Roma, 27 aprile 1995Trascrizione e versione in Italiano della intervista mandata in onda oggi da Radio Radicale alle ore 15,00, con Mamuka Tsagareli. Intervista raccolta da me.
Il Testo sarà trasmesso per sua informazione al Dott. Maresca, Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze, che sta conducendo le indagini sull'assassinio di Andrea Tamburi, avvenuto a Mosca il 27 febbraio 1994. Anche per questo la trascrizione e la traduzione sono volutamente pedisseque.
Qui è Radio Radicale; in studio Paolo Pietrosanti. Siamo collegati con Mamuka Tsagareli, che è a Mosca, noto agli ascoltatori, che è uno dei responsabili delle iniziative radicali nell'area dell'ex URSS. Siamo collegati con Mamuka per parlare di quanto avvenuto possiamo dire poche ore fa, nella notte tra il 24 e il 25 di aprile, quando Nikolaj Khramov, altro noto dirigente del PR in ex-URSS è stato gravemente ferito perché durissimamente colpito.
Nikolaj è anche egli noto agli ascoltatori di Radio Radicale.
In primo luogo chiediamo a Mamuka Tsagareli una ricostruzione dei fatti.
- Come hai detto il fatto è accaduto nella notte tra il 24 e il 25 aprile scorsi, alle 1,30 del mattino. Uscito dalla sede del PR stava tornando a casa, e vicino alla stazione della metropolitana di Kolometska, Nikolah è stato fermato da una donna che gridava "per favore, ti prego, aiutami, portami via...". Nikolaj era lì con un altro militante radicale, Sergheij Vorontsov, che è un vicino di casa di Nikolaj. Naturalmente rimase sorpreso, e non capì bene cosa stesse accadendo. Dopo pochi istanti, un minuto ecco che compare il marito di questa donna, che cominciò a dire alla donna "ti prego, andiamo a casa, non preoccuparti, andiamo a casa..." e Nikolaj sentì che entrambi erano ubriachi.
Ma questa donna non permetteva a Nikolaj di allontanarsi, lo tratteneva con forza, dicendogli "portami via, portami da qualche parte...". E dopo non più di 5 minuti comparve una terza persona - non stava insieme ai due, e dava l'impressione di non conoscerli. Questa terza persona si avvicinò per chiedere cosa stesse accadendo e perché. Nello stesso momento il marito della donna cercò di portarla via,dicendole "andiamo a casa...". All'improvviso la terza persona attaccò Nikolaj, chiedendogli con durezza perché non avesse difeso la donna, e provò ad attaccarlo fisicamente, con fare minaccioso.
A quanto mi ha detto Nikolaj, egli era talmente sorpreso che non provò nemmeno a difendersi, e chiese soltanto a questa terza persona "cosa stai facendo? sei pazzo? perché mi attacchi?".
Stante la situazione, Serghej Vorontsov decise di rivolgersi alla Polizia, che si trovava a 20, o 30 metri di distanza, nella stazione della metropolitana. Per andare alla ricerca di poliziotti Serghej colse un momento in cui quella che abbiamo chiamato la terza persona era ferma e non stava muovendosi. Corse alla stazione della metropolitana e chiamò tre poliziotti armati. Questi arrivarono sul posto in circa tre o quattro minuti, e trovarono Nikolaj steso in terra, in una pozza di sangue. Nikolaj stava chiedendo "cosa è successo? perché sono in terra? cosa è questo sangue?" - non ricordava nulla del momento in cui era stato colpito.
La cosa strana è che quelle tre persone non provarono affatto a scappare: stavano lì a guardare quel che accadeva.
La polizia li ferma, e provvede a chiamare l'assistenza medica. E Nikolaj viene portato al 7. ospedale cittadino, vicino al luogo del fatto.
Quindi i poliziotti controllano i documenti delle tre persone, tutti e tre cittadini russi e residenti a Mosca; annotano i loro indirizzi, i numeri di telefono, e chiedono a Serghej Vorontsov se abbia intenzione di andare immediatamente agli uffici di polizia per la denuncia, o se lo avrebbe fatto dopo. Serghej aveva paura per la vita di Nikolaj, e preferiva correre in primo luogo all'ospedale, per rendersi conto della gravità delle condizioni di Nikolaj. I poliziotti dissero che in ogni caso, quando c'è una persona ferita, le autorità sanitarie informano le autorità di polizia, e comunque indagini sarebbero state iniziate. Serghej decise quindi di andare all'ospedale, dove trovò Nikolaj, e la diagnosi che gli viene comunicata è di commozione cerebrale per colpo nella parte posteriore della testa, e contusione del cervello. I medici dicono non essere Nikolaj in pericolo di vita, ma che deve rimanere per alcuni giorni in ospedale. Serghej è rimasto tutta la notte con Nikolaj. Il quale era lucido, ma non ricor
dava, come non ricorda tutt'ora, cosa sia accaduto in quell'istante in cui qualcuno gli ha rotto la testa da dietro.
Nella mattinata raggiunsi Mosca, da Tbilisi, dove mi trovavo. E mi venne comunicata la notizia. In primo luogo ho preparato un comunicato stampa, che ho inserito in Agorà, che è stato inviato a tutti i media presenti a Mosca, russi o non che siano.
- Ed è stato distribuito ovunque le sedi radicali hanno potuto, a tutti gli organi di informazione...
- Sì, sì, lo so, e ho dei ringraziamenti per questo da rivolgere a tutti, anche a nome di Nikolaj.
Quindi abbiamo informato i nostri amici a Roma, a Bruxelles, il partito sul fatto che qualcosa di strano era accaduto.
La nostra prima impressione è stata che la situazioneera abbastanza simile per l'orario in cui era avvenuta, e per le modalità del fatto, a quella che aveva visto vittima poco più di un anno fa il nostro amico Andrea Tamburi, e la nostr aimpressione è stata che vi fosse qualche venatura politica in questo attacco, in questo colpo.
- Vorrei chiederti, Mamuka: chi ha attaccato Nikolaj si è dichiarato membro di un qualche Corpo...
- Sì. quando la polizia ha controllato i passaporti di quelle tre persone, la terza persona, quello che aveva attaccato Nikolaj disse "Io lavoro nei Corpi". Qui, nel gergo dell'ex-Urss lavorare nei Corpi significa lavorare nei corpi del ministero della difesa, o dell'interno, o del KGB o qualcosa di simile. E' stato anche per questo che abbiamo pensato - non siamo sicuri al 100 per cento - che vi sia qualche venatura politica o qualche ragione politica nel fatto.
- Dunque, chi aveva attaccato e colpito Nikolaj non è stato arrestato da nessuno...
- No. Non è stato arrestato, né portato in prigione.
Dunque, il giorno successivo lo abbiamo usato per informare all'esterno sull'accaduto, e per occuparci della salute di Nikolaj; ieri mattina Olga Antonova ha provato a telefonare al dipartimento di polizia per avere informazioni sulle indagini. I poliziotti le hanno detto che "sì, conosciamo il fatto, suo marito era ubriaco, ieri alle 2 del pomeriggio aveva creato qualche problema ed è stato ferito, ed è in ospedale. Condurremo indagini, e ci sono una ventina di testimoni che potranno dirci che proprio suo marito ha organizzato la cosa... andremo all'ospedale e faremo quanto necessario." Olga rimase naturalmente confusa: chiamò Bruxelles, Olivier, e subito andammo da Nikolaj, per capire cosa fosse e stesse accadendo, e per poter informare Serghej Kovaliov, che è il consigliere del Presidente sui diritti umani.
Appena giunti all'ospedale, ieri, Nikolaj ci ha informati che proprio fino a dieci o quindici minuti prima era stato lì lo stesso poliziotto con il quale Olga aveva parlato, e che si era molto scusato per essersi confuso e aver creato l'equivoco. Alle due del pomeriggio nello stesso luogo una persona ubriaca era stata ferita e portata nello stesso ospedale. Spiegò, il poliziotto, che si era semplicemente sbagliato tra due casi diversi, e che se ne scusava, e che era venuto in ospedale per iniziare le indagini sul caso di Nikolaj. Nikolaj aveva scritto un resoconto formale sui fatti, Il poliziotto disse che era certo che la polizia disponeva delle generalità delle tre persone, e che le indagini sarebbero iniziate, e le persone sarebbero state arrestate, e che ci sarebbe stato il processo, e così via.
Quindi, Nikolaj ci ha detto che non è sicuro al cento per cento se si sia trattato di un atto di criminalità comune o politica.
E la nostra opinione in proposito è per ora non univoca. Non posso essere sicuro che si sia trattato di una aggressione politica, ma alcune cose sono molto strane.
In primo luogo è tutta la storia che sembra strana. Poi, nessuno è stato arrestato, lì sul luogo del fatto. Quindi lo strano equivoco con il poliziotto, ieri. Ma un'altra cosa che mi sembra molto strana è che nessuno tra le tre persone sia scappata via: lì sono rimasti, mostrando i loro documenti...
Credo che nei prossimi due o tre giorni vedremo come le indagini saranno condotte, domani e dopodomani controlleremo la situazione, e quali indagini vengono iniziate e condotte.
Sulla vbase di questo decideremo come agire e cosa fare. Questa è la situazione ora.
Per quanto riguarda Nikolaj, sta più o meno bene, non c'è pericolo per la sua salute, e spera che in tre o quattro giorni, per l'inizio della prossima settimana potrà tornare a casa, ma certo dovrà rimanere a letto almeno per altre due settimane. Questo è lo stato della situazione.
Perché pensso che possa essersi trattato di un atto motivato da ragioni politiche? In primo luogo per la campagna antimilitarista che è qui organizzata dal Partito, e Nikolaj è il coordinatore di questa campagna e lavora direttamente su questa iniziativa; e questo è un tema molto caldo nella vita politica russa. Certo anche per la Cecenia, per altri problemi connessi con il bilancio della difesa, con la questione del servizio civile alternativo, e così via.
Voglio anche aggiungere che proprio adesso nella Duma di Stato della Russia c'è una riunione del gruppo di iniziativa antimilitarista, cui partecipano deputati alla Duma, rappresentanti dei comitati delle madri dei soldati, e altre organizzazioni, e uno dei promotori di questa campagna e di questa riunione è stato il partito radicale a Mosca e personalmente Nikolaj. Oggi ho telefonato a queste organizzazioni e a queste persone, e ho comunicato che purtroppo Nikolaj non potrà partecipare, e ho chiesto che venga detto ai partecipanti il motivo della assenza di Nikolaj. Spero di avere più tardi notizie a proposito di questa riunione. Io ho preferito rimanere qui in sede per informare gli ascoltatori di Radio Radicale, e perché abbiamo altre cose da fare, ora. Dunque, spero di avere più tardi notizie dalla Duma, e le inserirò in Agorà.
Questa è la situazione al momento.
- Mamuka, io credo che tutti gli ascoltatori abbiano un pensiero che gira nelle loro teste: Andrea Tamburi è stato assassinato di notte, per strada, poco più di un anno fa. E pochi giorni fa Nikolaj Khramov è stato così gravemente colpito e ferito. E' almeno una sensazione, ma è molto forte, e credo sia molto diffusa tra i radicali, in ogni paese in cui operiamo: la sensazione è che possa esserci qualche connessione tra i due eventi di sangue.
- Sì, Paolo, anche io ho questa sensazione. E ho molta paura. Sì, ho già detto che ci sono analogie con il caso di Andrea. e credo che aspetteremo appena due o tre giorni, e sulla base delle indagini della polizia, sulla base di quel che la polizia farà vedremo quel che realmente sta accadendo qui. Credo che in due o tre giorni sapremo informare gli ascoltatori e non solo loro, ma tutte le persone che sono vicine al partito radicalenel mondo su come le cose stiano andando, e se sulla base dei fatti noi possiamo dire che c'è qualcosa che può riportarci anche alla morte di Andrea.
- Mamuka, c'è una cosa che non sono proprio capace di capire, ed è l'ultima domanda: poliziotti giungono in un luogo dove giace in una pozza di sangue una persona, e loro si limitano ad annotare le generalità dei possibili o ipotetici colpevoli del fatto, e non li arrestano. Come è possibile?
- Questo è il quesito che proveremo a capire e al quale vogliamo sia data una risposta, tra oggi e domani nella stazione di polizia. Andremo là con Olga Antonova, e con qualche avvocato, Il nostro primo problema era la salute di Nikolaj. E adesso che siamo sicuri che è fuori pericolo faremo del nostro meglio per capire e per ottenere risposte e le opportune soluzioni alle domande aperte. Speriamo di avere già domani delle risposte.
Bene, Mamuka, auguri a te e a tutti noi...
- Voglio ringraziare tutti coloro che sono stati e sono coinvolti in questa vicenda. Ringrazio gli ascoltatori di Radio Radicale, tutti gli amici in Europa, in Italia, nei vari stati, i parlamentari che subito hanno reagito, grazie dunque a Lorenzo Strik Lievers, a Paolo Vigevano, ai parlamentari europei, a tutti gli altri, a Olivier, ad Antonio, a Michele, a tutti, proprio a tutti coloro che hanno immediatamente reagito. Questa è l'unica cosa che ci può dare qualche speranza e la possibilità di attenderci che potremo essere difesi almeno dalla opinione pubblica europea, dai media, dagli amici nei vari paesi, che possono darci la possibilità di andare avantinel durissimo ma necessario lavoro che abbiamo qui e in ogni luogo in cui operiamo.
Grazie a tutti.