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Conferenza Partito radicale
Pr Casella - 14 febbraio 1995
NESSUNO TOCCHI CAINO INVITA RUTELLI E I SINDACI ITALIANI A CONFERIRE A RUSHDIE LA CITTADINANZA ONORARIA, NEL GIORNO IN CUI CORRE IL SESTO ANNIVERSARIO DELLA FATWA.

DichiArazione di Sergio D'Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino

Roma,14 febbraio '95

"Chi ha paura di Salman Rushdie?". Fa bene Sandro Veronesi a dire quello che oggi scrive su L'Unità. Ricorre il 14 febbraio il sesto anniversario della "fatwa" di Khomeini che condanna a morte Salaman Rushdie. Abbiamo proposto con il Partito Radicale ai comuni italiani di conferire la cittadinanza onoraria all'autore dei versetti satanici. Molte città hanno messo all'ordine del giorno questa richiesta. Roma, nonostante l'"incerta" posizione del Sindaco Rutelli l'ha approvata nei giorni scorsi. Bene fa Veronesi ad invitare il sindaco di Roma a rallegrarsi della decisione presa dal Consiglio Comunale, piuttosto che invocare un "esame serio" di una questione che troppe volte ha scontato l'eccessiva prudenza delle istituzioni, che ha finito per trasformarsi in passività. Per la prima volta, con il conferimento della cittadinanza onoraria a Rushdie, le istituzioini, questa volta i comuni italiani prenderebbero decisioni conseguenti alle posizioni di critica dell'integralismo violento.

Abbiamo scelto Rushdie come simbolo, per dire che l'Islam non è intolleranza e violenza. L'ordine del giorno rivolto ai Comuni, sottolinea che questo caso rientra in un problema di generale e straordinaria epocalità: l'intolleranza, il fanatismo, l'integralismo religioso e ideologico che caratterizzano l'iniziativa di gruppi islamici fondamentalisti in numerosi Paesi arabi nordafricani e mediorentali e che colpisno, come dimostra l'attentato in Egitto al Premio Nobel Mafhouz, innanzitutto i fautori del dialogo, coloro che credono in un Islam che è tolleranza e non fanatismo criminale e, nello stesso tempo, non condividono la politica dei regimi laici del mondo arabo, dall'Algeria all'Egitto, che rispondono con la pena di morte all'emergenza terroristica che mina le basi della loro sicurezza.

Di fronte a fatti terroristici - come di fronte alla minaccia nel caso Rushdie compiuta da uno Stato membro dell'Onu e non da una organizzazione terroristica - l'Occidente non puo' continuare ad eludere una sua risposta. Con la richiesta di cittadinanza onoraria a Rushdie, si rende piu' evidente che i nostri confini passano anche per Algeri, per Tel Aviv, per Grozny...

 
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