Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 06 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Saggese Mimmo - 15 luglio 1995
Ri: Iscrizioni

Scritto il giorno 2-Lug-95 da D.Quinto:

DQ> Iscrizioni

DQ> Credo che meriti qualche riflessione - e spero che da

DQ> parte di tutti ve ne siano - la tabella delle

DQ> iscrizioni pervenute dal 10 aprile al 29 giugno:

DQ> Albania 1. Azerbaigian 6. Belgio 1. Bulgaria 9. Bielorussia

DQ> 4. Bosnia Erzegovina 4. Brasile 1. Repubblica Ceca 1.

DQ> Croazia 4. Germania 1. Italia 131. India 1. Kazakistan 2.

DQ> Monaco 1. Paesi Bassi 1. Polonia 1. Romania 1. Russia 31.

DQ> Ucraina 9. Stati Uniti 2.

Nonè per niente facile rispondere, ma mi permetto una riflessione.

Non è tanto lunga....

1.

Un "italiano" mangia italiano, parla italiano, pensa

italiano, finisce per credere che la "par condicio" sia una cosa seria e

che votare per 12 referendum sia una disgrazia. E analogamente un "francese",

un "belga", un "tedesco" ecc...

2.

Abbiamo messo alcuni anni noi radicali, per esempio in questa conferenza,

ad estromettere il CSM, la CGIL e le convergenze parallele, e a parlare e

pensare transnazionale. E credo, ancora non completamente.

Adesso ci vorrebbero degli anni, se ce ne sono per noi e per il mondo,

per predicare in linguaggio transnazionale tanto da *far parlare

transnazionale* il cittadino di Marsiglia, di Firenze, di Varsavia, che

dopo questo parlare transnazionale, potrebbe scegliere il PR. Ma

non ci possiamo permettere tanta attesa.

3.

Ha scritto M.Boselli, poche settimane fa, di aver potuto organizzare

una manifestazione pro-Bosnia grazie a pochi esperantisti.

Non c'è da stupirsi: malgrado tutti i loro difetti, gli esperantisti sono

degli "strani" che vivono in parte nella transnazionalità: amici a Budapest,

fidanzate a Varsavia, problemi incomprensibili al vicino di casa: raumismo,

letterature....

Un pezzo di gente che vede, respira, transnazionale si è incontrato con

lo strumento adeguato. E mi sembra, che i documenti del partito tradotti

in Esperanto siano ancora una rarità.

4.

Domanda: esiste, in europa, meglio se occidentale e benestante, una fetta di

mercato che possa essere interessata al prodotto "politica transnazionale"?

5.

Un autorevole esponente dell'autonomismo catalano, Aureli Argemì, disse:

"Per esempio sia in Catalogna che nei Paesi Baschi si sviluppa, ogni volta

di più, una coscienza europea, la consapevolezza che i nostri problemi

non passano per Madrid, non si devono risolvere a Madrid, ma in un ambito

molto più grande, a livello europeo.

Noi tutti ci sentiamo molto più europei che spagnoli."

Io non dico affatto che il PR debba dedicare un briciolo delle sue energie

ai problemi della Catalogna o dell'Euskadi, paesi ricchi e senza guerre.

Ma credo che sia il tempo di dire "iscrivetevi al PR" non a francesi e

spagnoli, ma esplicitamente, a catalani, sardi, corsi, occitani. Perché

solo l'ordine internazionale che permetterà ai Tibetani di essere tibetani, e

ai Bosniaci di essere quello che vogliono, sarà anche l'ordine in cui non

sarà obbligatorio volere bene alla bandiera e parlare con l'accento della

capitale.

Segni di questo possibile aspetto del transpartito li abbiamo già

avuti: esponenti di diversi partiti etnici si sono iscritti, non solo

ultimamente, al PR: dal partito dei ROM cecoslovacchi, al partito degli

ungheresi di Vojvodina...

**** mimmo

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail