LA PROVINCIA DI MANTOVA NON PARTECIPA ALLA MARCIA DELLE PALME E IL VICEPRESIDENTE PROPONE UN REFERENDUM SULLA PENA DI MORTE.
"E' ASSURDO. NEANCHE IL GOVERNATORE DI NEW YORK, PATAKI, HA OSATO TANTO..." RISPONDE SERGIO D'ELIA, SEGRETARIO DI NESSUNO TOCCHI CAINO
Roma, 8 marzo '95
La Provincia di Mantova non aderirà alla Marcia delle Palme organizzata da Partito Radicale, Nessuno tocchi Caino e "Non c'è pace senza giustizia", prevista il 9 aprile a Roma sugli obiettivi di una moratoria delle esecuzioni capitali e dell'istituzione di un tribunale internazionale per i crimini contro l'umanità. Lo ha comunicato ufficialmente agli organizzatori, il vice presidente Antonio Pacchioni, a nome della maggioranza leghista della Provincia.
Alla Marcia, che sarà aperta da Lawrence Hayes, l'ultimo condannato a morte nello Stato di New York, hanno già aderito Premi Nobel, parlamentari e personalità della cultura di tutto il mondo e parteciperanno coi loro gonfaloni numerose città, province e regioni italiane e sindaci di città martiri nel mondo.
"La Provincia di Mantova - ha dichiarato Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino - ha tutto il diritto di decidere di non aderire a iniziative internazionali per l'abolizione della pena di morte. La cosa grave è parlare a nome di un'istituzione e ritenere che su questioni di vita e di morte, su diritti fondamentali e inviolabili si possa proporre di decidere a colpi di maggioranze popolari. Neanche lo stato di New York è arrivato a tanto; infatti, nel reintrodurre la pena di morte, la maggioranza che governa quel paese si è assunta la responsabilità di un'iniziativa parlamentare e non quella di un referendum. New York non è lontana, e la provincia italiana - in alcune zone, sotto certe maggioranze - dimostra di essere peggiore. Il vice Presidente della Provincia di Mantova, inoltre, dimentica che l'abolizione della pena di morte è sancita nella nostra Costituzione da mezzo secolo; forse non sa che, pochi mesi fa, il parlamento italiano, quasi all'unanimità, l'ha abolita anche dai codici militari; s
arebbe, poi, troppo pretendere che egli sappia che esistono patti internazionali che vietano, una volta abolita, la reintroduzione della pena di morte."
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