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Partito Radicale Silvja - 24 giugno 1995
Tibet

LA CINA RAPISCE IL PICCOLO BUDDHA

da La Stampa, sabato 24 giugno 1995

prima pagina

Allarme dal Tibet: il regime ha sequestrato il Panchen Lama

di Gabriele Beccaria

Gedhun Choekyi Nyima ha sei anni, le gote rosse e i capelli ispidi ed è così pericoloso che i militari di Pechino l'hanno rapito. Hanno aspettato un mese da quando il suo nome ha fatto il giro del mondo, poi si sono decisi a mettere le mani su questo Buddha vivente che è considerato l'undicesima reincarnazione del Panchen Lama, la più importante autorità religiosa del Tibet dopo il Dalai Lama. Lui sta scatenando uno scontro senza precedenti tra il governo tibetano in esilio a Dharamsala e la Cina. I monaci giurano che sotto la sua pelle si agiti lo spirito del saggio morto nell'89, mentre Pechino ribatte che Gedhun "è la prova del complotto per minare l'unità della Repubblica Popolare".

La notizia del sequestro è approdata in occidente con un appello del segretario del partito radicale transnazionale Olivier Dupuis: "Chiediamo il rilascio del bambino, in accordo con il rapporto d'amicizia che prima dell'invasione del '59 esisteva fra cinesi e tibetani". Quel rapporto è un ricordo lontano. "Tocca a noi individuare la reincarnazione", si era infuriato qualche settimana fa Zhao Puchu, leader dei buddhisti cinesi che contendono alla setta gialle il potere spirituale a Lhasa. Così, dopo sei anni di quiete tutto è stato rimesso in gioco. Il vecchio Panchen, fulminato da un infarto a cinquant'anni, era un alleato prezioso per la leadership cinese e la sua scomparsa è stata un imprevisto imbarazzante. "E' inevitabile, quindi, che la scoperta del nuovo Panchen suoni come una provocazione politica" osserva Erberto Lo Bue, studioso di storia tibetana. E ora è arrivata la vendetta dei militari.

"Da due secoli i Panchen sono i maestri spirituali dei Dalai Lama" sottolinea Lo Bue. "In origine il titolo fu attribuito all'abate di Tascilhumpo e si decise che questa 'guida' avrebbe dovuto reincarnarsi". Ma le vicende dei Panche erano destinate a perenni inquietudini. Sfruttati dai Dalai Lama per scalzare i re di Scigatse, nell'800 furono oggetto delle attenzioni interessate degli imperatori cinesi. Lo scontro sui Panchen si è fatto ancora più intenso dopo l'occupazione del Tibet. Da quel momento - sottolinea l'orientalista Luciano Peteck - "sono stati manipolati da Pechino come pedina per garantirsi la presa spirituale sul paese. Ecco perché la scomparsa dell'ultimo Panchen, 'l'amico comunista', è stata per i cinesi una iattura".

Il Dalai Lama non ha rivelato quali segni l'hanno convinto che Gedhun è l'illuminato. Forse sul piede porta la ruota della legge. "Ma di chi mai sarà maestro il Panchen - s'interroga Lo Bue - visto che il Dalai Lama ha promesso che non si reincarnerà più?".

 
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