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Conferenza Partito radicale
Frassineti Luca - 18 luglio 1995
Oace e diritto internazionale

Da diversi giorni cerco di immaginare come il Partito radicale possa arricchire la propria proposta politica a partire dall'accelerazione della tragedia bosniaca.

Devo dire che poco mi piacciono gli slogan Pace in Bosnia, Pace subito, Pace nei Balcani et similia.

Ben arrivati tutti i 'pacifisti' nostrani che dopo lunghi e sanguinosi anni timidamente affermano che "non ci può essere falsa equidistanza tra aggredito e aggressore."

Ben arrivata a tutta la sinistra e agli arbusti progressisti.

Non mi è piaciuto che il Partito radicale (così come si deduce da un recente comunicato stampa del Movimento dei Club Pannella) spenda il suo nome, la sua storia, la sua azione per una manifestazione che arriva con anni di ritardo e riesce ad accumulare ancora mesi di ritardo pur nel momento più tragico della carneficina in atto.

Ho sentito ancora stasera Bertinotti districarsi in sottili distinguo tra guerra civile e guerra etnica.

Ho sentito Bertinotti, il campione della solidarietà proporre come soluzione un "piano Marshall" da applicarsi a condizione che tutte le parti cessino le ostilità.

Insomma, smettetela di rovinarci i pranzi e le cene con tutte quelle immagini di sangue, stupri, pulizia etnica. Noi comunisti del ricco occidente siamo disposti anche a pagarvi purché la smettiate!

No, non è questo il terreno del Partito radicale.

Allora, noi che siamo stati parte importante per l'istituzione del Tribunale ad hoc sui crimini di guerra, dobbiamo trovare la chiave affinché il diritto internazionale possa essere veramente cogente, affinché le istituzioni internazionali possiedano gli strumenti per garantire il rispetto delle loro decisioni.

Tempo addietro Roberto Cicciomessere lanciò in una riunione di partito un'idea che allora ci sembrò necessitare di approfondimento.

Leggi nazionali che garantiscano il diritto all'obiezione di coscienza verso l'esercito nazionale per consentire ai cittadini di tutto il mondo di poter scegliere di militare nell'esercito delle Nazioni Unite.

Oggi mi pare sia giunto il momento di lanciare con forza questa proposta politica in tutti i paesi in cui siamo presenti.

Lo stesso progetto di legge presentato contemporaneamente in tutti i parlamenti del mondo.

Superiamo l'antimilitarismo da anni 70, facciamone una delle proposte politiche del partito transnazionale.

Non servirà a salvare vite umane oggi, ma è sicuramente la battaglia del prossimo futuro.

Mi rendo conto che siamo a pochi giorni dalla scadenza dei sessanta giorni dell'iniziativa straordinaria di iscrizioni e sottoscrizioni e che quindi nelle prossime settimane, essendo lontanissimo l'obiettivo della raccolta di un miliardo di lire, gli organi del partito dovranno prendere le drammatiche decisioni preannunciate il 1 giugno.

Ma proprio per questo è ancor più necessario fare il pieno di politica, individuare una proposta forte.

 
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