Caro Michele,
molto simpatico il tuo intervento. Siamo d'accordo sulla tendenza ad usare, in italiano, i nomi geografici in una variante simile a quella della lingua localmente più diffusa (ed anche qui la cosa è più complicata di come ad un primo sguardo possa apparire: sappiamo tutti benissimo che vi sono città o Paesi o regioni dove convivono gruppi linguistici che scrivono e pronunciano il nome del proprio luogo in modi diversi, da Bratislava a Bolzano od a Vilnius). Tuttavia, se si dice che in italiano è sbagliato usare la dizione "Istambul" si dice, almeno per ora, una castroneria. Fino a quando si accetta di chiamare London "Londra", o Maskvà (questa è pressapoco la pronuncia) "Mosca", "Istambul" ha pienissima cittadinanza non solamente nel vocabolario, ma anche nell'uso della lingua italiana. Se poi qualcuno vuol fare citazioni da altre lingue, ne è naturalmente padronissimo: chi vieterà di dire di essere andati ad Edinburgh (e vai a trovare la pronuncia scozzese) od a Paris (arrotondando bene la erre)?