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Partito Radicale Silvja - 11 marzo 1995
Chi è George Soros

da Internazionale, 10 marzo 1995

Il 23 gennaio 1995, il New Yorker ha dedicato un profilo di 24 pagine al miliardario ungherese, dal titolo 'll mondo secondo Soros'. Connie Bruck ripercorre la carriera di Soros, dalle origini come investitore d'assalto e filantropo, sempre attento a mantenere un basso profilo, fino alla svolta della fine degli anni Ottanta.

"Dopo la caduta del muro di Berlino passò gli affari quotidiani a uno speculatore esemplare come Stanley Druckenmiller, e si immerse completamente nel mondo delle sue fondazioni, moltiplicandone il numero nell'Europa centro-orientale e nell'ex Unione Sovietica e aumentando enormemente le sue donazioni. 'Volevo far passare le mie opinioni, ma era davvero dura, perché nessuno aveva molta voglia di ascoltare. Poi arrivò la crisi della sterlina, e quella fu la svolta, perché ad un tratto divenni una celebrità'".

Nel settembre del 1992, con una clamorosa speculazione sulla svalutazione della moneta britannica, Soros riuscì a ottenere profitti per più di due miliardi di dollari, oltre cinquemila miliardi di lire. Soros decise di dare massima pubblicità al fatto, creando così il mito del "più grande investitore del mondo", mito che da allora è cresciuto di pari passo con quello di Soros salvatore dei paesi dell'Est europeo. Il miliardario è sostenitore di una sorta di nuovo piano Marshall per i paesi dell'ex blocco comunista, e non ha esitato a esprimere apertamente le sue opinioni sui governi che si sono succeduti in questi anni nella zona, continuando, intanto, a potenziare gli investimenti delle sue sempre più numerose fondazioni. In particolare, Soros si è schierato con forza a favore del governo della Macedonia, che ritiene l'unico Stato multietnico e pluralista della regione balcanica, e realizzando una durissima campagna contro la Grecia. Ormai le politiche economiche di interi Stati della zona, primo tra questi

l'Ucraina, sono legate a filo doppio a quelle condotte dalle agenzie di Soros. L'emergere dei primi casi di corruzione nelle fondazioni non sembra per ora intaccare il loro potere.

"Ciò che fa apparire innocuo agli occhi occidentali l'inarrestabile espansionismo di Soros è il suo aspetto benevolo. Sembra quasi sciocco, se non addirittura fuorviante, preoccuparsi dell'abuso di potere da parte di questo autoproclamato paladino della società aperta. Il fatto che stia creando una rete informativa che raggiungerà non solo le centinaia di esperti di politica estera, che dipendono da essa per il loro lavoro, ma anche le migliaia di cittadini dell'Europa centrale e orientale e dell'ex Unione Sovietica, sembra difficilmente rappresentare un motivo di preoccupazione - malgrado la tendenza dimostrata da Soros di appoggiare diversi governi in modi non sempre trasparenti - perché viene realizzata nel nome del libero accesso all'informazione per tutti. (...) Che poi abbia insediato i suoi rappresentanti prezzolati nel governo dell'Ucraina - e che, secondo le parole di un amico di vecchia data, creda che si debbano 'comprare' i governi per potere fare le cose - può anche sembrare una piccola sconside

ratezza di un individuo eccentrico ma generoso. (...) Ma il fatto che le intenzioni di Soros siano buone e il suo aspetto simpatico non deve farci perdere di vista il punto della questione (...). L'esame della figura di Soros è carente. Nelle sue attività politiche, non rientra nel campo di osservazione di nessuno; come sempre si muove liberamente in una zona grigia dove le regole sono incerte e i confusi confini vengono facilmente oltrepassati. La sua filantropia, inoltre, è una sorta di amuleto per evitare le critiche. Molti di quelli che lo conoscono, in particolare i membri dei governi, sembrano così affascinati dall'ampiezza delle sue elargizioni che tendono a sospendere i giudizi che sarebbero altrimenti portati a dare".

[Fonte: The New Yorker]

 
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