il Comitato dei diritti dell'uomo, chieda e controlli l'utilizzazione della Lingua Internazionale esperanto, negli ordinamenti nazionali in occasione della verifica dei Rapporti nazionali presentati dagli Stati membri aderenti al Patto.

L'unesco studi subito una convenzione per la diffusione e la progressiva adozione dell'Esperanto come lingua internazionale ausiliaria.

Le Istituzioni europee:

- elaborino uno studio europeo approfondito sui costi per l'utente-consumatore, per le imprese e per lo sviluppo europeo a causa della non comunicazione linguistica tra i cittadini dell'Unione come, anche, sulla prospettiva dell'Esperanto come lingua federale e le sue eventuali fasi applicative;

- compiano gli studi e i passi necessari affinché l'Esperanto divenga lingua di riferimento giuridico dell'Unione europea;

- promuovano l'uso dell'Esperanto come mezzo per apprendere meglio e più velocemente le lingue straniere e, anzitutto al loro interno, l'uso della Internacia Lingvo come "lingua ponte" qualora ci sia impossibilità di interpretariato o traduzione diretta.

- finanzino adeguatamente una sperimentazione europea dell'insegnamento/apprendimento dell'esperanto , controllandone e divulgandone i risultati.

In rapporto al disegno di legge 1093 per la riforma della scuola secondaria, ove è contemplato il potenziamento dello sviluppo della formazione linguistica degli studenti, si intenda fin d'ora e si contempli nei succesivi interventi attuativi della riforma che gli studenti abbiano la possibilità di scegliere di comunicare anche attraverso una lingua non etnica e, segnatamente, l'Esperanto;

Relativamente alla proposta di legge sulla seconda lingua straniera nella scuola media (464 del 5.5.1994), la frase "due lingue ufficiali della Comunità europea" all'art.1 e successive ripetizioni, venga sostituita da: "due lingue ufficiali della Comunità europea (o straniere) di cui una anche non etnica ed internazionale".

Il Capo dello Stato, il Parlamento, il Governo, il Ministro della pubblica istruzione, il Ministro degli affari esteri si facciano promotori di iniziative in favore dell'Esperanto nelle Istituzioni europee, presso tutti i Paesi con i quali l'Italia intrattiene relazioni diplomatiche, nelle Organizazioni internazionali. Esplicitino immediata richiesta all'UNESCO, attraverso anche il fattivo lavoro e appoggio della Commissione Nazionale, perché Esso metta allo studio subito una prima Convenzione per l'uso e l'adozione dell'Esperanto come lingua internazionale ausiliaria. Con l'Ungheria - dove già dagli anni '50 l'Esperanto è insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado- si avviino consultazioni e sperimentazioni per giungere ad un Patto bilaterale per l'intrattenimento delle relazioni diplomatiche nella lingua internazionale.

Il Ministro della pubblica istruzione aggiunga l'Esperanto alle 4 lingue insegnabili nelle scuole elementari.

Le Direzioni Generali del Ministero della pubblica istruzione, gli IRRSAE e i Provveditori, in forza della Relazione della Commissione ministeriale sull'Esperanto del 1993, si facciano promotori di corsi di formazione e di aggiornamento degli insegnanti sulla lingua internazionale e sul metodo di Paderborn per l'insegnamento-apprendimento delle lingue straniere.

Le Università italiane e quella europea mettano a Statuto delle specifiche facoltà gli insegnamenti di Interlinguistica ed Esperantologia e/o di Esperanto. Diano vita a istituti e corsi interdisciplinari volti a studiare il problema della comunicazione internazionale dal punto di vista della scienza politica, della sociologia, della linguistica e della interlinguistica, della pedagogia e della cibernetica.

 
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