Dal coprifuoco per i minorenni a Washington alla nuova legge anti-terrorismo in discussione al Congresso Usa che limita le "garanzie" contro la pena di morte, il passo è breve (ed annunciato).
Mentre dal Sudafrica arriva agli Stati Uniti una lezione di civiltà giuridica.
Sabato 10 dall'Africa a New York e a Roma con un concerto di musica africana chiederemo all'Onu la moratoria sulla pena di morte e saluteremo la storica decisione del Sudafrica di abolire la pena di morte.
Dichiarazione di Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino.
Roma, 8 giugno.
"Abbiamo considerato la pena di morte negli Stati Uniti inaccettabile proprio perchè incompatibile coi principi fondamentali e le sempre nuove frontiere del diritto e della libertà affermati e conquistate in quel paese. Ciononostante, non abbiamo mai accettato di porre sullo stesso piano gli Stati Uniti, su cui sappiamo tutto, quanti sono i condannati, qual è il giorno della loro esecuzione, e gli Stati islamici o la Cina dove, invece, le notizie sulle esecuzioni sono segreto di Stato o dove gli arrestati passano dalle celle di sicurezza dei commissariati direttamente davanti ai plotoni di esecuzione, senza alcun grado di giudizio. Certo è che se passerà la proposta dei repubblicani di ridurre a un anno il tempo degli appelli dei condannati a morte, verranno meno quelle garanzie giuridiche che hanno costituito l'unico, importante ostacolo alla pena di morte negli Stati Uniti e che hanno fatto la differenza tra gli Stati Uniti e i paesi integralisti e totalitari. La recente abolizione della pena di morte in S
udafrica, un paese tra i più travagliati da tensioni sociali e razziali, in un continente spesso attraversato da guerre civili e colpi di stato, rappresenta una severa lezione di nonviolenza e civiltà giuridica data all'America, alla più classica e antica delle democrazie."