Roma, 11 luglio 1995
Carissimo Ivan, e carissimi amici di Greenpeace,
insieme a molti, moltissimi degli abitanti del Pianeta vi siamo grati per quel che avete fatto e state facendo per scongiurare la ripresa degli esperimenti nucleari nell'Atollo di Mururoa.
Vi siamo grati in primo luogo per avere portato all'attenzione di una parte significativa dell'opinione pubblica mondiale la questione, il problema drammatico degli esperimenti nucleari, e soprattutto per avere aiutato la sensibilità e l'intelligenza di molti a riflettere sul destino comune di tutti coloro che condividono l'insistere delle proprie esistenze sul medesimo pianeta, sulle medesime risorse, sulle medesime ricchezze fondamentali.
Sapete bene quanto le iniziative militanti e le metodologie che utilizzate ci siano comuni e proprie, per essere concretamente ispirate alla teoria e alla prassi della nonviolenza politica, che - diceva Gandhi - è la più grande e attiva forza del mondo, e niente affatto approccio passivo e ripiegato su se stesso.
Il valore delle vostre iniziative di questi giorni nel Pacifico è soprattutto in questo, nell'avere con grande efficacia riportato l'attenzione di una parte consistente della opinione pubblica planetaria sulla gravità della condizione ambientale di amplissime zone del pianeta, ma soprattutto sull'essere necessario e urgente che si formino e si creino sedi e fori istituzionali adeguati al mondo di oggi.
E' soprattutto per questo che vi siamo grati: avete contribuito a rendere evidente che il problema ambiente, come quello dei conflitti e delle guerre, il problema stesso della vita sul pianeta non può non essere governato e gestito da istituzioni democratiche con poteri adeguati, capaci di intervenire con atti efficaci e con forza di legge. Ed è un adimostrazione di cui, consentitemi di ripeterlo, dobbiamotutti essere a voi grati.
In questi giorni, mentre l'attenzione sulle vostre iniziative è stata ed è massima, non sono mancate le voci di coloro che hanno lamentato non esistere uguale impegno da parte di ecologisti e pacifisti a proposito degli esperimenti condotti anche in queste settimane dalla Cina, o a proposito della aggressione serba in bosnia. Io non credo che sia giusto questo lamentare, o almeno non credo questo si debba lamentare nei termini in cui lo si è fatto. Azioni e iniziative quali quelle che vi hanno visti protagonisti non possono che aiutare il crescere della attenzione di tutti. E a rendere più forti lo sforzo e l'impegno, che presto auspichiamo ci coinvolga tutti, affinché anche rispetto agli esperimenti condotti dalla Repubblica popolare cinese possano liberamente esprimersi le contrarietà e le preoccupazioni che siamo certi si esprimerebbero se soltanto la Cina godesse dell'essere governata in modo democratico.
Ebbene, proprio l'evidenza di tale disparità, di tale diversità e sproporzione di attenzione per gli esperimenti nucleari di Mururoa, e per quelli in territorio cinese, o per il quasi del tutto ignorato processo di pianificata distruzione dell'ambiente tibetano, non può nè deve essere addebitato a voi, ma al fatto che scarsa attenzione viene data dai media alle iniziative parimenti importanti proposte da altri. Ma il problema è in Cina, e non tanto qui.Per decenni siamo stati soli a manifestare e operare nei paesi dell'Europa centrale e orientale, sottomessi alla dittatura sovietica. L'attenzione che quelle iniziative conseguivano era incommensurabilmente minore di quella che oggi conseguono le iniziative a Mururoa, o a quella che le manifestazioni contro gli euromissili conseguivano negli anni 80 in Europa occidentale.
Noi, pur arrestati e processati, i dissidenti di allora come i dissidenti cinesi di oggi, vengono lasciati soli, senza l'attenzione e l'interesse dei media. Questo non va certo addebitato a voi, cari amici di Greenpeace. Questo va addebitato al fatto che l'essere colpiti da una polizia repressiva e sanguinaria non fa notizia, mentre fa notizia l'essere repressi e colpiti dalle forze di polizia di un paese democratico.
Siamo impegnati, per e con voi, a fare in modo che possa operarsi e manifestarsi per la salvezza del Tibet, dell'ambiente tibetano, di uno degli ecosistemi più importanti e minacciati del globo.
Occorre che tutti, con voi, e per consentire a voi il formarsi delle condizioni adeguate per operare, ci si impegni affinché anche in Cina la democrazia e il diritto si affermino, in modo che presto, con l'urgenza necessaria, si formino le condizioni di democrazia e diritto tali da consentire e assicurare la possibilità anche in Cina delle grandi battaglie ecologiste che vi vedono così meritoriamente impegnati.
Ciao
Paolo Pietrosanti