L'intervento di Olga Antonova è una risposta che condivido ai testi inseriti da Busdachin. In realtà, sarebbe bastato seguire con più attenzione la realtà del quadro legislativo russo per comprendere che non di assenza totale di legge si tratta, ma di assenza di legge ordinaria in presenza di una legge costituzionale che garantisce pienamente il diritto all'obiezione di coscienza e che la giurisprudenza ordinaria costante riconosce prevalere sulle norme che regolano la coscrizione.Dunque, non sarebbe servito incaponirsi a difendere una proposta di legge che sostanzialmente riduceva i diritti garantiti. E' in questo caso misurata, laica, non oltranzista, pragmatica, ben rapportata alla situazione concreta del Paese la posizione assunta dall'ARA, e che del resto era stata preparata da anni di dibattito fra i radicali russi ed in generale nel partito.
Una nota conclusiva per quanto riguarda la Costituzione russa. Come è noto, è stata approvata il 12 Dicembre 1993. Ha dunque superato di slancio, per quanto riguarda questo punto, i precedenti tentativi - su cui si era impegnato anche Aleksander Kalinin - di introdurre anche in forma minimalista il diritto all'obiezione di coscienza.
Con tutto ciò, una legge sul servizio civile resta necessaria; ma a condizione che non sia più arretrata rispetto alla Costituzione ed alla giurisprudenza.