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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Sergio - 24 febbraio 1995
MARCIA DELLE PALME
Per la sospensione della pena di morte, per il Tribunale penale internazionale

Roma, 9 aprile 1995, ore 9.00, dal Campidoglio a S. Pietro

Promossa dal Partito Radicale, Nessuno tocchi Caino, Non c'è pace senza giustizia

La sospensione delle esecuzioni capitali rimane l'obiettivo intermedio della nostra strategia abolizionista, per il quale vi sono, nel 1995, due grandi banchi di prova: l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (settembre-dicembre 1995) che può annunciare una moratoria universale; il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che può decidere una moratoria delle esecuzioni in caso di colpi di stato, di guerre civili o altre situazioni analoghe.

Se si supereranno gli ostacoli che ancora permangono a livello delle diplomazie e dei governi, la 50a Assemblea Generale dell'ONU potrà decidere di convocare la Conferenza istitutiva del Tribunale penale internazionale, che sarà in grado di individuare e punire il genocidio, gli atti di aggressione e i crimini contro l'umanità, senza comminare condanne a morte.

La Chiesa Cattolica ha sempre svolto nel mondo un ruolo che è andato al di là dei confini nazionali e, durante tutto il suo Pontificato, il messaggio di Giovanni Paolo II spesso ha superato gli stessi confini della religione cattolica.

Mentre la Chiesa cattolica si prepara a celebrare il suo grande Giubileo per l'anno 2000 dopo Cristo - è il termine che noi ci siamo dati per abolire la pena di morte nel mondo! -, attendiamo fiduciosi che essa operi perchè nel mondo veda la luce un primo segmento di giurisdizione sovranazionale per i crimini contro l'umanità, e perchè il diritto che l'uomo si è attribuito, uccidere un altro uomo, resti un ricordo del millennio che si avvia alla fine.

Sono gli obiettivi della Marcia delle Palme che ci siamo proposti di organizzare a Roma, quest'anno nel giorno della Domenica delle Palme, il 9 aprile. Sindaci, parlamentari e cittadini abolizionisti di tutto il mondo marceranno dal Campidoglio a Piazza San Pietro, e vorranno cogliere dalle parole del Papa un segno che li faccia sperare in un impegno diretto della Chiesa cattolica nella causa abolizionista e internazionalista.

Quel che segue è il testo della lettera-appello al Papa. Firmatela, fatela circolare, raccogliete le firme e speditele a Roma:

PIETRO, ALZA LA VOCE!

Santo Padre,

Noi legislatori, sindaci, uomini d'arte e di cultura, laici e religiosi, cittadini, dovunque noi siamo, a qualunque cultura, fede, organizzazione apparteniamo, ci uniamo per chiedere ai poteri costituiti di darsi al più presto nuove regole, un nuovo diritto, per superare quella separazione di sapere e coscienza, che è foriera di catastrofi.

Scegliamo ancora una volta di rivolgerci alla Sua Santità, convinti che la Sua parola e la Sua opera possano risvegliare gli uomini di governo dall'indifferenza, dalla rassegnazione e dall'ignavia.

L'esigenza di un nuovo diritto per le persone e per i popoli è rappresentato, nella nostra azione, da due iniziative: l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il duemila e la creazione del Tribunale Permanente per i crimini contro l'umanità.

Per preparare l'obiettivo dell'abolizione della pena di morte nel mondo entro l'anno duemila ci stiamo adoperando perché l'ONU sancisca la sospensione universale delle esecuzioni. Un risultato sfiorato nel dicembre scorso, quando l'Assemblea Generale ha respinto questa proposta, in discussione per la prima volta alle Nazioni Unite, per soli otto voti. Ancora una volta, la rivendicazione della sovranità nazionale ha vinto sui principii del diritto universale.

Siamo impegnati, ora, in un nuovo tentativo. Il suo successo potrebbe essere legato, Santo Padre, ad un Suo intervento, che ribadisca che la vita di una persona, anche la più colpevole, è un bene inviolabile, non soggetto alla disponibilità dello Stato.

E' questa l'umile, ma forte preghiera, che Le rivolgiamo, consapevoli che la Sua voce, può concorrere ad affermare nel mondo un nuovo diritto, tratto dall'antico imperativo del Libro "nessuno tocchi Caino", e ad orientare in maniera univoca la lettura del nuovo Catechismo che la Chiesa si è dato, il quale non esclude in linea di principio il ricorso alla pena capitale.

Il mondo - e soprattutto le immense minoranze a cui sentiamo di appartenere - attende da tempo il compimento di quel processo di creazione di una giurisdizione internazionale iniziato con l'unione degli Stati in un'unica Comunità.

Atti importanti sono stati compiuti. Nel 1993 è stato istituito il Tribunale Internazionale per i crimini commessi nell'ex Jugoslavia e nel 1994 è stato costituito quello ad hoc per i crimini commessi durante il conflitto ruandese. Entrambi escludono, in ogni caso, il ricorso alla pena capitale.

Il 1995 potrebbe essere l'anno in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite decide la costituzione del Tribunale Permanente per giudicare il genocidio, gli atti di aggressione, i crimini contro l'umanità.

In questi anni, il Suo messaggio transnazionale ha supplito all'assenza, all'inadeguatezza, all'impotenza della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite. E' successo, spesso, contro i signori della guerra in ex Jugoslavia. Sulla pena di morte, invece, mai. Il silenzio e - su questo, anzi - il testo del Nuovo Catechismo hanno consentito ad alcuni, anche nel mondo cattolico, di ripristinare la pena di morte o di volerla ancora mantenere.

Possano, Santo Padre, le diplomazie ed i Governi ascoltare la Sua alta voce. Possa essere questo un altro capitolo della grande opera del Suo pontificato.

Credenti e non credenti, ascolteremo le Sue parole in occasione della Pasqua cattolica. Nel giorno in cui la liturgia trasmette il suo più alto messaggio di pace e di vita, noi attenderemo in tanti, da decine di paesi del mondo, un segno che ci faccia sperare, che aiuti a concepire, sulla vita, la libertà, la sicurezza della persona, una possibilità per l'oggi che sia, anche, di nuova vita, di giustizia, di resurrezione.

 
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