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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Olivier - 29 maggio 1995
Izet Muhamedagic: comunicato stampa

BOSNIA/BIHAC: TRA LE VITTIME DELL'ELICOTTERO ABBATTUTTO DAI SERBI IZET MUHAMEDAGIC, VICE-MINISTRO DELLA GIUSTIZA, AMICO E COMPAGNO DI TANTE BATTAGLIE RADICALI. MANIFESTAZIONE DEL PARTITO RADICALE ALLE AMBASCIATE JUGOSLAVE IN EUROPA MARTEDI 30 MAGGIO ALLE ORE 12.

Bruxelles 29 maggio 1995 - Izet Muhamedagic si era iscritto al Partito Radicale transnazionale ritagliando un coupon da un giornale inviato ai parlamentari bosniaci. Si era iscritto con la motivazione che "credeva negli Stati uniti d'Europa."

Izet viveva a Bosanski Novi (a nord di Bihac), qui esercitava come avvocato e svolgeva attività politica, come consigliere comunale, nel partito musulmano di azione democratica. Nel 1993, con la cattura della città da parte dei serbi, i suoi beni furono requisiti, la sua famiglia espulsa e lui stesso venne arrestato.

Grazie alle pressioni esercitate allora sulla polizia locale dal Partito Radicale e da alcuni parlamentari europei iscritti al PR, gli fu alla fine consentito di espatriare. Ma, mentre la famiglia aveva trovato rifugio in Germania, Izet volle rimanere, dapprima a Zagabria, a combattera la battaglia per la libertà della Bosnia.

Qui trascorse vari mesi nella difficile condizioni di profugo, ebbe un infarto, ma non volle arrendersi: ottenne un impiego al consolato bosniaco, successivamente fu nominato vice-ministro della Giustizia e si recò a Sarajevo. Da qui svolgeva compiti di primo piano rispetto alla situazione carceraria in tutta l'area bosniaca.

Grazie a lui, alla sua attiva presenza come Consigliere generale del Partito Radicale, una serie di contatti erano stati avviati con le autorità bosniache per la promozione del Tribunale contro i crimini di guerra in ex-Jugoslavia - Izet Muhamedagic partecipò anche ad un incontro con Butros Ghali a questo fine - e per l'abolizione della pena di morte in Bosnia-Hercegovina.

Ultimamente l'impegno di Izet ed il nostro era volto a sostenere una appello internazionale di parlamentari (ad oggi oltre 250) per l'adesione della Bosnia-Herzegovina alla Unione europea.

A cinquantanove anni e dopo un infarto, ancora aveva deciso di rischiare la sua vita girando per i fronti in guerra ed esponendosi ai pericoli. Era un uomo mite e buono, ma è stato anche uno dei tanti assassinati di questa guerra orribile. Tra i radicali che lo hanno conosciuto e che hanno lavorato con lui in questi ultimi anni, lascia un grande vuoto.

Domani, alle 12, davanti alle "ambasciate" della sedicente "Repubblica federale yugoslava" di Bruxelles, Zagabria, Roma, Kiev, Mosca, Sofia, Budapest, Madrid e di altre capitali il Partito Radicale manifesterà per denunciare i mandanti ed i veri responsabili di questo e di tanti altri crimini.

 
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