Le mie obiezioni non sono di metodo. Naturalmente, il Partito Radicale fa bene ad indicare con anticipo determinati punti di arrivo, cercando intanto di ottenere subito alcuni obiettivi intermedi. Quello che affermo è che dobbiamo in ogni caso essere consapevoli che un esercito dell'ONU oggi, con il diritto di veto nelle mani di questa Russia e di questa Cina, rischia di essere ancora meno efficiente dei contingenti messi a disposizione delle Nazioni Unite da parte di singoli Stati membri o di organizzazioni regionali come la NATO.
I tribunali internazionali ad hoc (e lo stesso varrà per quello permanente) applicano poche norme di diritto internazionale: una volta eletti i loro membri ed assegnati i bilanci, le loro condizioni operative interne sussistono. Si tratta poi di far sì che le legislazioni degli Stati si adeguino in materia di arresti e di estradizioni.
Il funzionamento di un esercito è cosa completamente diversa. Se mancano decisioni e coordinamenti politici, va allo sbaraglio come sappiamo in modo disastroso. Ora, è pur vero che formalmente un esercito (con funzioni di "polizia", ma in realtà anche di peace-enforcing) delle Nazioni Unite è cosa buona e giusta; ma finché l'assetto politico e i meccanismi decisionali dell'ONU non cambiano radicalmente, temo che non uno solo dei disastri del tipo di quelli somalo o bosniaco potrebbero essere evitati.
A quel punto, se ad essere sommerso dalla vergogna fosse direttamente un esercito delle Nazioni Unite, l'Organizzazione stessa potrebbe uscirne definitivamente sconfitta.
Tutto ciò considerato, confermo che mi va benissimo che il Partito Radicale indichi la necessità di forze armate dell'ONU; solo, non consideriamo questo né come una panacea, né come semplice applicazione su scala più vasta della nostra più antica proposta di forze armate dell'Unione Europea. Ciò che ha un determinato valore per un'organizzazione internazionale con un forte grado di coesione (di cui pure siamo tutt'altro che soddisfatti) come l'Unione Europea ne ha uno diverso per il calderone planetario, dove simpatici rappresentanti di Saddam Hussein, degli ayatollah iraniani o dei dittatori birmani siedono a pari titolo con quelli dei Paesi democratici.
Concordo pienamente sul fatto che quella del Partito Radicale non è storia di battaglie di "piccolo cabotaggio". A maggior ragione, nel lanciare iniziative di grande slancio non possiamo evitare di chiarirci alcuni problemi di fondo. Quanto poi ai convegni ed alle lucide riviste, senza di queste cose (a partire dal "Mondo" di Pannunzio) sarebbero state impossibili l'esistenza e l'efficacia del partito. In particolare, negli ultimi anni il contributo dell'analisi del diritto internazionale è stato indispensabile per condurre le iniziative sull'ONU, per i tribunali e per la moratoria delle esecuzioni.