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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Massimo - 16 maggio 1995
TUCHIE-UE

Credo che la richiesta fatta da Marino di aprire un dibattito sulla questione della Turchia nella UE sia piu' che dovuto e giusto come PR.

Per il momento posso solo aggiungere che le argomentazioni poste da Marino mi sembrano piu' che opportune e che senza dubbio uno spazio di crescita democratica la Turchia non lo possa che realizzare attraverso un preciso, cadenzato processo di "europeizzazione".

E' indubbio che la UE debba ottenere garanzie, precise indicazioni confermate da fatti, sulla crescita democratica interna su tutti le questioni aperte: dai Curdi al rispetto delle minoranze religiose ecc.ecc.

Ma come sostenevano nel 1987 che i "confini dell'europa sono i confini dello stato di Israele" in quanto si sosteneva - all'epoca - che non vi erano paragoni di "elementi di democrazia" con i paesi confinanti o come sosteniano oggi che la questione tibetana si puo' risolvere solo attraverso un processo di democraticizzazione delle strutture statali cinesi, penso che oggi potremo applicare, proprio da radicali, la stessa metodologia politica anche per la Turchia ed aiutare un, altrimenti improbabile, veloce sviluppo europeo di quel paese. Piu' la Turchia rimarra' ai limiti dell'Europa e piu' la questione (guerra civile) Curda rimarra' aperta.

Ripeto: un processo che deve avere precise scadenze e verifiche.

Poi lo abbiamo sempre sostenuto: principio di ingerenza contro il tanto decantato principio di autodeterminazione dei popoli.

Con il lasciare la Turchia alla propria deriva - sperando in un processo autonomo, interno di soluzione del problema - si otterra' solo che la matrice repressiva contro il popolo Curdo (e la componente politica turca che spinge in questo senso) sia avallata e giustificata internamente.

Proprio da radicale - e che da radicale ha trascorso anche numerosi mesi in quel paese - non spero che cio' avvenga.

 
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