La riforma delle Nazioni Unite è senza dubbio uno dei principali obiettivi che il Partito Radicale deve perseguire. Non credo, però, che debba essere l'unico né la priorità fondamentale. Se così fosse, ad esempio, dovremmo tralasciare ovvero porre in secondo piano la campagna per l'adesione della Bosnia all'Unione Europea; e non pensare ad ottenere da uno Stato - la Cina - la democrazia per i propri cittadini e la salvezza e la libertà di un altro Stato - il Tibet.
Le Nazioni Unite sono uno degli elementi del diritto internazionale. E' urgente riformarle in modo profondo ed è importante accentuarne il ruolo; ma se noi trascurassimo di agire anche sulle organizzazioni regionali (come l'Unione Europea) e sui singoli Stati (come la Cina, ma anche gli Stati Uniti per quanto riguarda la pena di morte o la Russia su diverse questioni, per fare solo degli esempi) compiremmo a mio avviso un errore gravissimo.
Una riforma dell'ONU che sia in gran parte astratta, giuridicista e formalista rispetto ad un quadro internazionale dato in cui gli Stati restano gli attori principali sarebbe come il dedicarsi a cambiare la copertina ad un vecchio orario ferroviario, scrivendovi magari "Bibbia" con bei caratteri, senza intervenire sulle pagine. Sempre un orario ferroviario non aggiornato rimarrebbe, ed in più camuffato da qualcosa di diverso.
Proprio perché ad una riforma vera del diritto internazionale è necessario arrivare, credo che alcuni passaggi debbano restare per il momento semplici indicazioni di una futura via da percorrere, altri vadano percorsi subito, altri ancora vadano semplicemente scartati.
Quello dell'esercito dell'ONU entra a mio avviso nella prima categoria; nella seconda abbiamo delle campagne già in corso (tribunali e moratoria); nella terza collocherei gli astrattismi ed i formalismi eccessivi, che non tengano conto della parallela necessità di riformare drasticamente la maggioranza degli Stati e di armonizzare il funzionamento delle organizzazioni intermedie fra questi e le Nazioni Unite.
Si intende che il Partito Radicale, con la sua quasi intrinseca condizione di crisi e in ogni caso con la sua inadeguatezza, potrà al massimo di volta in volta scegliere e praticare alcune iniziative; ma il criterio della scelta deve essere quello del cogliere le opportunità nel campo in cui si verifichino (ONU, altre organizzazioni internazionali o singoli Stati), non quello di tentare di impegnarsi aprioristicamente in uno soltanto.