e non certo per mancanza di argomentazioni.Mi pare che l'attuale quadro internazionale offra -purtroppo- un'occasione unica per affrontare concretamente il problema degli strumenti che la Comunità internazioanle si DEVE dare per garantire la vita del diritto e il diritto alla vita. In Italia perfino il Pds è arrivato a chiedere la formazione di un corpo d'intervento formato da qualche migliaio di uomini per ogni paese europeo, e noi siamo qui a discutere dell'inadeguatezza delle istituzioni internazionali...
A proposito, alle 19,30 i serbi sono entrati a Zepa...
Ma come mai faremo a convincere la dirigenza cinese che la dittaura è brutta e non fa bene ai bambini ma neanche tanto ai grandi, a convincere gli stati Uniti che punire con la morte non educa poi tanto e neanche è utile a prevenire, a convincere la Russia che non è simpatico finanziare e/o armare o comunque proteggere i serbi etc etc etc etc?
Aspettiamo di aver raggiunto questi 'obiettivi intermedi' per avere spianata la strada verso il successo della riforma delle Nazioni Unite?
E l'intuizione del transnazionale dove è andata a finire?
Questo tipo di politica mi ricorda troppo la classica politica estera o i momenti più felici di alcune internazionali...
Per qualche miracolo si riuscirà a salvare la Bosnia (se accadde veramente in fretta, altrimenti sarà salva sì la Bosnia ma senza bosniaci), ma a quando la prossima Cecenia in un regime di assoluta impunità?
Nessuno si è mai domandato se tre anni fa la Comunità internazionale fosse intervenuta nella ex Jugoslavia -anche nei confronti della Croazia e dei suoi crimini, beninteso- quale sarebbe stato il comportamento dei governanti russi in Cecenia?
Non vi pare che invece aderire ad una manifestazione quale la Marcia Perugia Assisi oltre ad essere fuori luogo e tempo sia negare la propria storia recente? Quella marcia è indetta sulla parola d'ordine Fermiamo la guerra. E' lo stesso titolo, è la stessa campagna politica condotta contro l'intervento in Kuwait! Nessuno se ne è accorto.
Faccio un po' di fantapolitica.
I serbi arrivano alla fase finale della loro pulizia etnica costringendo al coagulo uno schieramento di paesi musulmani (forse la Turchia qualche interesse nella zona ce lo ha...). Cosa succede allora, l'Occidente scende in campo a fianco dei serbi per difendere la civiltà cattolicoccidentale contro il pericolo musulmano? Ci si ricorda che la Grande Serbia in realtà ha sempre fatto comodo ed è un po' figlia dell'occidente civile?
Davvero questa zona del mondo comincerebbe ad essere troppo calda e magari qualcuno cambierebbe idea sulla necessità dell'intervento. Solo che per opportunità a quel punto sarebbe a fianco di Milosevic!
Vogliamo continuare a pensare di tamponare le diverse emergenze del mondo facendoci governare dalle opportunità?
Mi rendo sempre più conto che ho un'idea di partito transnazionale lontana parente di quella maturata dal ceto dirigente del partito.
Io continuo a credere nella necessità di un partito transnazionale che impatti i problemi al loro livello più alto agendo inizialmente su piccoli nuclei di parlamentari.
Per farlo occorre non perdere le occasioni politiche che ti si presentano, occorre usare intelligenza e cuore sapientemente mixati (davvero trasferirsi in massa a Sarajevo sarebbe oggi splendido gesto umano ma pura follia politica, grande testimonianza civile ma inutile scarificio).
Quando i caschi blu furono presi in ostaggio era il Partito radicale a doversi offrire in ostaggio alla comunità internazionale incatenandosi con i suoi dirigenti ed alcuni dei suoi parlamentari davanti alle ambasciate serbe nel mondo.
Quando il mondo rimane attonito di fronte al genocidio è il Partito radicale transnazionale a dover dire "Never More" e a promuovere l'iniziativa politica per impedire che possa riaccadere.
Il gradualismo stato-organizzazioni locali-Onu non mi convince.
E se un organismo politico non è in grado di affermare i propri principi è inutile che lotti per galleggiare politicamente.
Ma non mi pare fino ad oggi il caso del Partito radicale.