OSLOBODJENJE del 29 giugno - 6.6.1995
titolo: CORREGGERE LO SBAGLIO EUROPEO
5 titoli, 1/3 di pagina,
pag. 11, scrive Zekerijah Smajic
Doveva passare quasi un anno prima che un'idea, politicamente provocante, ottenesse la più ampia promozione pubblica. Nell' agosto 1994, al suo Congresso annuale nella città francese di Forqaqier, il Forum europeo dei cittadini aveva proposto un'idea coraggiosa: l'adesione diretta e straordinaria della Bosnia-Erzegovina all'Unione europea, ma allora l'Europa ufficiale credeva che la guerra nella Bosnia non fosse tra le sue priorità. Per questa ragione sono stati soffocati tutte i tentativi che potevano squilibrare l'approccio stereotipo della "fine della guerra con l'accordo politico tra le parti in conflitto."
Nuove ondate di "coscienza inquieta" da parte di intellettuali e politici europei sono arrivate all' inizio di questo mese.
Prima, il 13 giugno, il Parlamento europeo aveva votato unanimemente una Risoluzione sulla Bosnia-Erzegovina nella quale si chiede ai leader dell'EU di "dare il pieno sostegno alla legittimità del governo bosniaco" e di "distinguerlo dal governo e dalla politica militante dei serbi bosniaci, che sono oppositori provati della democrazia pluralistica, della multiculturalità e collettività".
Il Parlamento europeo aveva anche chiesto ai leader dei 15 paesi dell'Unione europea di "assicurare per la Bosnia-Erzegovina i mezzi per l'autodifesa, rispettando l'articolo 51 della Carta delle NU, se le forze di pace, per qualsiasi ragione dovessero abbandonare il territorio di questo stato".
Da Bruxelles è arrivata un'idea, ancora più radicale: circa 300 firmatari del "Manifesto della Bosnia" chiedono ai leader ed ai primi ministri dei paesi dell'Unione europea l'adesione della Bosnia-Erzegovina nel suo scudo istituzionale-politico, perché questo, come si sottolinea, è l'unico modo di correggere gli sbagli europei degli anni passati e di proteggere questo paese, internazionalmente riconosciuto, dall'aggressione serba e dalla distruzione totale".
Nel Manifesto, che è stato firmato in maggior parte da parlamentari europei, da operatori culturali e politici, è stato precisato che l'adesione della Bosnia-Erzegovina all'Unione europea, in questo momento, potrebbe presentare la base politica e morale e "l'ultima chance per la pace in tutto il suo territorio", e che ragioni economiche e tecniche (o condizioni) per l'adesione della Bosnia-Erzegovina all'Unione europea potrebbero essere l'obiettivo della discussione in futuro, quando i cittadini saranno protetti e quando l'aggressione sarà fermata.
Come principali ragioni per questo Manifesto per la Bosnia e per la sua accoglienza nell'UE si adduce, tra l'altro, che questo "stato sovrano è da più di mille giorni sottopposto alle devastazioni della guerra e alla sofferenza dei civili, che già sono state uccise più di 200 mila persone e migliaia sono state ferite, decine di migliaia sono invalidi e più di tre milioni sono fuggiti dalle loro case"
Si informa che "la capitale Sarajevo, le città di Gorazde, Srebrenica, Zepa, Bihac e Velika Kladusa sono assediate dalle formazioni paramilitari di Karadzic e Martic, e che i loro cittadini vivono a tutt'oggi terrore e privazioni quotidiane".
... "Sei piani di pace, sono stati ****sciolti nel conflitto nazionale lungo le linee etniche nella Bosnia-Erzegovina, perché tutte le iniziative di pace, fin ora sono state solo il riflesso di desideri internazionali, ma non della voglia di realizzarli."
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Viene infine suggerito ai leader europei, di riesaminare il loro rapporto generale verso i trend nazionalistici nei loro paesi, e di riconoscere per tempo tutti i pericoli che porta il nazionalismo-fascismo.
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OSLOBODJENJE del 29 giugno
titolo: BELLE PAROLE NON MANCANO
2 colonne, 1/3 di pagina,
pag. 4, scrive Zakarijah Smajic
..."Il Parlamento europeo o - per essere più precisi - tanti politici europei di medio calibro e alcuni influenti europarlamentari a Bruxelles e Strasburgo, rappresentano la più decisa parte dell'establishmant europeo che da l'appoggio all'integrità e sovranità alla internazionalmente riconosciuta Bosnia-Erzegovina. Grazie a loro alla seduta del Parlamento europeo a Strasburgo il 13 giugno, è stata approvata la Risoluzione speciale sulla Bosnia, con quale si chiede ai leader dell'EU di "dare l'appoggio al governo legittimo di Sarajevo" e che "finalmente scelgano da quale parte schierarsi nell'aggressione sulla Bosnia-Erzegovina, contro l'autorità militare dei serbi-bosniaci".
A vigilia del Summit a Cannes, gli europarlamentari avevano cominciato con la raccolta delle firme per il "Manifesto per la Bosnia", con il quale si chiede ai leader dei paesi europei di accettare la Bosnia, immediatamente e straordinariamente, nell'Unione europea. Questo - come si sottolinea - è il miglior modo di correggere gli sbagli di tre anni e di proteggere questo stato sovrano dall'aggressione e distruzione futura.
Insieme con la Risoluzione speciale da Strasburgo, il Manifesto è stato inviato ai leader della "Quindicina", e nello stesso giorno, davanti al centro congressuale di Cannes, si è svolta una "manifestaziona europa di sostegno alla Bosnia (guidata dall' ex-ministro francese Bernard Kouchner). Il "Manifesto" è fin ora stato firmato da 300 europarlamentari, politici, personalità di 32 paesi europei - dalla Francia, Germania e Italia, fino Albania, Grecia, Russia, Croazia, Macedonia, Slovenia, Montenegro, Vojvodina e Kossovo.
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