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Conferenza Partito radicale
Stango Antonio - 27 maggio 1995
ANCORA SULL'OBIEZIONE DI COSCIENZA IN RUSSIA
Davvero credo che chiunque conosca i termini esatti della questione non possa, se non con delle stridenti forzature, spacciare per passo avanti in direzione dello Stato di diritto o per altre positive allegorie il vistoso peggioramento, rispetto alla norma della nuova Costituzione, che sarebbe stato costituito dall'approvazione del respinto progetto di legge sul servizio civile alternativo.

Non regge affatto il paragone con l'esistenza di una norma costituzionale sulle elezioni che non sia seguita da una legge elettorale, poiché affermare che ciascuno ha diritto di rifiutare il servizio militare non richiede necessariamente delle disposizioni di livello inferiore: è sufficiente che alle armi non si vada. Tutt'altra cosa è istituire o no il servizio civile: che potrà essere una saggia decisione, ma non è affatto un diritto fondamentale della persona. Se si legifera in modo tale da condannare di fatto a tre anni di lavori forzati chi rifiuta il servizio militare, si tratta davvero di uno stravolgimento del principio dell'obiezione di coscienza, e - nel caso concreto russo - anche di un tonfo rispetto alla effettiva applicazione, per via giurisprudenziale già acquisita, di quel diritto.

 
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