Cari amici,dopo diciassette anni di militanza nel Partito Radicale, mi auguro che fino a quando la Turchia sarà responsabile dello sterminio di migliaia di persone nel Kurdistan, all'interno dei confini turchi oggi riconosciuti ed all'esterno, mai il Partito Radicale sostenga l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Nella maniera più assoluta.
Ciò che occorre fare è ESIGERE che lo sterminio cessi; che mai più si conducano operazioni militari di annientamento della popolazione curda, che mai più si eserciti una militarizzazione del territorio pesantissima come nella regione di Dyarbakir, che si smetta di considerare i curdi come non esistenti se non in quanto "turchi del Sud Est, o di montagna". Quanto è accaduto per anni nell'Irlanda del Nord o nel Paese Basco ha certamente alcune affinità con la questione curda, ma mai il Regno Unito o la Spagna sono arrivati al comportamento criminale, agli atti di genocidio culturale e fisico compiuti dallo Stato turco. Mai potrei accettare che il Partito Radicale sostenesse l'ingresso dell'Unione Europea di uno Stato responsabile di migliaia di omicidi, retto su una formula ipernazionalista, che pone nelle strade delle citta curde enormi slogan con la scritta "Che felicità essere turco", che distrugge la stampa curda, che revoca l'immunità parlamentare per i deputati che mettano in discussione l'annullamento d
ell'identità curda, che intenta contro di loro processi per presunti delitti - di opinione - per i quali è prevista anche la pena di morte.
Vi prego di capire tutto questo, di accostarvi con umiltà alla questione curda e di ricordare che né la Grecia dei colonnelli, né la Spagna di Franco, né il Portogallo di Salazar sarebero potuti essere parte di un'Unione Europea della democrazia e del diritto; e le loro responsabilità erano assai meno gravi di quelle della Turchia di oggi rispetto al Kurdistan.