L'INIZIATIVA RADICALE E DI NESSUNO TOCCHI CAINO RIVOLTA AI COMUNI ITALIANI.DICHIARAZIONE DI SERGIO D'ELIA, SEGRETARIO DI NESSUNO TOCCHI CAINO, DOPO LA DECISIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA.
Roma, 11 febbraio '95
Questi i passaggi principali della richiesta avanzata ai comuni italiani, a partire da quello di Torino, attraverso un'iniziativa del Partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino.
Il 14 febbraio 1995 corre il sesto anniversario della "fatwa" con la quale l'ayatollah Khomeini pronunciò una condanna a morte nei confronti dello scrittore Salman Rushdie, accusato di aver pubblicato un libro blasfemo, "Versi satanici".
Il caso Rushdie rientra in un problena di generale e straordinaria epocalità: l'intolleranza, il fanatismo, l'integralismo religioso e ideologico caratterizzano l'iniziativa di gruppi islamici fondamentalisti in numerosi paesi arabi nordafricani e mediorientali e colpiscono, come dimostra l'attentato in Egitto al Premio Nobel Naguib Mafhuz, innanzitutto i fautori del dialogo, coloro che credono in un Islam che è tolleranza e non fanatismo criminale e, nello stesso tempo, non condividono la politica dei regimi laici del mondo arabo, dall'Algeria all'Egitto, che rispondono con la pena di morte alla emergenza terroristica che mina le basi della loro sicurezza.
Sergio D'Elia, segretario della lega abolizionista sulla pena di morte Nessuno Tocchi Caino, spiegando il senso dell'iniziativa a Radio Radicale, dopo la decisione presa dal Consiglio Comunale di Roma ha detto: "Abbiamo scelto Rushdie perchè è una sorta di simbolo. Ma nel momento stesso in cui lo scegliamo, diciamo che l'Islam non è intolleranza e violenza. L'Islam è soprattutto tolleranza.
Attraverso l'iniziativa per la cittadinanza onoraria a Salman Rushdie, i comuni italiani potrebbero essere i primi a prendere un atto, conseguente alle posizioni di critica nei confronti dell'integralismo."