"AMERICA CRUDELE"
"Un insulto alla dignità umana e al rispetto della vita": così monsignor Thomas J. Costello, vescovo ausiliare di Syracuse, ha definito la legge che reintroduce la pena di morte nello Stato di New York. Ci ha detto: "Adesso gli Stati americani che prevedono la pena di morte sono saliti a 38. Non sono orgoglioso del mio Paese. E sono sconvolto".
- Perché monsignore?
"Perché sempre più si ricorre alla violenza per risolvere i nostri problemi sociali. Alle maternità indesiderate si risponde con l'aborto. Alla sofferenza della vecchiaia e della malattia grave si risponde con l'eutanasia o con la recente, tremenda invenzione del 'suicidio assistito'. E all'aumento della violenza criminale si risponde con la violenza delle esecuzioni capitali. La ferma opposizione di noi vescovi si basa sulla dignità e il valore della vita, che nessuno può togliere".
- Ma sembra che i cattolici americani non la pensino come i loro vescovi...
"Bisogna vedere come si fanno i sondaggi. Se c'è la domanda diretta: "Sei favorevole alla pena di morte?" molti rispondono di sì. Ma quando viene suggerita l'opzione tra la pena di morte e l'ergastolo, cioè la condanna a vita, il numero dei favorevoli alla punizione capitale diminuisce rapidamente".
- La voce di voi vescovi resta un grido nel deserto?
"Direi di no. Alcune nostre lettere pastorali sulla guerra e sull'economia hanno diffuso la necessità di includere nel dibattito pubblico una dimensione etica e spirituale. Un solo esempio: quando il presidente Bush lanciò la guerra nel Golfo sentì di doversi giustificare definendola giusta. Vuol dire che perlomeno se ne pose il problema morale".