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Conferenza Partito radicale
Pezzilli Dora - 19 luglio 1995
E comunque la non volonta' di chi e' gia' stato, per conto suo, privilegiato perche' a subito, sia la violenza di un simile che di un partito, di chi avendo sperato nell'altro ha scoperto l'indifferenza di chi credeva amico,io, la capisco; capisco chi oggi non sente ne' l'appello democratico ne' l'anelito divino, ne' la pieta' dell'umano nei confronti dell'altro umano, perche' ha capito, e quindi sfiduciato si e' ritirato, in un angolo in silenzio forse pentito anche di aver dato quel poco o tanto che ha dato. La fiducia una volta che e' andata non torna indietro. A nulla serve oggi l'appello di intervento al popolo Italiano, cosi' mi sento, come chi e' stato tradito, quindi comprendo, perfino il violento ovvero l'inumano.Scoperendo oggi che son passati tre anni da quel digiuno, proprio sulla ex yugoslavia, mi domando: chi c'era allora, chi e' venuto a trovarmi, se non altro per condividere un attimo di desiderio di poter fare qualcosa per loro? Se non ricordo male, solo Gino.Gino Di Liberto, non era un caso
.Guarda caso proprio in ragione del proibizionismo almeno lui, non sara' il signor nessuno.Il mio partito, in questo luogo, in tutt'altre faccende affacendato ha preferito considerarmi un drogato.Era il giorno della morte di Falcone e Borsellino.

 
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