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Faccini Liliana - 1 giugno 1995
"EMBARGO BOSNIA ERZEGOVINA": discussione del disegno di legge di conversione del decreto legge 107 (seduta del 16 maggio 1995 - Allegato A)

Ordine Del Giorno

La Camera, in occasione della discussione del disegno di legge di conversione del decreto legge 7 aprile 1995 n.107 recante "attuazione delle risoluzioni ONU n.942 e 944 del 1994 relative all'embargo nei confronti della Bosnia Erzegovina nonché autorizzazione alla partecipazione italiana alla missione di polizia civile della UEO a Mostar"; di fronte alla drammatica situazione delle popolazioni che ormai si preparano a vivere la quarta estate di un conflitto di cui non si riesce ancora ad intravedere la fine e che anzi mostra segni preoccupanti di ulteriore radicalizzazione; scossa dalla disumanità di un guerra che tuttora persegue i disegni della pulizia etnica e blocca periodicamente gli spazi degli aiuti umanitari come nel caso di Sarajevo il cui aereoporto è chiuso da quasi sei settimane; preoccupata dalle recenti amare dichiarazioni del Segretario Generale dell'ONU Boutros Ghali che sembrano delineare la possibilità di un ritiro generale dei caschi blu nel caso di ulteriori fallimenti delle trattative; r

itenendo che una efficacie applicazione dell'embargo e della vigilanza internazionale sui confini tra Bosnia e Serbia richiede il rafforzamento di tutte le misure di controllo; convinta che nessuna soluzione politica e negoziale sarà praticabile senza un riconoscimento reciproco dei protagonisti di tale conflitto; impegna il Governo ad adoperarsi in tutte le sedi internazionali ed in particolare nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU - di cui l'Italia fa parte- per scongiurare l'eventualità di un ritiro generalizzato dei caschi blu, scelta che darebbe il via libera ad una carneficina; ad esprimersi nel Consiglio di Sicurezza a favore di un nuovo mandato ONU in Bosnia Erzegovina; a sollecitare il Governo di Belgrado ad una <> che riconosca esplicitamente che la Bosnia ha diritto di esistere negli attuali confini, fermo restando un definitivo chiarimento degli assetti istituzionali da raggiungersi per via negoziale; a verificare nel vertice straordinario dell?unione Europea - che il Mo

nistro degli affari esteri italiano ha opportunamente suggerito di convocare - se esistano le condizioni per un comune pronunciamento in favore di futuri prossimi legami istituzionali che possano preludere all'Associazione della Bosnia Erzegovina all'Unione e per una solenne dichiarazione di principio da parte dell'Unione Europea che ne sancisca l'impegno a garantire l'integrità territoriale della Bosnia Erzegovina in un quadro di rispetto, tutela dei diritti dell'uomo e di tutte le minoranze, pena la possibile esclusione a tempo di relazione con l'Unione Europea di quelle parti e di quegli Stati che continuassero a perseguire con la forza lo smembramento del territorio bosniaco; a favorire un potenziamento di tutte le forme di solidarietà alle popolazioni civili e ai milioni di profughi vittime del conflitto che vedono dipendere le proprie possibilità di sopravvivenza ancora e solo dall'aiuto internazionale.

 
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